LA FORMA DEL VUOTO: UNA REINTERPRETAZIONE GIAPPONESE DEGLI SPAZI LIMINALI

In Arte

In occasione della 19. Esposizione Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia 2025, anonymous art project debutta in Europa con due inediti e sbriluccicanti progetti espositivi, con due mostre che riflettono sulla relazione tra arte, architettura e società: la personale LINES by KENGO KITO fino al 28 settembre nella corte del Museo archeologico nazionale di Venezia, e il progetto espositivo Mika NINAGAWA with EiM: INTERSTICE, fino al 21 luglio negli spazi di Palazzo Bollani, due mostre organizzate da anonymous art project a latere del Padiglione Giappone, intitolato In-Between.

Ogni due anni, in occasione dell’inaugurazione della Biennale di Architettura di Venezia, il pubblico dell’arte si spacca in due: c’è chi trema all’idea di vedere l’ennesimo modellino e chi, invece, non vede l’ora di emozionarsi accarezzando con gli occhi gli onnipresenti boschetti in miniatura. Quasi tutti, però, si sentono a loro agio davanti alle installazioni più scenografiche, di facile lettura anche per chi da tempo ha abbandonato il goniometro. Non lontane dall’impressione che fece nel 2019 “Flight” di Roman Stańczak presso il padiglione Polonia, le due mostre collaterali del padiglione Giappone quest’anno sono pronte a sbalordire i visitatori, caricandoli della stessa grazia leggera che caratterizza l’estetica nipponica da millenni.

Kengo Kito, Lines, 2025. Legno, plexiglass, acciaio inox, alluminio. ©kengo kito – ©photo: Joan Porcel


“Lines by Kengo Kito” e “Mika Ninagawa with EiM: Interstice”, collocate rispettivamente presso il Museo archeologico nazionale e all’interno di Palazzo Bollani, nascono per volontà di anonymous art project, un progetto avviato nel 2023 dall’imprenditore e filantropo giapponese Hiroyuki Maki. L’iniziativa mira a diffondere l’arte giapponese nel mondo tramite un modus operandi non canonico, applicando i sistemi di divulgazione, organizzazione e sensibilizzazione propri della tradizione occidentale, proponendosi inoltre come una piattaforma alternativa alla logica del profitto.
Entrambe le mostre raccontano la pratica degli artisti selezionati tramite grandi installazioni site specific. Presso il Museo archeologico, che inaugura la riapertura del proprio accesso indipendente di fronte a Palazzo Ducale, Kengo Kito arricchisce il Cortile dell’Agrippa con un ready made sgargiante: utilizzando un insieme di bacchette di cinque colori diversi, Kito si propone di enfatizzare le linee verticali già pensate nel ‘500 da Vincenzo Scamozzi. Se la poetica dell’artista si basa sul rapporto tra il caos e la sua razionalizzazione, resa possibile tramite l’azione spontanea, il contesto scenografico entro cui questo intervento analitico avviene costituisce in questo caso un rinforzo per la visione e comprensione dell’opera stessa. È importante sottolineare come parte del progetto espositivo, curato nella sua interezza da Masahiko Haito, consista nell’intervento temporaneo di manutenzione sostenuto da anonymous art project, relativo alla parete alle spalle della scultura di Agrippa.

Mika Ninagawa with EiM, “Remnants of Life” 2025. ©mika ninagawa, Courtesy of Tomio Koyama Gallery


D’altro canto, Mika Ninagawa propone a Palazzo Bollani tre installazioni ambientali, ognuna custodita entro una diversa sala espositiva. La prima personale dell’artista in Europa, realizzata con l’aiuto del collettivo EiM (Eternity in a Moment) e curata da Eriko Kimura, riflette la tensione tra materiali artificiali e naturali, enfatizzando in particolare il rapporto tra la natura e le sue imitazioni. Ninagawa, che spesso nella sua ricerca utilizza i fiori sintetici come incarnazione simbolica e tridimensionale delle nature morte classiche, nasce come fotografa e regista. Questo suo sguardo allenato si riflette nelle opere, bellissime e perfettamente instagrammabili, costruite per essere percepite come dei veri e propri gioielli per gli occhi. L’allestimento delle tre opere riflette la condizione del visitatore rispetto al tema ereditato dal padiglione Giappone, intitolato “IN-BETWEEN”. Quest’ultimo, facendo riferimento al concetto di “ma” (ovvero il termine giapponese che designa lo spazio tra due elementi), si propone di articolare le possibili forme del vuoto. Progressivamente quindi, per volere di Ninagawa, il vuoto brillante e inaccessibile posizionato nella prima stanza si trasforma, tramite uno spazio di transizione, in un vuoto più intimo, riempito infine dalla presenza degli ospiti.

LINES by KENGO KITO, a cura di Masahiko Haito, fino al 28 settembre 2025, Museo archeologico nazionale di Venezia – Cortile dell’Agrippa e Sala V
Mika NINAGAWA with EiM: INTERSTICE, a cura di Eriko Kimura, fino al 21 luglio 2025, Palazzo Bollani, Venezia

In copertina: Mika Ninagawa with EiM, “Within the Breath of Light and Shadows”, 2025. ©mika ninagawa, Courtesy of Tomio Koyama Gallery

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