Céline Condorelli abbaia ma non morde

In Arte

Un titolo in bilico tra gioco e riferimenti colti – “baubau” – introduce la prima personale italiana di Céline Condorelli.

“baubau” s’intitola la personale di Céline Condorelli (classe 1974), visitabile ancora per qualche mese, gratuitamente, all’HangarBicocca.

celine condorelli
“baubau”. Veduta dell’allestimento. Courtesy HangarBicocca

Il titolo della mostra – preso in prestito da quello di un’installazione creata dall’artista nel 2014 per il caffè della Galerie für Zeitgenossische Kunst di Lipsia – è costruito ripetendo la parola tedesca der Bau (edificio, struttura, ma anche cantiere) e riporta subito alla mente l’esperienza del Bauhaus. In Italia, invece, la parola permette di giocare con i suoni onomatopeici e assume facilmente una deriva ludica.

Il difficile compito di questo buffo titolo (e della mostra) è tenere insieme dieci anni di lavoro e opere molto diverse tra loro: installazioni, video, sculture, strutture semi-funzionali, fotografie e testi scritti, con cui l’artista ha indagato le relazioni tra arte, architettura, politica, società e processi di produzione, disposti nell’immenso spazio espositivo – lo Shed –, che diventa quasi irriconoscibile.

celine condorelli
“baubau”. Veduta dell’allestimento. Courtesy HangarBicocca

Usando una terminologia cara all’artista, Condorelli ne ha infatti alterato le condizioni preesistenti attraverso operazioni che diventano opere d’arte. L’apertura di una finestra inonda lo spazio di luce, la rimozione delle tende che solitamente demarcano l’entrata e l’uscita e la loro sostituzione con due paraventi, e, infine, l’installazione di un ventilatore a estrazione, che fa circolare aria calda, modificano completamente la percezione e la fruizione dell’ambiente.

celine condorelli
“baubau”. Veduta dell’allestimento. Courtesy HangarBicocca

In parallelo a questo tipo di intervento, che riflette sugli aspetti fisici, sociali e culturali dello spazio espositivo – procedimento purtroppo poco comprensibile al visitatore –, nasce una delle installazioni più interessanti presenti in mostra: Nerofumo, opera realizzata con dei pneumatici, creata dall’artista in una fabbrica Pirelli al fianco degli operai, che nell’idea complessiva del progetto «funge sia come registro di questo viaggio sociale e materiale sia come strumento di navigazione nella mostra».

 Céline Condorelli bau bau, Fondazione HangarBicocca, fino al 10 maggio

Foto: baubau. Veduta dell’allestimento. Courtesy HangarBicocca

(Visited 1 times, 1 visits today)