Baltic Adventure, il ponte tra arte e popolo di Augustas Serapinas da FOROF

In Arte

Fino al 20 giugno 2024 è possibile visitare da Forof a Roma “Baltic Adventure”, la mostra personale di Augustas Serapinas, nello spazio fondato da Giovanna Caruso Fendi nel 2022. Uno spazio artistico fondato per essere luogo di cultura e di interesse sociale nella capitale, presentando mostre di artisti mid-career, ovvero artisti affermati ma ancora intenti nella loro formazione artistica, negli spazi dello storico Palazzo del Gallo di Roccagiovine, di fronte alla Colonna Traiana ai Fori Imperiali, che conserva negli ambienti ipogei i marmi colorati della pavimentazione della Basilica Ulpia e i resti dell’abside orientale del II sec. d.C. Un luogo in cui contenuto e contenitore, vestigia romane e artisti contemporanei, si contendono e condividono la creazione del significato in uno straordinario gioco di rimandi visivi e culturali.

Roma. Dal quartiere San Lorenzo prendo il 71, passo Via Giolitti e la stazione Termini, l’Esquilino e la chiesa di Santa Maria Maggiore, zona Cavour, via Nazionale. Scendo dall’autobus e, a piedi, giungo a piazza Venezia, la famigerata piazza resa vanagloriosa nel ventennio da quello lì, e ora abitata dalle gru e dalle scavatrici. In un attimo arrivo da FOROF, spazio giovane e luogo di cultura, arte e storia fondato da Giovanna Caruso Fendi nel 2022. L’ingresso si presenta spoglio, moderno, visivamente pulito. Due gentili guide mi salutano, prendo i biglietti, prendiamo posto e inizia il video introduttivo di Andrea Purgatori, 16 minuti sulla storia del sito archeologico. Il video si conclude ed eccoci al piano inferiore, dove l’aspetto cambia repentinamente, legno ovunque che neanche Geppetto avesse massacrato Pinocchio, ex tronchi disastrati ripristinati ed impregnati di fissante, simboli del recupero ecologico e del no-waste posti in bilico a simboleggiare la precarietà del periodo storico e della condizione climatica.

Augustas Serapinas, Baltic Adventure, installation view, FOROF, Roma, 2024, ph Monkeys Video Lab


Superato il senso di lutto per il povero bambino di legno, ci dirigiamo nella seconda e ultima sala, figlia di un ritrovamento architettonico incredibile, anche se a Roma un po’ scontato, con le pavimentazioni originali di una piazza un tempo luogo di discussione politica. Un bambino con me al giro turistico anticipa la guida, descrivendo ciò che ci si palesa davanti come “pupazzo di neve!”. Realizzate come le installazioni in legno della sala precedente da Augustas Serapinas, le figure di palle di fango e paglia poi sovrapposte riempiono lo spazio. Il bambino che prima parlava ora è in silenzio, seduto per terra, e con il dito traccia i contorni dei “pupazzi di fango”. Ed ecco che la chiave di lettura me la suggerisce questa scena: politici come pupazzi di fango, goffi ed appesantiti, incuranti dell’allarmante cambiamento climatico, a riempire gli spazi di una sala di marmo. Trovo l’allestimento, da questo punto di vista, geniale, sottile ma tagliente, giocoso, ma duro sulle proprie idee, non facilmente comprensibile, ma simbolico al punto tale da diventare semplice nelle forme. Dalle rovine della Basilica Ulpia ai giorni nostri si muove la sottile critica di Augustas Serapinas, un’argomentazione valida e d’impatto che si esprime nella città del potere e delle istituzioni, al centro delle scelte politiche della nazione.

Augustas Serapinas, Baltic Adventure, installation view, FOROF, Roma, 2024, ph Monkeys Video Lab


Nella stanza siamo in sei. Siamo pochi, troppo pochi per un messaggio così grande, o forse sbagliati, perché abbiamo scelto noi attivamente di ritrovarci in quel contesto, ci siamo svegliati, siamo usciti di casa e per ragioni proprie ci siamo ritrovati in quella stanza circondati da marmo e fango. Questo messaggio non è fatto per noi, non è fatto per le gallerie, né per le grandi mostre in pompa magna, questo messaggio è per il popolo, e noi con il popolo non c’entriamo nulla, no, noi siamo un elitè in quella stanza. Ecco, forse i suddetti pupazzi di fango andavano ricollocati, di fronte al Quirinale, o davanti ad una qualsiasi delle sedi centrali delle varie istituzioni che la città ospita, perché diventassero dibattito e non solo commenti di circostanza.

Augustas Serapinas, Baltic Adventure, installation view, FOROF, Roma, 2024, ph Monkeys Video Lab

Ci si sente inadatti nel fissare quei lavori tanto blasonati da chi sceglie di vederli, ci si sente fuori luogo ogni volta che la galleria che ospita un’opera le impedisce di avere un reale valore sociale. Mi sento in colpa perché sono spettatore privato e pagante dell’arte che dovrebbe essere dialogo col mondo e non con il singolo. La forza umana che caratterizza la capitale non è scindibile dal lavoro di Augustas Serapinas ma, al contrario, andava presa in considerazione per la creazione di un ponte che da troppo tempo manca tra l’arte ed il popolo.

Augustas Serapinas, Baltic Adventures, FOROF, Roma, fino al 24 giugno 2024

In copertina: Augustas Serpinas, Baltic Adventures, installation view, FOROF, Roma, 2024, ph Monkeys Video Lab

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