L’antologia underground di Paul Pope

In Letteratura

Dagli Stati Uniti al Giappone, e ritorno: dieci anni con il fumettista americano, tra noir e manga

Con Funziona una volta sola Bao propone il volume della Image Comics The One-Trick Rip-off + Deep Cuts, uscito negli Stati Uniti nel gennaio 2013, e che ripercorre le tappe della maturazione artistica del fumettista americano Paul Pope. Autore, quest’ultimo, entrato nel panorama del fumetto indipendente a soli 22 anni, ma che molti conoscono più che altro per le sue ultime fatiche: 100%, Liquido pesante, Batman: anno 100 e Battle Boy.

Oltre alla crime-story Funziona una volta sola, che dà il titolo al volume, nella sezione “Tagli Profondi” troverete numerose storie brevi sperimentali (adattamenti fumettistici di Rimbaud, Sofocle e altri) e molti manga, tra cui lo spassosissimo (e delirante) SuperTrouble. L’indice sembra frutto di un lavoro d’archivio e ci guida attraverso la produzione di Pope su un doppio binario: geografico, perché seguiamo l’autore da Columbus fino a New York, passando per Toronto e Tokyo; e cronologico, nell’arco di un decennio, tra 1993 e 2001. Ciliegina sulla torta: i colori realizzati apposta per questa raccolta da Jamie Grant, Domin Regan e Jared K. Fletcher.

Tra il 1995 e il 1996 esce, per Dark Horse Present, The One-Trick rip-off , la prima storia contenuta nel volume edito da Bao: è l’occasione, per Pope, di «farsi i muscoli col genere crime», come leggiamo nell’introduzione di Charles Brownstein. I One-Trick sono una gang tra le tante a Los Angeles: stanno a ovest, oltre El pueblo, e Tub è uno di loro. Tub non è solo: con lui c’è Vim, “la ragazza più bella del mondo”. Essere innamorate di un ladro ha, però, delle complicazioni: si è amanti, ma prima di tutto complici.

E Funziona una volta sola si apre proprio con Vim che, nell’intimità di una squallida cameretta, ripassa il piano criminoso e imperfetto elaborato da Tub: i due vogliono fregare un quarto di milione di dollari agli stessi One-Trick. La strategia è di una fallibilità disarmante ed è riducibile in buona sostanza all’antico motto “prendili per la gola”: Vim riempirà di morfina il pollo Masala con nan che i One-Trick si concedono ogni sabato sera, creando così il giusto diversivo. Grazie a questo espediente narrativo (Vim ripete la lezione, incalzata dalle domande del suo Tubby) Pope riesce a farci immergere nel mondo dei due amanti/complici in poche tavole.

Viene allo scoperto un dilemma morale di cruciale importanza: è giusto rubare a dei ladri? I personaggi prendono forma sotto i nostri occhi, a partire dall’adolescenza marginale di Tub, che odiava tutto e tutti, tranne le stelle, fino alle ansie corrosive di Vim, che solo un’improbabile lezione di astronomia mitologica tenuta da Tub sul tetto di casa possono placare.11005899_10152772184589952_1389657029_n

Questo incipit è solo la quiete prima della tempesta: ci racconta le cose come sarebbero dovute andare, ma il telefono squilla e il piano si capovolge perché Tub, che voleva tradire i One-Trick, si ritrova tradito a sua volta. La struttura narrativa alterna, nell’arco di una giornata che non potrebbe andare più di merda di così, scene d’azione frenetiche a momenti di estrema quiete.

È così che Tub, reduce da una carneficina, legato, privo di sensi, sui sedili posteriori della macchina di uno dei capoccia della gang (scena che ricorda l’incipit di un’altra grande serie del fumetto americano indipendente degli anni novanta, Stray Bullets di David Lapham), viene abbandonato come spazzatura nel deserto. Solo e incazzato, Tub si mette in cammino sotto il solo cocente e, visto che in fondo in fondo è incline a un certo panismo, si ritrova a pensare: «Non mi dispiace qui…nessuno rompe».

Le chine dense, i tratti caotici di Pope ricordano Hugo Pratt: la predominanza dei neri viene esaltata dal colori dosati sapientemente da Jamie Grant e Dominic Regan. Gli ambienti loschi e asfissianti della città, con i suoi palazzi diroccati, le sue camere ammobiliate e le sue ombre che sembrano inglobare i personaggi, lasciano di colpo spazio al vuoto del deserto: sette tavole in cui domina un orizzonte caldo, rotto solo da qualche cactus e dalla figura di Tub. Un paesaggio minimale, che crea per contrasto un senso di pace inaspettata: ma è una tregua breve.

Funziona una volta sola è una storia crime o noir classica, fatta di soldi e tradimenti: le amicizie sono più che altro errori, ogni bassezza è lecita. Di spazio per i sentimenti ne resta poco: fanno eccezione Vim e Tub, che si amano alla follia e che si fidano l’uno dell’altra. Ma proprio la reciproca lealtà è all’origine dei loro guai: i due usano il loro amore e la voglia di ricominciare da zero come giustificazione per l’irresistibile caccia alla refurtiva. E così il dilemma «È giusto rubare a dei ladri?» viene risolto con l’abbandono di ogni residuo di moralità.

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Se in Funziona una volta sola è evidente l’influenza del fumetto europeo, in SuperTrouble Pope si mette alla prova creando un vero e proprio manga. Sviluppato in collaborazione con la casa editrice Kodansha, e destinato al mercato giapponese, riprende alcune delle tematiche predilette da Pope: gastronomia, fantascienza e ribellione adolescenziale si fondono creando un mix di imprevedibile coerenza.

Uno dei grandi meriti di Pope è quello di aver sdoganato nel mondo dei comics personaggi femminili mai superflui e anzi protagonisti; le ragazzine di SuperTrouble sono arroganti e sono moleste: nulla di più lontano dalle cosidette “women in refrigerators” di tanti fumetti americani e non, che fanno arricciare il naso (nel migliore dei casi) a tante lettrici e lettori.

Funziona una volta sola di Paul Pope (Bao Publishing, 2014, pp. 288, 29 euro)

Immagine di copertina di D. Robert Wolcheck

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