La coppia simbolo della controcultura rock è celebrata dal documentario “One to One”, da domani al 21 maggio nelle sale. L’impegno politico comune, la contestazione a fianco di personaggi quali Allen Ginsberg e Jerry Rubin, i momenti di intimità nei video e nelle lunghe telefonate sono le tappe salienti di un racconto appassionante. Sullo sfondo il dramma della guerra nel Vietnam, ma anche tanta musica indimenticabile
Forse è stato scritto troppo sui Beatles. Non che non se lo meritino, anzi: personalmente credo che abbiano inventato l’80% di quello che noi oggi definiamo pop, rock e musica di massa di qualità. Ma considerando che hanno suonato insieme solo per otto anni e che sono sciolti dal 1970, la quantità di racconti, film e aneddoti sui quattro baronetti è davvero enorme. E’ non è finita, visto i quattro film che Sam Mendes sta preparando e in uscita nel 2028.

Invece, troppo poco si è detto dei Beatles come solisti post 1970. E il film One to one dedicato a John Lennon e Yoko Ono per la regia di Kevin Mc Donald fa luce sul primo periodo della coppia a New York. Il documentario sarà nelle sale cinematografiche da domani giovedi 15 a mercoledi 21 maggio.
Scappati dalla ricchezza “costretta” di Londra, dove John e Yoko erano nei fatti dei prigionieri di lusso della loro fama, i due vanno a vivere in un bilocale nel Greenwich Village e passano un sacco tempo a letto a guardare la tv. Sono gli anni del Vietnam, di Nixon che si ricandida e viene rieletto, della voglia loro e della giovane controcultura newyorkese di scendere in piazza e in concerto per protestare e rivelare all’America e al mondo un altro punto di vista, fatto di pace e critica dura e consapevole al modello di sviluppo capitalista di quegli anni.

Foto: RGB Original
Il documentario è molto interessante perché si svolge su diversi piani di racconto: il montaggio è basato su un immaginario telecomando che scanala fra il concerto di beneficienza che John e Yoko tennero al Madison Square Garden di New York (molti brani inediti, fra cui una godibilissima Hound dog” di presleyana memoria), le storie che attraversano la coppia e la tv americana dell’epoca, fra pubblicità surreali e pezzi di telegiornale dedicati alla guerra in Vietnam e alla politica statunitense. Il contrasto è meraviglioso, anche perché negli spezzoni tv spesso ci sono proprio John e Yoko, che vanno davanti alle telecamere per sostenere delle giuste cause, come la liberazione dal carcere di John Sinclair, un attivista che prese dieci anni per il possesso di due canne di marjuana e che dopo la canzone di Lennon e le proteste sfociate in un concerto a lui dedicato fu liberato.
Ma l’altro livello del documentario è quello regalato dai materiali inediti che il regista ha potuto consultare e montare: non solo tante immagini rare della coppia in mille situazioni pubbliche e private, ma decine di telefonate che Lennon e Ono registravano privatamente. I due erano spiati da CIA ed FBI, e volevano essere certi di poter dimostrare la verità nel caso qualcuno manipolasse le loro voci per metterli poi in difficoltà.
Infatti il governo americano, appena John e Yoko hanno cominciato ad affiancare nelle loro proteste personaggi come Allen Ginsberg e Jerry Rubin, ha intrapreso nei loro confronti diverse azioni di disturbo, culminate nel tentativo di espulsione dagli Stati Uniti e nella impossibilità per Yoko di rivedere la sua prima figlia Kyoko, rapita dal suo secondo marito Anthony Cox e mai ritrovata dalle autorità. Yoko potè riabbracciare sua figlia solo nel 1998.
Nelle telefonate fra Lennon, Ono e diversi collaboratori e manager si evince come i due fossero davvero onesti e sinceri nella loro voglia di contestare la guerra e le politiche di Nixon, al punto da immaginare un tour musicale e non solo per gli States cercando di coinvolgere anche Bob Dylan. Quel tour non si fece mai, anche perché John e Yoko a un certo punto decisero di smetterla di fare la guerra al governo federale. Non va dimenticato che tutto ciò che faceva Lennon diventava enorme e di conseguenza erano enormi anche gli stress e le pressioni che la coppia subiva.

Resta un bel documentario (su nexostudios.it. i cinema in cui lo proiettano) che racconta quanto fosse intelligente e potente il tentativo di Lennon e Ono di scoperchiare i meccanismi che gestivano (e gestiscono ancora oggi) i media, la politica e i percorsi che portavano alla guerra. Un film con tanta bella musica live (Lennon era un musicista eccezionale) e incredibilmente attuale, con la differenza che nei primi anni settanta artisti, intellettuali e studenti scendevano in piazza contro la guerra. Oggi è cambiato tutto. Pure troppo.
Foto di copertina: @ Ben Ross