Un amore di Chagall

In Arte

L’artista è di quelli conosciuti, ma spesso non amati. A Milano l’imponente retrospettiva sull’artista dalle tre nazionalità. Ecco qui cinque motivi per andare a vederla.

Ormai è ben risaputo che la più grande mostra degli ultimi cinquant’anni in Italia dedicata a Marc Chagall (Vitebsk, 1887 – Saint-Paul-de-Vence, 1985), curata da Claudia Zevi, è in corso a Palazzo Reale fino al primo febbraio.

Intanto, iniziamo con il ricordare che c’è anche l’altra mostra, quella su Chagall e la Bibbia, al Museo Diocesano, che merita una visita.

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Marc Chagall, Nudo sopra Vitebsk, 1933, Collezione Privata.

Marc Chagall. Una retrospettiva 1908-1985 ha fatto molto parlare di sé, ma ecco qui cinque ottimi motivi per andarci:

  1. Questa volta la mostra vale abbondantemente il prezzo del biglietto; è noto che le esposizioni a Palazzo Reale hanno prezzi abbastanza alti e non sempre si esce con “la pancia piena” (vedi Van Gogh). Questa volta, si: 220 opere da scoprire con audioguida compresa nel biglietto, che, alla fine, non guasta mai.
  2. La struttura dell’esposizione segue il semplice, ma saldo, ordine cronologico degli avvenimenti, permettendo di comprendere l’evoluzione artistica del pittore. La semplicità spesso premia.
    La successione, inoltre, rende tangibile il contatto tra eventi storici eclatanti (Rivoluzione Russa, Grande Guerra, Nazismo e Seconda Guerra Mondiale) e vita dell’autore; ci si sposta continuamente da una visione soggettiva della realtà e di se stessi a uno sguardo più ampio e oggettivo.
  3. Si tratta di una mostra densa, come il colore delle tele di Chagall che si incrosta dando vita a strati di anima, esperienze, vita, morte e amore.
    Anche le singole opere sono dense. Dense di soggetti che si incastrano, nascondendosi o manifestandosi irruentemente. Dense di piani di lettura con allegorie più o meno esplicite.
  4. Un tema, analizzato in mostra, è di struggente attualità. I migranti moderni, ricchi o poveri che siano, saranno toccati da come Chagall traduce in opere circonfuse di lirismo il sottile legame con la sua terra natia (Vitebsk, nell’attuale Bielorussia), la passione per una terra “scelta” per predilezione (la Francia), e la sicurezza inquieta che si trova in un paese sicuro dove ci si trova a fuggire, senza troppe alternative (gli Stati Uniti).
  5. Ultimo e non meno importante, è il tema dell’amore, sviscerato e approfondito con una leggerezza calviniana. Immergersi nelle immagini immediate e luminose come si fa con una amore travolgente e passionale.
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Marc Chagall, La Passeggiata, 1917-18, San Pietroburgo, Musei di Stato.

Insomma, se sei innamorato, vai a vedere Chagall. Ce invece il tuo cuore si consuma al pensiero di un lui o di una lei, vai comunque a vedere Chagall, abbandonati alla tristezza. Tanto, “che non si muore per amore, è una gran bella verità”.

“Marc Chagall. Una retrospettiva 1908-1985. Palazzo Reale, fino al 1 febbraio 2015.

Foto: Marc Chagall, Il compleanno, 1915, The Museum of Modern Art, New York.© 2014 The MoMA, New York/Scala, Firenze

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