Budapest – Milano e ritorno

In Arte

Settantasei opere importanti da Budapest per una mostra che è più un’esposizione. Un suo valore ce l’ha: vedere cose (probabilmente) mai viste prima

Settantasei opere di uno dei più belli e negletti musei d’Europa, creato con il contributo fondamentale di Lajos Kossuth, eroe e pater patriae ungherese, che assommò nella capitale tanti e diversi capolavori. Ma soprattutto grazie all’acquisto delle straordinarie collezioni dei principi Esterházy (da cui il nome per la famosa Madonna di Raffaellopassata a Milano poco tempo fa).

Diego Rodríguez De Silva Y Velázquez. Il pranzo, 1618-1619 c. © Museum of Fine Arts, Budapest 2015
Diego Rodríguez De Silva Y Velázquez. Il pranzo, 1618-1619 c. © Museum of Fine Arts, Budapest 2015

Non troppe persone, nonostante sia una delle città più affascinanti d’Europa, vanno a Budapest. E ancora meno, probabilmente, pensano che il Museo di Belle Arti (o, impronunciabilmente, Szépművészeti Múzeum) sia uno degli scrigni più belli per uno dei più ricchi tesori di arte eminentemente occidentale, ovest-europea.

E allora l’idea del curatore (Stefano Zuffi) è stata quella di portare un po’ di opere da Budapest a Milano. Non c’è però un filo, non si crea una mostra: semplicemente si espone una collezione, già studiata, su cui non si aggiunge niente di nuovo. Anche il titolo è di quelli che stancano, che dichiarano in partenza l’assenza di qualsiasi progetto culturale: da Raffaello a Schiele… E in mezzo?

Giovanni Battista Tiepolo, Apparizione di San Giacomo Maggiore nella battaglia di Clavijo. 1749-50. © Museum of Fine Arts, Budapest 2015
Giovanni Battista Tiepolo, Apparizione di San Giacomo Maggiore nella battaglia di Clavijo. 1749-50. © Museum of Fine Arts, Budapest 2015

Tintoretto, Artemisia, Dürer, Claude, Velasquez, Rubens, Murillo, Canaletto, Cranach, van Dyck, Tiepolo, Rodin, Goya, Manet, Monet, Cézanne, Gauguin. Sono solo alcuni dei nomi dei pittori coinvolti in questa mostra-pacchetto, che però, forse, vale la pena di andare a visitare per vedere opere altrimenti lontane. Anche se nell’epoca di Easyjet tutto, almeno in Europa, si è fatto così vicino che il senso di una mostra del genere – viene da pensare – è ancora più limitato.

Forse l’aspetto più interessante, allora, è che a rotazione anche disegni e bozzetti – di Leonardo, Rembrandt, van Gogh, Parmigianino, Carracci… – costellano le sale della mostra: quelli sì che è difficile vederli, normalmente. In pochi includono nei propri viaggi all’estero una puntata ai dipartimenti Prints & Drawings o ai depositi dei musei…

Andare a Budapest, comunque, rimane un’alternativa più allettante.

 

Da Raffaello a Schiele, a cura di Stefano Zuffi, Palazzo Reale, fino al 7 febbraio 2016

Immagine di copertina: Paul Cézanne,  Il Buffet, 1877-1879. ©Museum of Fine Arts, Budapest 2015

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