Diario americano: di antisemitismo, oggi come ieri

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I commenti ad un film, le discussioni su Facebook ma anche l’aumento degli episodi di stampo antisemita in Italia e in Europa correlati alla guerra e alle condotte del guerrafondaio governo israeliano svelano una radice antica che continua a vivere e preoccupare

Dopo la vittoria agli Oscar come miglior film internazionale di La Zona di Interesse, mi sono letteralmente spaventata per alcuni commenti antisemiti di persone famose o meno, soprattutto in Italia. Massimo Ceccherini, per esempio, esprime il suo parere sul film Io, Capitano, a cui ha collaborato, dicendo: “Solo che [Io, Capitano] non vincerà, perché vinceranno gli ebrei…loro vincono sempre”, frase che fortunatamente è stata denunciata da più parti. A ruota, Sabrina Ferilli ha affermato: “Se dovesse vincere l’Oscar ‘La zona di interesse’, so perché vincerebbe, non certo perché è un film migliore di ‘Io, Capitano’. Io tifo Italia, io tifo Garrone”, frase ambigua che invece attende ancora delle spiegazioni chiare.

Poi c’è Internet, gremito di persone che sanno tutto di tutto e che denunciano la vittoria del film inglese dicendo più o meno le stesse cose. L’Italia ha un passato e, purtroppo, uno strascico di cultura fascista per il quale, esattamente come in Germania, dobbiamo tutti essere bianchi, cattolici e eterosessuali.

È proprio per l’antisemitismo, questo odio nei confronti degli ebrei che mio marito, per esempio, è nato e cresciuto negli Stati Uniti. Nel 1938 tutti i cittadini italiani ebrei furono licenziati, tra cui suo nonno, un medico e professore alla Sapienza, e la famiglia si rifugiò  a Chicago, dove si sentiva più sicura. Mia suocera, invece, ebrea ashkenazita, era negli Stati Uniti perché il 90% della sua famiglia, di origine polacca, venne trucidata nei campi di concentramento. Dan ha sempre detto che ogni volta che viene in Italia e salta fuori che è di origine ebraica, sono immancabili frasi antisemite espresse spesso in modo indiretto, ma chiaro.

L’aumento di antisemitismo in Italia e in Europa non è una mia sensazione: un articolo dell’Associated Press descrive l’aumento di atti contro cittadini ebrei in tutta Europa, cresciuti moltissimo dall’inizio del conflitto mediorientale. Il ministero degli interni francese dichiara che dall’inizio del conflitto le azioni antisemite riportate sono stati 1247, tre volte quelli dell’anno precedente. L’ente che se ne occupa in Gran Bretagna denuncia più di 1000 casi, il numero più alto mai riportato, nel mese seguente l’inizio del conflitto. Denunce sono arrivate anche da altri Paesi europei a riguardo, malgrado i loro governi avessero condannato gli atti terribili di Netanyahu.

Anche negli Stati Uniti, dove dopo la vittoria di Trump aumentarono le azioni contro la popolazione ebraica, sta accadendo la stessa cosa: molte denunce sono arrivate dalle scuole, dove alcuni studenti sono stati bullizzati o attaccati. Infatti si è registrato un aumento del 400% di episodi dall’inizio della guerra. L’amministrato delegato dell’organizzazione che combatte ingiustizia e diffamazione, l’ADL, ha commentato: “Quando si crea un conflitto in Israele, subito dopo si riscontrano incidenti di antisemitismo sia negli Stai Uniti che nel mondo” e propone di provvedere sicurezza e supporto alle comunità ebraiche.

L’attacco di Hamas a Israele è stato atroce, ma la risposta di Netanyahu è crudele, inaccettabile e condannata da quasi tutto il mondo. Le immagini che abbiamo dovuto vedere dei giovani israeliani morti ad un concerto come delle migliaia di famiglie palestinesi attaccate quotidianamente sono barbariche, sconcertanti. Città rase al suolo, gente che muore di fame, che cerca di scappare, ma non sa neanche dove andare.

Spesso si confondono le atrocità del governo di un Paese con la sua popolazione: quello israeliano, fascista e guerrafondaio, appoggiato ormai soltanto dal 15% delle persone, non dovrebbe combaciare con l’odio nei confronti di una parte di popolazione, qualunque essa sia. Ho involontariamente aperto una discussione su Facebook qualche giorno fa, scrivendo che l’ondata di antisemitismo in Italia (e nel mondo) mi preoccupa moltissimo. Molti dei commenti, quasi tutti infatti, sono direttamente correlati alla guerra, giustificati con toni maldestri da antiche teorie naziste: il popolo ebraico ha in mano il potere dell’economia, della finanza, delle banche. Fu proprio su queste false notizie che Hitler convinse i tedeschi a eliminarli. Lo stesso accade per persone rom e per le minoranze tutte: basta cucire sulle loro maniche etichette di odio per marginalizzarle e attaccarle.

Io sono convinta che l’antisemitismo, in Italia e nel mondo, è vivo e vegeto, e che ci si nasconda dietro le atrocità di un fascista estremista per rimetterlo sul tavolo. I pregiudizi sugli ebrei ci sono sempre stati, ci sono e ci saranno sempre, indipendentemente da guerre e folli guerrafondai.

Infine, trovo molto desolante l’idea che sempre più persone dei popoli a cui appartengo, sia italiano che americano, ne odino altri, perché l’odio nei confronti di tutta una popolazione nella storia non ha portato che stermini e sgomento.

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