Less is more: Leonardo e i ricami damascati

In Arte

Paliotto d’altare detto“delle colombine”, velluto: Milano, 1450-1461, ©Museo Poldi Pezzoli

Una mostra casalinga ripercorre à bon droit le “meravigliose” vicende artistiche della Milano di Ludovico il Moro, lasciando il segno. E lo fa “con poco”

Basta poco alla direzione scientifica del Museo Poldi Pezzoli per allestire una mostra piccola e interessante, attingendo esclusivamente dalla propria collezione, che, come un buon piatto fatto in casa, si lascia gustare per familiarità e semplicità. Sotto il segno di Leonardo. La magnificenza della corte sforzesca nelle collezioni del Museo Poldi Pezzoli è una rassegna organizzata in occasione di Expo, che valorizza il patrimonio cittadino dialogando contemporaneamente con le esposizioni di Palazzo Reale: Arte lombarda dai Visconti agli Sforza e Leonardo da Vinci 1452-1519. Il disegno del mondo.


Il passo da segno a disegno è infatti breve: in mostra sono presenti diversi pannelli esplicativi con riferimenti a opere grafiche; tuttavia, qui si è preferito evitare l’effetto gonna catch ‘em all, cantato nella sigla di un noto cartone giapponese, a favore di un più sensato gonna teach someone. Gli spazi del museo godono della particolarità di alternare opere di pittura e di oreficeria a corredi tessili, solitamente non esposti al pubblico per ragioni conservative, testimoniando l’importanza raggiunta dal ducato milanese nel campo delle arti applicate al volgere del XV secolo.

Così, a celebri capolavori del museo, come il Ritratto di Giovanni Francesco Brivio di Vincenzo Foppa, in bilico tra antichità numismatica e modernità fiamminga, e Il riposo durante la fuga in Egitto di Andrea Solario, animato da caratteri al contempo lombardi, romani e veneti, si intrecciano tessuti e paliotti d’altare. Un frammento di damaschino d’oro bianco, ricamato sul motivo del sempervivum, rimanda agli abiti presenti nei dipinti, come quello della Madonna della Rosa di Giovanni Antonio Boltraffio, recentemente incontrato a Palazzo Marino “sopra il segno di Raffaello“.

Giovanni Antonio Boltraffio Milano 1467 – 1516 Madonna con il Bambino (“Madonna della Rosa”), c. 1485-1487 © Museo Poldi Pezzoli
Giovanni Antonio Boltraffio
Milano 1467 – 1516
Madonna con il Bambino (“Madonna della Rosa”), c. 1485-1487
© Museo Poldi Pezzoli

Mentre stupisce il Paliotto d’altare detto “del Christus patiens”, proveniente dalla chiesa di Santa Maria delle Grazie e individuato come possibile baldacchino della tomba di Beatrice d’Este. Originali rimangono solo i ricami decorativi dell’Imago Pietatis: la testa del Cristo è stata provvisoriamente scucita, così da rendere visibile il pregevole disegno sottostante, ancora senza paternità.

 Paliotto d’altare detto “del Christus patiens”, Milano, XVI sec ©Museo Poldi Pezzoli,
Paliotto d’altare detto “del Christus patiens”, Milano, XVI sec, ©Museo Poldi Pezzoli

Ma non solo i tessuti riservano quesiti e sorprese. Molta curiosità e qualche diffidenza provoca il bronzetto Guerriero con scudo, attribuito alla bottega di Leonardo. Sappiamo che è meglio muoversi coi piedi di piombo quando si tratta di sculture che ruotano attorno al maestro di Vinci: eppure questo piccolo “milite ignoto”, documentato in collezione Trivulzio e presente in un’incisione di uno studio sul monumento equestre di Francesco Sforza, concede un po’ di spazio all’immaginazione, considerato inoltre che Leonardo si sarebbe poi dedicato proprio alla statua equestre di Gian Giacomo Trivulzio.

Intrigante è anche la Madonna che allatta il Bambino, di mano anonima e in parte ridipinta, che talvolta segue esplicitamente la strada tracciata dalla Madonna Litta (vedi il Bambino) e talaltra imbocca sentieri ameni (il parapetto, la tenda, ma anche la Vergine ritratta di profilo).

Molti spunti di riflessione, insomma, in una mostra che con “poco” riesce a dare tanto: un buon esempio per molte sue sorelle maggiori.

Sotto il segno di Leonardo. La magnificenza della corte sforzesca nelle collezioni del Museo Poldi Pezzoli, fino al 28 settembre 2015

Foto: Paliotto d’altare detto“delle colombine”, velluto: Milano, 1450-1461, ©Museo Poldi Pezzoli

(Visited 1 times, 1 visits today)