Solbiati “incontra” Berio: musica senza limiti

In Musica

Secondo appuntamento delle rodatissime Lezioni di Musica di Divertimento Ensemble alla Sala Donatoni della Fabbrica del Vapore. Il 17 aprile focus su “Naturale” di Luciano Berio

Continuano le Lezioni di Musica organizzate da Divertimento Ensemble alla Sala Donatoni della Fabbrica del Vapore e curate dal compositore Alessandro Solbiati. Dopo aver affrontato Arioso di Sciarrino, il 17 aprile (lezione 18.30, concerto 20.30) tocca a Naturale per viola, percussioni e voce registrata di Luciano Berio. Di questo musicista, imprescindibile nell’evoluzione musicale italiana del secondo dopoguerra, ricorre quest’anno il 100° anniversario della nascita. Un’occasione preziosa per fare due chiacchiere con Solbiati intorno all’eredità di Berio e alla sua curiosità senza limiti.

Prima di tutto, qual è il bilancio delle Lezioni di Musica?
L’elemento che trovo sempre affascinante di questa esperienza è la scelta da parte di Sandro Gorli non di brani già particolarmente noti al pubblico della Contemporanea, ma molto particolari anche nell’ambito delle produzioni degli autori in programma quest’anno, come Sciarrino e Berio. Questo apre spiragli differenti anche per me. 

Daniele Valabrega

Come nel 2024 era impossibile non parlare di Luigi Nono, quest’anno non è possibile non parlare di Luciano Berio. Qual è l’eredità che ci lascia questo grande compositore?
Nel 1925 nasce anche Pierre Boulez. Dal punto di vista musicale, Boulez ha saputo incarnare un’epoca, mentre Berio lascia al nostro tempo un’eredità quotidiana imprescindibile: l’insegnamento della curiosità, della spregiudicatezza. Facciamo un esempio: mentre tutti si avvicinavano ai serialismi, da cui anche lui certamente era affascinato, Berio è attratto dalla musica popolare. Ha un interesse musicale a… 361 gradi, senza limiti, ci ricorda di non farci ingabbiare dalle mode. 

A questo proposito come non citare l’esperienza del Centro di Fonologia della Rai, che senza Berio non sarebbe nato.
Esatto. Anche in quest’esperienza, Berio e il “fratello” Bruno Maderna hanno utilizzato il mezzo elettronico con intenzione narrativa, non è mai un uso gelido. Ad esempio Berio ha inserito la voce in queste modalità compositive nuove, complice la splendida vocalità della moglie Cathy Berberian. Negli anni Cinquanta, periodo in cui era molto forte la sperimentazione tecnica, Berio è il primo a ripercorrere lo sperimentalismo attraverso però la fisiologia degli strumenti musicali. 

Ricordo molto bene il “manifesto” che Berio scrive in seguito alla nascita del Centro di Fonologia, in cui ricordava la forza creativa e propulsiva della nuova generazione di compositori.Esempio della versatilità della poetica di Berio è il brano che il 17 aprile lei analizzerà per le Lezioni di musica: Naturale per viola, percussioni e voce registrata.
Nella presentazione del lavoro Berio scrive: “L’atto della trascrizione, come quello della traduzione, può implicare tre diverse condizioni: una identificazione del compositore con il testo musicale originale, l’assunzione del testo come pretesto di sperimentazione e, infine, la sopraffazione del testo, la sua decostruzione e il suo abuso filologico”. In tre righe, Berio esprime e sintetizza quel che si può dire su un materiale altro, un materiale popolare. La curiosità di Berio si intuisce e si svela nel suo appropriarsi delle musiche di altre tradizioni popolari, come per esempio, in questo caso, siciliane, essendo lui di origine ligure e non potendo fare riferimento a una tradizione popolare forte come quelle del sud Italia. In questo caso due sono le fonti sorgenti, fornitegli da Aldo Bennici, suo amico violista siciliano. 

Elio Marchesini

Viola e canti popolari in che modo si relazionano?
Naturale diventa una lunga cadenza per viola, che dialoga con la melodia popolare, la espone, la frammenta e la riespone. In questo dialogo fanno capolino la registrazione di grida di venditori ambulanti, quasi fossero la punteggiatura del brano. 

Qual è il senso di questo titolo, Naturale?
Domanda molto interessante. Il termine “Naturale” ci porta a pensare e a riflettere di come la tradizione popolare afferisce più alla “regione” della natura, che non a quella della cultura. È così antica, senza date, da essere simile a un bosco, a una connessione cosmica. 

Non resta che andarlo a sentire il 17 aprile alla Fabbrica del Vapore.

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