Storia di Garcia de Orta, che raccontò all’Europa le meraviglie dell’Oriente

In Arte

Una mostra e un libro (Franco Maria Ricci editore) raccontano la storia di Garcia de Orta (1501-1568), botanico e medico portoghese in India, attraverso una raccolta di meravigliosi e preziosi oggetti d’arte dall’oriente

C’è una profonda affinità di carattere e di gusto tra Franco Maria Ricci, il raffinato ed eclettico editore, e Garcia de Orta, illustre botanico e collezionista portoghese che visse in Oriente, e soprattutto a Goa, tra il 1500 e il 1568.

E cornice ideale per presentare i Tesori d’Oriente. La camera delle meraviglie di Garcia de Orta è il Labirinto della Masone, la ‘reggia’, il buen retiro che Franco Maria Ricci si è costruito nella campagna della bassa padana, vicino a Fontanellato, dove in un ambiente segreto della Rocca Sanvitale si può ammirare la Camera di Diana e Atteone affrescata da Parmigianino, una delle opere più belle del Rinascimento, che merita senz’altro una piccola deviazione: un peccato non godersela.

Dicevamo, si attraversano campi desolati, quella che era la terra più ricca e fertile dell’Emilia, ormai è ridotta a una distesa di foraggio, perché coltivare grano o alberi da frutta non conviene più; nel paesaggio piatto, l’unica nota diversa e stonata sono immensi campi di pannelli solari che producono energia: i proprietari terrieri vendono all’Enel, tanto per guadagnarci qualcosa.

Gioco da tavolo ripiegabile, India, Costa di Malabar, fine del XVII secolo

Improvvisamente l’orizzonte grigio è interrotto da un muro lunghissimo e impenetrabile di bambù altissimi. Entriamo attraverso una breccia e si apre una grande corte e un palazzo di mattoni rossi con frontoni e lesene di ispirazione rinascimentale, ma costruito l’altro ieri, che custodisce la collezione e l’archivio di Franco Maria Ricci e la mostra temporanea sui Tesori d’Oriente di Garcia de Orta. Dalla corte posteriore si apre l’ingresso all’incredibile Labirinto, in cui se ti addentri davvero, ti perdi davvero. Alla biglietteria, infatti, ti danno un telefono con cui chiamare aiuto per essere recuperati.

La location è ideale per mettere in mostra Cabinet des merveilles, Kunstkammer, camere delle meraviglie, stanze ricolme di oggetti rari, preziosi e originali, motivo d’orgoglio per regnanti, principi e nobili di tutta Europa e di stupore per chi aveva la fortuna di avervi accesso.

Madreperle, avori, pietre dure e altri materiali preziosi compongono i ricchi oggetti istoriati della mostra e del catalogo accompagnati dai testi del bravisssimo storico dell’arte Pedro Moura Carvalho, specialista nella storia delle arti applicate e già deputy director dei musei di arte asiatiche di Singapore e San Francisco.

Il volume, stampato negli eleganti caratteri bodoniani con la consueta cura alla grafica e immagini bellissime sul tradizionale fondo nero, ci propone un viaggio nel Rinascimento a cavallo tra Oriente e Occidente, attraverso oggetti finemente lavorati in avorio, madreperla, pietre dure, tartaruga.

Scrigno cinese in avorio, XVII secolo

Pedro Moura Carvalho attraverso documenti d’epoca di studiosi, esploratori, mercanti, collezionisti ci racconta le complesse relazioni commerciali e culturali tra i territori asiatici colonizzati dai portoghesi, durante l’epoca delle grandi scoperte, di cui il Portogallo stesso fu protagonista, le raffinate manifatture indiane e i collezionisti europei durante due secoli di storia.

È un racconto che parte da lontano, quando nel Rinascimento raffinate opere d’arte realizzate in Asia con materiali esotici giungono per la prima volta in Europa a seguito della colonizzazione, e la sapiente maestria degli artigiani locali suscita la meraviglia di mercanti, viaggiatori e studiosi.

Tra questi, Garcia de Orta, medico portoghese vissuto in India per oltre trent’anni e autore dei Colóquios, un trattato in portoghese pubblicato proprio a Goa nel 1563 e diffusosi poi in Europa in edizioni in latino, italiano, francese e castigliano, riguardante la farmacologia, la botanica e una molteplicità di altri temi, compresi l’utilizzo e le tecniche di lavorazione di quelle materie prime che l’Occidente non conosceva ancora e per cui andava pazzo.

Ampie citazioni dai Colóquios, a cavallo tra scienza e aneddotica, sono raccolte ora nel volume. A quattro secoli e mezzo dalla sua morte, queste inedite testimonianze mostrano la ricerca di Garcia de Orta, eclettico studioso e perfetto uomo rinascimentale, in grado di coniugare in un insieme organico erudizione e curiosità, fonti ed esperienza diretta, scienza e tradizioni.