Cercando se stessi in posti preziosi e perduti

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Irène Jacob, Jasmine Trinca e Clive Owen guidano il cast del film n.3 di Giorgia Farina, che nasce commedia con personaggi stralunati ma via via diventa sempre più racconto esistenziale dai risvolti profondi, amari. E gli attori assecondano le sue movenze surreali, a tratti vicine a un reality tv

Una donna un po’ strana (Allegra, Jasmine Trinca) vive viaggiando e raccontando le sue avventure su un blog online. Un ragazzo consegna le pizze (Michele, Andrea Carpenzano). Un uomo inglese (Benno, Clive Owen) beve da una bottiglia di vodka appesa a una finestra della sua stanza. Una signora francese (Brigitte, Irène Jacob) lavora in un ospedale ed è molto fiera del suo italiano. Questi i personaggi chiave di Guida romantica a posti perduti, terzo film di Giorgia Farina dopo il premiato Amiche da morire (2013) e Ho ucciso Napoleone (2015). Sembrano tutti scollegati tra loro, quando in realtà si assomigliano più che mai. La signora francese e l’uomo inglese sono sposati da tanti anni e il ragazzo consegna le pizze alla donna viaggiatrice ed è innamorato perso di lei. Lei ricambia ma non ha il coraggio di lasciarlo vivere a casa sua. 

Ognuno con le proprie particolarità, tutti vivono in un mondo fatto di ricerca interiore, attese, piccole avventure quotidiane. Un incidente di percorso, causato dall’alcolismo dell’uomo inglese, cambia la situazione, e lui si ritrova a viaggiare con la donna un po’ strana in Europa, su una macchina scassata, alla ricerca di una piccola città dove ogni 30 aprile avviene qualcosa di veramente speciale. I nomi dei protagonisti non sono stati menzionati appositamente: questo film, inizialmente, potrebbe essere raccontato come fosse una barzelletta: “ci sono un inglese, un’italiana, una francese e un pizzaiolo”, perché fa ridere. Ridere di una risata sottile, spontanea. A un certo punto della visione, però, lo spettatore si renderà conto che la risata diventa sempre più amara. 

Durante il viaggio di Benno e Allegra, però, non ne succederanno di tutti i colori come ci si aspetterebbe da un film “che fa ridere”: anzi, lo spettatore assisterà a una serie di eventi semi-catastrofici e al limite dell’irreale. Lo scopo del viaggio? Vedere – raccontandolo poi sul blog – tutti i posti perduti che Michele aveva proposto ad Allegra. O, per meglio dire, ritrovare se stessi e il proprio luogo nel mondo. In ogni caso, più che per la trama il film è di godibile veduta e molto interessante per lo sviluppo a tutto tondo dei due protagonisti, in totale dissonanza con i personaggi secondari che restano piatti se non per una scintilla sul finale. La regista sembra voler lanciare un messaggio al pubblico: solo cambiando prospettiva e zona di confort si può iniziare a capire dove si vuole andare e perché. Se si resta fermi in un punto non cambierà mai nulla (o quasi).

Il setting del film è iperrealistico, fin troppo: sembra quasi che i personaggi siano seguiti da una telecamera di un reality tv dove non c’è un canovaccio da seguire, possono parlare liberamente e quel che succede succede. Allo stesso tempo, però, resta un racconto surreale, quasi utopico: le avventure di Allegra e Benno possono certamente accadere nella vita reale ma non possono essere risolte così facilmente come si vede qui. Il che rende ancora più bello il tutto, perché passa dall’essere un “quasi reality show” a “un film da vedere assolutamente” per la sua profondità. La morale del viaggio è che ogni personaggio ha una gran voglia di vivere ma non sa, questa vita, da che parte prenderla, e solo un incontro fortuito potrà aiutarlo a capire (e, nel caso di Allegra, a provare a superare le proprie paure). Così appare molto rappresentativa la scena in cui Brenno e Allegra ballano sul prato, è l’emblema stesso del film, e qui Trinca e Owen danno il meglio di se stessi, dimostrando in tutto e per tutto la loro bravura ed espressività.

Il film è passato alle Giornate degli Autori dell’ultima Mostra di Venezia e la regista l’ha spiegato così: “è lo sfioramento di due anime alla ricerca della chiave di lettura della loro esistenza. Come narratrice il mio desiderio è quello di risvegliare nel pubblico la curiosità e la necessità di concedersi un viaggio alla ricerca dei propri posti perduti nascosti tra le pieghe della vita”.

Guida romantica a posti perduti, di Giorgia Farina, con Jasmine Trinca, Clive Owen, Irène Jacob, Andrea Carpenzano, Teco Celio, Edoardo Gabbriellini

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