La vita è meravigliosa con lo Slava show

In Teatro

Gli adulti tornano bimbi, e i bimbi scoprono atmosfere magiche: Slava’s Snowshow è un classico natalizio che non smette mai di sorprendere

Come definire lo spettacolo di Slava Poulonin, in scena dal 1993 e ancora oggi capace di far sognare grandi e piccini? La clownerie di Slava non è semplicemente un esercizio mimico e circense, è l’ingresso in un mondo poetico, surreale, emotivo e visionario che ci accompagna dentro le sensazioni più infantili e metamorfiche di cui sono fatti i sogni dei bambini.

In un tempo e in un luogo imprecisato, i buffi costumi dei clown colorati di Slava, tra atmosfere cangianti di grigio inverno e spazi interiori di meravigli e magia, trasformano il quotidiano vivere dei personaggi in un mondo fatto di malinconia ed incanto, di speranza ed addio, di stupore e tristezza, di scherzo e gioia. La mimica riporta in luce quell’impeto al gioco che è racchiuso in ognuno di noi, in cui prima di parlare si osserva, ci si atteggia, si ride.

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Un letto può diventare un galeone, un cappotto un caro amico da salutare, una banale conversazione telefonica può trasformarsi in un comico scambio di suoni divertenti e giocosi, in cui il pensiero cosciente sembra lasciare spazio alle impressioni, alle sensazioni più pure e libere che rasserenano il più triste dei momenti. Frutto dell’immaginazione di un piccolo osservatore nella culla o di un artista visionario e utopista, il palcoscenico sembra di immergersi in un surreale attimo felliniano, in cui dalla musica evanescente fanno capolino i bagliori colorati e poveri dell’arte semplice e poetica dei clown.

E così lo spettatore si dimentica improvvisamente di essere di fronte ad uno spettacolo perché travolto da fumi, fiocchi e schizzi, bolle e palloni leggeri che trasformano la platea in un mondo a parte, pieno di simboli fanciulleschi, specchio di quell’atmosfera passeggera  ed onirica che la neve porta con sé. I clown in veste gialla creano un teatro che va aldilà della tragedia, della commedia, del mimo, difficilmente etichettabile ma carico di nostalgia, dolcezza, folclore, festa e rito, come attingendo ad un archetipo fiabesco che si nutre di luci e carillon, capace di unire tutti in comune senso d’incanto e di farci ricordare momenti che noi stessi non riusciremmo razionalmente a spiegarci, di pervaderci di una bellezza silenziosa e indescrivibile. Slava Snowshow racchiude in sé la sorpresa delle favole, in grado di sospendere il tempo per un momento e ricordarci che prima di gestire da soli i nostri impegni, di diventare uomini, donne, padri e madri, studenti o lavoratori, qualcuno ci prendeva la mano, ci accompagnava e ci introduceva con saggezza e tenerezza in quel mondo fantastico e meraviglioso che è la vita, raccontandoci una storia che magari non avremmo subito compreso e  affascinandosi con luci, colori e suoni che in fondo in fondo, nonostante il turbinoso e opprimente tran-tran  ordinario, non abbiamo mai dimenticato.

Slava’s Snowshow, creato e messo in scena da SLAVA, al Piccolo Teatro fino al 10 gennaio 

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