Il piccolo, grande principe

In Weekend

Che cosa c’è dietro l’eterno successo del Piccolo Principe, capolavoro di Antoine de Saint-Exupéry che, nella versione cinematografica di Osborne, in Italia è secondo solo a Zalone?

Nelle classifiche d’incasso nei cinema italiani, in questi primi giorni di gennaio, dietro il super blockbuster Quo vado con Checco Zalone, e a distanza siderale visto il successo incredibile del comico italiano, c’è un cartone animato che esce un po’ dai canoni degli analoghi prodotti hollywoodiani che hanno rivaleggiato per tutto l’autunno a suon di milioni di euro, cioè Inside Out e Minions. È Il piccolo principe, il divertente e ben confezionato cartoon che l’americano Mark Osborne ha realizzato ispirandosi, con i suoi sceneggiatori Irena Brignull e Bob Persichetti, al classico per l’infanzia (e non solo) scritto nel 1943 da Antoine de Saint-Exupéry, scrittore-pilota morto in missione nell’esercito francese anti-tedesco l’anno successivo, libro del quale  sono  da un anno scaduti in Italia i diritti e che ha dunque registrato diverse nuove edizioni.

Sorpresa? Sì, se si considera che in questi giorni in lizza c’erano anche Star Wars 7, il secondo campione d’incassi di sempre al mondo, novità di rilievo come Macbeth con Michael Fassbender e Carol con Cate Blanchett, un altro cartoon di grande successo come Alvin superstar e i due immancabili cinepanettoni di stagione, Vacanze ai Caraibi e Natale col Boss. Meno, se si considera che Il piccolo principe è il terzo libro per piccoli lettori più venduto della storia, con oltre 150 milioni di copie acquistate in tutto il mondo, superato solo da due saghe imbattibili come Harry Potter e Il signore degli anelli. Dunque non deve stupire questo esito, che a parte le indubbie qualità narrative e visive, di ritmo e montaggio del film, si basa certamente sul fortissimo afflusso a base familiare nei cinema che caratterizza i giorni di festa a cavallo del capodanno.

Ma i temi che Saint-Exupéry affronta e rilancia nel suo capolavoro, anche qui al di là dello stile di scrittura che non passa certo di moda, vanno e sono sempre andati oltre il pubblico del bambini. Anche se curiosamente si ritrovano proprio nei migliori prodotti “animati” di questi ultimi anni, come Up o L’era glaciale, declinati in salsa giapponese in più di un titolo del maestro Miyazaki, da La città incantata a Il castello errante di Owl. La curiosità di viaggiare, esplorare, scoprire altri mondi, che accomuna il misterioso piccolo principe aviatore e il suo amico e sodale che ritroviamo assai invecchiato nella storia, sta al fondo della miglior letteratura per l’infanzia, da Jules Verne e alla fantascienza del secondo dopoguerra. Come hanno di certo resistito all’usura del tempo l’analoga voglia e curiosità di scoprire gli altri, di entrare in una relazione preziosa come l’amicizia, per non parlare della fascinazione per la poesia della natura che sempre più si lega in questi nostri anni alla preoccupazione per lo stato di salute, da noi reso pessimo, del pianeta. O forse, più egoisticamente, al nostro pessimo stato di salute, di umani avidi e incoscienti.

E ancora nel film di Osborne trova spazio la dialettica conformismo-libertà, nella vicenda della “piccola ragazza” programmata dalla mamma in carriera a far carriera a sua volta, cominciando dall’immancabile scuola di eccellenza dove deve farsi accettare, che scopre nelle magiche storie di aviazione dell’anziano vicino quello spazio di imprevisto, gioco e sogno, che è una componente insopprimibile della vita non solo dei bambini. E ancora c’è la difficile arte di gestire il rapporto con i propri figli (e, reciprocamente, con i genitori) rispettando le distanze e le differenze di esperienza.

Per la curiosità dei cultori del cinema e delle sue voci, vi segnaliamo infine i nomi, tanti ed eccellenti, dei protagonisti sonori che si possono ascoltare nelle edizioni originale e doppiata. Le mamma ha la voce di Rachel McAdams/Paola Cortellesi, la rosa Marion Cotillard/Micaela Ramazzotti, l’aviatore Jeff Bridges/Toni Servillo, la volpe James Franco/Stefano Accorsi, il serpente Benicio Del Toro/ Alessandro Gassman. In Italia il vanitoso è Alessandro Siani e l’uomo d’affari Giuseppe Battiston.

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