Nel suo quinto e migliore film, “Forever Young”, passato al Festival di Cannes 2022, Bruni Tedeschi non si vede. Ha deciso di affidare a un’eccellente protagonista, Nadia Tereszkiewicz, il ruolo della giovane aspirante attrice, alla scuola parigina di teatro di Chereau, dove ha iniziato. Una scelta vincente, perché in questo film insieme intimo ed esplosivo, si fondono le parole recitate, i sentimenti gridati, le emozioni vissute. E la ricerca della propria strada attraverso le vite degli altri
Stella, Victor, Adèle ed Etienne, i protagonisti di Forever Young, quinto lungometraggio di Valeria Bruni Tedeschi, sono allievi della scuola di teatro Les Amandiers di Nanterre, diretta da Patrice Chéreau, e stanno facendo le prove per portare in scena Platonov di Anton Čechov. Il teatro è la loro casa e la passione il loro modo di essere, ma sono giovanissimi, fragili, consumati dall’ambizione eppure ingenui, come solo a vent’anni si può essere. Il film segue le loro vicende d’amore e disamore, gli slanci e i terrori, le nevrotiche giravolte esistenziali, componendo un ritratto di attori in un interno che riesce a essere emozionante e commovente. Anche, ma non esclusivamente, per la dimensione autobiografica che contraddistingue il racconto. Avere vent’anni negli anni Ottanta. È quello che è capitato a Valeria Bruni Tedeschi. Un’opportunità, o forse una disgrazia, sicuramente una precisa collocazione spazio-temporale, fra il malefico diffonderesti dell’Aids e la tragedia di Chernobyl.
Dopo aver percorso più e più volte i sentieri dell’autobiografia, raccontando nei film che ha diretto, da Un castello in Italia a I villeggianti, la sua vita e la sua famiglia fin dentro un’intimità scandalosa fatta di tragedie e sofferenze, fra tardive scoperte di paternità e pure e semplici scomparse – come se la morte fosse soltanto una rapida, inessenziale piega nel tessuto dell’esistenza – Bruni Tedeschi sembra buttarsi a capofitto, con immenso coraggio, nel suo film più bello e sincero, spericolato e toccante. Passato con elogi e applausi all’ultimo Festival di Cannes. Se questa volta come attrice non compare, non per questo si ritira umilmente nelle retrovie, ma si sceglie come alter ego la meravigliosa Nadia Tereszkiewicz nel ruolo dell’impavida Stella, mentre affida a un vecchio amore (Louis Garrel) il personaggio del compianto Patrice Chéreau, e a un nuovo ardito amore (Sofiane Bennacer) il ruolo del fragile Etienne.
La vita e il teatro, le parole recitate, i sentimenti gridati, le emozioni vissute, il desiderio di essere sé stessi e di fingersi altri, il bisogno di trovare la propria strada, immaginare la propria vita attraverso le vite degli altri. Tutto questo in un film intimo ed esplosivo, pieno di quell’energia che solo la giovinezza possiede, ma che la maturità, a volte, sa comprendere e raccontare.
Forever Young, di Valeria Bruni Tedeschi, con Nadia Tereszkiewicz, Sofiane Bennacer, Louis Garrel, Micha Lescot, Clara Bretheau