Appunti G: a ognuna la sua G che parla di libertà

In Fotografia, Weekend

Duecento donne, duecento G disegnate sul proprio corpo, ironico e intelligente ribaltamento del famigerato Punto G. Un corteo, un coro, una conversazione. Apre alla Fabbrica del Vapore, all’interno del Festival delle Lettere, la mostra AppuntiG della fotografa Laila Pozzo, da un’idea di Rita Pelusio a cura del collettivo AppuntiG

Confesso: interesse privato in atti di ufficio. Se infatti qui vi parlo, invitandovi caldamente a visitarla, di una mostra che si chiama AppuntiG – debutto il 26 giugno insieme al Festival delle lettere in quel bel posto che è la Fabbrica del Vapore di Milano – è perché da anni sono complice di Laila Pozzo, fotografa di gran talento, di Rita Pelusio attrice e autrice ben nota e di Andrea Lisco, infaticabile e gentile organizzatore con Nidodiragno produzioni teatrali, persone che sono il nucleo forte di questa avventura.  
Messe le carte in tavola, di che cosa parliamo quando raccontiamo di AppuntiG? Parliamo di un progetto artistico e pop, parliamo di fotografia, di teatro, di parole, parliamo di donne in un numero consistente, ovvero circa 200 che, con uno strepitoso passaparola tra diverse città e contesti( Milano, Roma, Firenze, Venezia, Torino), ci hanno detto sì, ci sto.  E non è la sola cosa sorprendente, come spiegherò più avanti.

All’inizio fu la G, ripetiamo quando ci chiedono di raccontare com’è nato tutto questo. La G di Rita,  da lei disegnata su una spalla una sera di capodanno di tot anni fa e subito imitata dalle amiche presenti. La vedete qui, la sua G moltiplicata, nella locandina della mostra.

Avrete capito: la G di Punto G, ovvio. Una G segnaletica, ironica, poetica: a dire che le donne – e non solo quelle più mature e dunque più insofferenti – non ne possono più delle tonnellate di sciocchezze sul Punto G, sciocchezze che però nascondono serissime questioni sulla sessualità femminile e sulla narrazione distorta che se ne fa. Da quando si sostiene che il dott. Gräfenberg, ginecologo ebreo tedesco, abbia scoperto un punto specifico della vagina particolarmente sensibile – in realtà non teorizzò niente del genere e, benedetto, inventò la prima spirale – si è costruita una mitologia, una retorica specifica del PuntoG. Alla fine è più facile e comodo pensare ad una sessualità femminile che si accende a comando, bottoncino on/off e se non succede è un problema tuo, è una tua inadeguatezza, sei tu a non essere ‘giusta’. Qui sta il cuore della faccenda: il gesto di Rita, da lei inteso come una provocazione poetica, è pop nel senso che può essere condiviso, replicato, interpretato, modificato, può diventare virale e dare vita ad una catena di G, tutte diverse, tutte uniche, tutte originali e personali. E così è successo, davanti all’obiettivo di Laila Pozzo. Duecento donne hanno detto sì alla proposta : quella G me la disegno anche io, sotto i piedi, sul naso, dietro le ginocchia, sulla pancia o sul polpaccio. È la mia G, solo mia, e se si pensava – Laila Pozzo un po’ lo temeva – che tutte scegliessero i posti più ovvi, beh ci siamo sbagliate e siamo state piacevolmente sorprese. Se infatti c’è un aggettivo che mi viene in mente pensando alla mostra è sorprendente. Le donne che hanno partecipato, con un passaparola strepitoso tra amiche a Milano, a Roma, a Torino, a Venezia, hanno non solo colto perfettamente il senso della provocazione di Rita ma l’hanno interpretata in maniere così varie, fantasiose e personali da rendere questa mostra mai noiosa, mai ripetitiva.

Caterina Crepax, artista della carta: “La G l’ho messa dentro un fumetto, perché sono nata in un mondo in bianco e nero, a fumetti, in una realtà surreale che si mescolava ai sogni…”. Accanto Sumaya Abdel Qader, sociologa: “Ho deciso di disegnare due G, una in arabo e una in italiano a rappresentare le mie due identità, le mie due culture. E questa è più nascosta perché penso che il Punto G sia la ricerca stessa del Punto G”.

E lo stesso è accaduto con ciò che hanno raccontato della loro G, di quanto ne hanno allargato i confini e ribaltato i significati più stereotipati, raccordandola invece alle loro vite e al loro rapporto con il mondo. Il corteo è diventato anche un coro, una conversazione e le parole di ognuna che si trovano in mostra a corredo delle immagini hanno formato una nuvola che trovate qui, sul sito: vocaboli densi come ricerca, viaggio, piacere, desiderio, coraggio, relazione, ma anche termini che evocano la difficoltà – stereotipi, diritti – che le donne vivono ancora, sotto ogni cielo.

