Le Wonder women della porta accanto

In Teatro

Cabaret post femminista di genere con tre scatenate attrici che parlano di qualità

Se siamo wonder non ci considerano woman. Per essere woman dobbiamo attenerci a una sessista normalità. Se abbiamo successo, invece, ci avviciniamo troppo allo stereotipo della diversità: non siamo adatte a vestire il ruolo di donne. Per lo meno quello che gli uomini ci hanno cucito addosso da duemila anni a questa parte.

Wonder Woman è una riflessione caustica sui super poteri delle donne. Quelli che, attribuiti agli uomini, verrebbero semplicemente chiamati qualità. Quali sono le abilità di una donna? Quali i suoi insuccessi? E soprattutto quanti, in confronto a quelli degli uomini? Siamo super potenti o ci è negata la possibilità di agire come dovrebbe essere in nostro potere di fare?
Lo spettacolo di Antonella Questa, Giuliana Musso e Marta Cuscunà ha un retrogusto che richiama le parole con cui Loredana Bertè cantava Non sono una signora, ma al posto della negazione fornisce tutte le motivazioni per cui una donna dovrebbe essere fiera di affermare “io sono una signora”. Il testo prende spunto da un’inchiesta di Silvia Sacchi e Luisa Pronzato, redattrici de La 27esima Ora del Corriere della Sera, e si delinea chiaramente come una performance-testimonianza, un’indagine e una denuncia sociale, secondo lo stile affermato di Giuliana Musso.

wonder woman

Le tre autrici e attrici sono delle perfette Wonder Women, dotate di tailleur prima e di tutina stellata poi, come nella migliore tradizione fumettistica. Le musiche scelte invece attingono esclusivamente al repertorio svedese: perché, dicono le protagoniste, le donne nordiche sono le uniche a essere pienamente considerate pari agli uomini. L’ambientazione è neutra: sullo sfondo tre bambole di pezza aspettano di essere animate dalla bravura di Marta Cuscunà, che le fa diventare tre principesse imperfette, tre donne vere, non filtrate dai pregiudizi della società.

Oltre alle scene dedicate alla satira e alle interpretazioni pungenti di diversi caratteri femminili di oggi, un’intera scena dello spettacolo è dedicata all’analisi di dati e statistiche che dimostrano da una parte i torti ancora subiti dalle donne, dall’altra la loro utilità e indispensabilità all’interno del nostro sistema economico, politico e sociale.

Mentre finora l’unico super potere riservato al sesso femminile è stato quello dell’invisibilità, adesso le doti delle donne si dimostrano essere lo strumento più virtuoso per il superamento della crisi. Sempre che sia loro permesso di usarle, senza negarsi il diritto di essere donne.

Wonder Woman – donne, denaro e super poteri, di e con Antonella Questa, Giuliana Musso, Marta Cuscunà, produzione La Corte Ospitale, al Teatro Elfo Puccini fino al 13 dicembre

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