Ogni film illuminato: il cinema ritrovato a Bologna

In Cinema, Weekend

Chaplin, Risi, Fellini ma anche i giapponesi, il cinema iraniano d’autore dagli anni 30 ai 70 e Buster Keaton: torna il Festival bolognese Il cinema ritrovato, torna la magia delle proiezioni di una volta, con lanterna a carbone. E sotto quella luce calda, Stefano Bognar, il proiezionista, racconta…

Dal 25 giugno al 2 luglio torna l’appuntamento imperdibile per cinefili, addetti ai lavori, appassionati: il festival del Cinema Ritrovato organizzato dalla Cineteca di Bologna è pronto ad accogliere gente accorsa da tutto il mondo accorsa per godere di film restaurati, pellicole ripescate da archivi filmici, classici imperdibili, colori sfavillanti delle pellicole in technicolor, film muti accompagnati dall’orchestra.

Difficile capire cosa sia l’alchimia che rende il festival così speciale, se la cornice suggestiva, con proiezioni sparse tra i cinema della città e Piazza Maggiore, l’ambiente rilassato o, quasi sicuramente, il programma del festival. Ricchissimo, in grado di soddisfare tutti i palati, dagli archeologi del cinema alle famiglie bolognesi.

Anche quest’anno nel maxischermo della piazza, attivo tutte le sere per tutta l’estate, ritroviamo i titoli più famosi, tra Tempi Moderni di Chaplin, Il Sorpasso di Risi, Amarcord di Fellini, Io la conoscevo bene di Pietrangeli.

Succulento è anche il programma dei film restaurati, tra cui si segnala Der Müde Tod, primo successo tedesco di Fritz Lang, I pugni in tasca, intenso esordio di Bellocchio, Signori e Signori, la commedia all’italiana più pungente firmata Germi e I racconti della pallida luna d’agosto, capolavoro giapponese di Mizoguchi.

Ampio spazio è dedicato a diverse personalità del cinema: Jacques Becker, regista francese poliedrico, di cui si consiglia Le Trou, film potentissimo, Marlon Brando, i fratelli Lumiére, Mario Soldati, scrittore e regista italiano attraverso il quale esplorare la storia del cinema italiano degli anni ’50 e ’60 e Buster Keaton, di cui continua il progetto di restauro portato avanti da diverse cineteche.

Molto interessanti sono anche le riscoperte del cinema iraniano d’autore dagli anni ’30 agli anni ’70 e i film giapponesi a colore del dopoguerra.

Director : Keaton, Buster Year : 1925 Country : USA Color : Black&white Title 2 : FIANCÉES EN FOLIES Title 3 : SIEBEN CHANCES

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Tra i momenti più seguiti e magici del festival, ci sono le proiezioni in piazzetta Pasolini con lanterna a carboni, quando lo spettatore può rivivere un’esperienza filmica fedele a quella originale, cullato dal suono del proiettore e dall’odore dei fumi. Abbiamo incontrato l’artefice di questa magia, Stefano Bognar, il proiezionista che ha ripescato e donato alla Cineteca questo bestione fumante.

Faccio il proiezionista da quarant’anni, da quando avevo quattordici anni ed ho imparato il mestiere proprio con proiettore a carboni. Per me non è nulla di difficile. La prima proiezione, dopo che il proiettore è stato fermo un anno, è sempre la più critica. Passata quella tutto va liscio.”

Tecnicamente, come funziona il proiettore con lanterna a carbone?
Il principio di funzionamento è semplice: abbiamo una coppia di bastoncini di carbone rivestiti di rame, un carbone positivo e uno negativo alimentati continuamente da una corrente continua prodotta da un alimentatore. Tra di loro si forma un arco voltaico, ovvero una intensa emissione di luce. Bisogna mantenere in continuazione i carboni a contatto ad una distanza costante e posizionarli nel fuoco dello specchio posteriore. Altrimenti cambia l’intensità della luce o si rischia che la luce si spenga. All’inizio bisognava mantenere i carboni in asse manualmente, una bella fatica! Poi la macchina li allineava automaticamente. Ma il proiezionista non si può allontanare, deve stare sempre a controllare che i carboni non si spengano.

Come mai è stato dismesso?
Sono subentrati i proiettori con lampada allo Xeno, sicuramente più pratici ed economici. Con una coppia di carboni faccio tre ore di proiezione, una lampada allo Xeno dura 300 volte di più. Poi anche per motivi salutari, volente o nolente il proiezionista respirava i fumi dei carboni. Fino agli anni Novanta nel contratto di lavoro del proiezionista c’era l’obbligo di bere mezzo litro di latte al giorno, per ripulirsi da quello che respirava.

E per lo spettatore che cosa cambia?
Rispetto ad una proiezione con lampade allo Xeno la qualità della luce è diversa, si tratta di una luce più calda, il punto del bianco è differente. Rispetto ad una proiezione digitale… cambia tutto!

Rispetto alle nuove tecnologie digitali che hanno rivoluzionato il cinema, sei un nostalgico?
Personalmente non sono un nostalgico. Io mi occupo di proiettori, anche digitali, è innegabile che il digitale abbia portato i suoi vantaggi. Dal punto di vista della proiezione la pellicola è soggetta all’usura. Mentre la pellicola scorre nella macchina, ad esempio, si elettrizza e attira tantissima polvere. Poi si graffia, si rovina…Un film in formato digitale puoi proiettarlo quante volte vuoi e non si rovina mai. Sicuramente però la qualità che garantisce la pellicola non la ritrovi nel digitale. Non ancora, per lo meno. Penso che la proiezione in pellicola si trasformerà sempre più in proiezione-evento speciale. Per quanto riguarda la conservazione, il supporto digitale non sappiamo quanto durerà. La pellicola garantisce una durata di un centinaio d’anni.

È una risposta sorprendente da parte di un proiezionista. Di fatto però quello che era il tuo mestiere non esiste più.
Eh si, quando ho cominciato io dovevamo studiare un enorme tomo e avere nozioni di chimica, fisica, meccanica, cinema… Questo è un mondo che non esiste più, per questo è importantissimo il compito delle Cineteche, nel conservare i film e garantire un’esperienza filmica che ora non che esiste più.

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