“La mia G è sul bicipite, perché con le braccia nuoto, cammino con la stampella, guido. Abbraccio chi amo. Scoprire a 30 anni che il mio corpo che ha dei limiti potesse eccellere nel nuoto è stata una gigantesca liberazione”.
Giulia Riva, giornalista e atleta paralimpica

Come dice il Manifesto che introduce la mostra: “AppuntiG parla di noi, dei nostri corpi, delle nostre storie. Di sessualità ed erotismo, di piacere, passione, ricerca. Di relazione con l’altro, con l’altra. Con se stesse. Con il mondo. AppuntiG parla del presente, dell’immaginario in cui siamo immerse, di stereotipi, dei tentativi mai finiti di controllare e addomesticare il corpo delle donne. AppuntiG racconta del corpo a corpo con i nostri desideri, le nostre scelte, le aspettative e i dover essere che ci assediano. Di come cambiamo e di che cosa cerchiamo…”.

Valentine Aka Fluida Wolf, attivista femminista

Qualcuna, l’attivista femminista Valentine Aka Fluida Wolf, ha preso così sul serio il compito che il Punto G l’ha letteralmente fatto a pezzi”: “Ho distrutto felicemente il Punto G perché non mi interessano le etichette, le chimere. Il piacere sta dappertutto, ogni punto è valido e siamo solo noi stesse a deciderlo”.
Non è stato semplice realizzare questa mostra: ci sono voluti anni, in mezzo c’è stato anche il Covid, le difficoltà a tratti sono sembrate insormontabili. Le donne –  tante le le attrici per motivi intuibili ma gli ambiti, le storie, le provenienze e le età sono molteplici – sono state generose nel mettersi a disposizione, aiutarci e motivarci ad andare avanti. Non sono mancati i problemi, ci sono state molte risate durante gli shooting e al trucco con la bravissima Claudia Loi, qualche delusione, anche un bel prequel allo Spazio ex Fornace intorno all’8 marzo del 2023. C’è stato bisogno di pazienza, lavoro, investimento e di compagni di strada che via via si sono aggiunti: e così ora si debutta in Fabbrica del Vapore, grazie al Comune di Milano, all’interno del Festival delle Lettere con un palinsesto ricco di eventi e di collaborazioni. L’inaugurazione del 26 giugno terrà insieme il tema centrale del Festival ‘Lettera a una donna’ e il racconto del progetto Appunti G con un reading delle attrici, a cominciare da Rita Pelusio, che da anni interpretano lo spettacolo teatrale che ha lo stesso nome. Il 29 giugno poi in programma  G come Gaza, una giornata importante di arte partecipata e solidarietà con shooting, letture e un dibattito dedicata alle donne palestinesi e a sostegno della rete Women for Gaza. E visto che ho già dichiarato l’interesse privato, dal calendario interessante e vario degli incontri, dei workshop, degli spettacoli, pesco anche le due serate di discussione e visione sulla violenza di genere in collaborazione con Anteo, il 7 e il 17 luglio dal titolo “Costruire un altro domani”.  Sì, ne parliamo ancora, stavolta con la presidente della rete dei centri antiviolenza Di.Re Cristina Carelli e con la produttrice Cristiana Mainardi, perché è lì, su quel nodo non ancora sciolto e che a tratti sembra ancor più stretto che si gioca la libertà femminile, parola chiave di AppuntiG.  

Mi fermo. Speriamo che non si fermi invece, dopo il 31 luglio, il viaggio di AppuntiG: lo vogliamo immaginare come un progetto che continua, che trova nuove tappe, altre città in cui mostrarsi, nuovi volti e nuove voci. Laila Pozzo dice: “Abbiamo scoperchiato un vaso di Pandora, potremmo andare avanti all’infinito”. Beh, all’infinito proprio no, ma un altro, lungo tratto di strada ad AppuntiG lo auguro di cuore.

Questo articolo esce in contemporanea su Cultweek e Fogli e Viaggi. Foto di Laila Pozzo.
In apertura Morena Tartagni, ciclista e Veronica Pivetti, attrice.
Appunti G resta aperta dal 26 giugno al 31 luglio, Spazio Cisterne, Fabbrica del Vapore, via Procaccini 4, Milano, ore 10.00-19.30, apertura serale in occasione degli eventi, ingresso gratuito .
Instagram : @appuntig_mostra

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