Sadica battaglia tra maestra e allievo nel nome di Bach e del violino

In Cinema

La bravissima Nina Hoss esalta in “L’audizione”, intensa opera seconda dell’attrice e regista tedesca Ina Weisse, il personaggio di Anna. Insegnante e solista di talento, ma dalla vita infelice e irrisolta, incontra a un’audizione un ragazzo che, a differenza del figlio, ha passione e qualità musicali notevoli. Ma per portarlo a esprimerle, gli infligge fatiche e sfide che avranno esiti drammatici

La tedesca Anna Bronsky (Nina Hoss) insegna violino al conservatorio. Sposata con un liutaio di origini francesi (Simon Abkarian), si è presa come amante un collega musicista e ha un figlio di dieci anni che studia a sua volta violino, con mediocre profitto, tant’è che si diverte molto di più a giocare a hockey su ghiaccio. Insomma, è totalmente immersa nella musica la vita di Anna, ma questo non vuol dire affatto che sia un’esistenza felice. Anzi. Violinista talentuosa ma soggetta a devastanti attacchi d’ansia non appena mette piede su un palco, la protagonista vive la profonda frustrazione di non essere riuscita in alcun modo a incarnare quell’ideale di perfezione che ha sempre inseguito, e che ha cercato invano di imporre anche a suo figlio, con esiti decisamente controproducenti.


Severa fino al parossismo, gelida e scostante, profondamente infelice e annoiata da tutto e da tutti, Anna si risveglia dal torpore il giorno in cui durante gli esami di ammissione ai corsi incontra Alexander, un giovane violinista che gli altri insegnanti vorrebbero scartare, e che lei invece decide di accogliere tra i suoi allievi. Nel ragazzo intravede infatti un talento superiore alla media, e che non deve essere sprecato, in nessun modo. A costo di imporgli esercitazioni sempre più lunghe e faticose, portandolo all’esasperazione, e di trascurare la propria famiglia mettendo in pericolo ogni affetto e legame. Una fissazione destinata a rivelarsi assai perniciosa, e che condurrà a esiti a dir poco drammatici.

Non è certo il primo film a raccontare l’apprendistato musicale come una lotta titanica e violentissima, una battaglia sadica fra maestro (qui maestra) e allievo, una sorta di sfida all’ultimo sangue fra creatività e rigore, passione individuale e dovere scolastico. Di suo L’audizione, opera seconda della premiata attrice, sceneggiatrice e regista tedesca Ina Weisse, sceglie la strada di calarsi il più possibile nella testa dell’insegnante, raccontando in presa diretta i suoi tormenti (la rabbia, la frustrazione, le ossessioni) e solo indirettamente quelli dell’allievo. Una scelta radicale che si rivela però vincente. Perché, se la vedessimo dall’esterno Anna sarebbe semplicemente insopportabile, con la tua totale incapacità di comprendere il mondo ed entrare in empatia con gli altri. E invece siamo dentro di lei, soffriamo con lei, lottiamo con lei, in primis contro il fantasma di un perfezionismo feroce ereditato da un’inquietante figura materna. È attraverso il suo sguardo che vediamo le cose, e attraverso la sua sensibilità ascoltiamo la musica, Bach soprattutto. Ed è nel suo maniacale rigore che finiamo con lo specchiarci, con un senso di vertigine e paura. Il tutto grazie alla magnifica interpretazione di Nina Hoss. Senza di lei, semplicemente, questo film non ci sarebbe.

L’audizione di Ina Weisse, con Nina Hoss, Simon Abkarian, Jens Albinus, Ilja Monti

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