Sinatra, il maschio alfa più celebre della canzone yankee

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Era nato cento anni fa, l’unico cantante al mondo a meritare l’appellativo di “The Voice”. Dieci link per scoprire perché è ancora un Mito

Cento anni, e siamo ancora qui a parlare di lui. Il 12 dicembre 1915 nasceva Frank Sinatra, ovvero il maschio alfa più celebre della canzone americana.

Voce bellissima, occhi incredibilmente azzurri, modi gentili e risoluti al tempo stesso, Frank è stato l’unico cantante al mondo a meritare l’appellativo di “the Voice”, la voce.

E ancora oggi è veramente fantastico riascoltare la sua capacità di “volare” sulle note con sicurezza e furbizia.

Sì, perché alla fine di Sinatra resta la musica, che fa veramente la differenza: il tempo permette di lasciare alle spalle le sue storie di mafia, di potere, di scarso rispetto nei confronti di chi non stava dalla sua parte nella musica e nella vita.

Non era uomo facile Francis Albert Sinatra: quattro matrimoni e decine di flirt con le donne più belle dell’epoca (comprese Ava Gardner e Marilyn Monroe) certificano una vita decisamente movimentata e sempre sotto i riflettori, a cui l’uomo non rinunciava mai.

E anche le sue disinvolte scelte politiche, che lo vedono prima sostenitore di John Kennedy e poi di Ronald Reagan, aiutano a capire che Sinatra era uno di quelli che pensano sempre di aver ragione, ovvero un uomo con un ego a dir poco importante, tanto che la sua canzone manifesto è diventata My way,  ovvero la sua orgogliosa autocelebrazione.

Però era bravo, e nel suo genere sicuramente il migliore: cantante dai toni “classici” da repertorio americano, sa ancora oggi emozionare per stile ed interpretazione. E la sua brillante capacità di intrattenere  il pubblico su un palco faceva il paio con il suo talento per la recitazione, tanto che “il ragazzo” vinse l’oscar come miglior attore non protagonista nel 1954 con Da qui all’eternità.

Insomma, Sinatra a 100 anni dalla nascita resta un grande. Perfetto per fare i fighi a natale con le zie o per farvi un giro mentale negli anni 40 e 50 americani, quando l’American dream creato da chi aveva vinto la seconda guerra mondiale sembrava la cosa più giusta e facile da raggiungere.

Se non lo conoscete, usate i link che vi diamo in allegato: cinque pezzi storici e cinque cover più recenti, per darvi passato e futuro di una voce che resta attuale come il panettone e l’albero di natale: dei classici, di quelli che nella vita si arriva ad odiare e ad amare insieme.

Come Fly with Me è un pezzo scritto apposta per Sinatra nel 1958 e che diede il titolo ad un suo fortunato album. Sentire come la canta lui e poi come la reinterpreta Michael Bublé significa capire la differenza fra l’originale e la copia, quasi come la differenza fra Boninsegna e Icardi.

Fly Me to the Moon Uno standard della canzone popolare americana che Sinatra ha fatto diventare una hit mondiale. La versione tropicale di Astrud Gilberto è meravigliosamente pigra e moderna.

My Way pezzo originariamente scritto in francese, viene tradotto in inglese da Paul Anka e diventa la “sigla” di Frank Sinatra e di tutti gli uomini soli che si credono migliori degli altri. Però è potente, e ancora oggi è un evergreen mondiale. La versione di Elvis è cantata forse meglio che quella di Frank, ma suona strana: Elvis la sua via non è riuscito a seguirla fino in fondo, Sinatra invece…

The Lady Is a Tramp un cavallo di battaglia dei live di Sinatra, che amava giocare molto sul palco con battute e ammiccamenti vari. Quasi a contrasto sentite la versione crepuscolare di Chet Baker e Gerry Mulligan: la signora è vagabonda, ma non è sempre una festa.

Somethin’ Stupid Frank tira dentro sua figlia Nancy nel 1967 per reincidere un pezzo già pubblicato da Marvin Gaye senza grande successo tre anni prima. La magia gli riesce benissimo, tanto che nel 2001 Robbie Williams replica con ironia l’operazione, mettendo al suo fianco Nicole Kidman.

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