Tramedautore 2019: intervista a Michele Panella

In Teatro

È iniziato Tramedautore 2019 – festival internazionale delle drammaturgie – e abbiamo colto l’occasione per intervistare Michele Panella, direttore artistico del festival negli ultimi due anni

Buongiorno Michele, qual è stato il percorso che ti ha condotto a diventare direttore artistico di Tramedautore?
Ho iniziato diversi anni fa al Teatro della Limonaia, e insieme alla mia mentore, Barbara Nativi, si decise che avrei seguito l’organizzazione del festival Intercity in cui, avendo ottima padronanza della lingua inglese, mi occupai di tutti i contatti internazionali e della comunicazione con le compagnie; da lì nacque la voglia di lavorare sulla direzione artistica. Nei primi anni 2000 lavorai al National Theatre di Londra, presso l’Educational Department, per cui ogni anno a luglio si organizzava un festival per il quale commissionavamo testi a grandissimi autori. Nello stesso periodo mi sono occupato della sezione teatro del Fringe Festival di Firenze. Così ho maturato la passione per la direzione artistica, che, soprattutto se si opera in campo internazionale, permette di avere uno sguardo sul teatro contemporaneo nel mondo, e a questo riguardo sicuramente l’incontro con Tramedautore è stato meraviglioso.

Che eredità ha lasciato la direzione precedente?
Il lavoro di Benedetto Sicca è stato molto interessante per l’apertura verso nuovi linguaggi e nuove connessioni, direzione che abbiamo voluto continuare a rinforzare nell’edizione di quest’anno: troviamo infatti una drammaturgia del movimento e addirittura performance di “drammaturgia nascosta”, nuova formula molto interessante proposta da Chiara Taviani che rientra nei Camp degli Autori, eventi gratuiti realizzati in collaborazione con Mare Culturale Urbano. All’interno di queste iniziative da non perdere è anche l’esperimento di drammaturgia musicale del rapper Diamante, che in due date (il 18 e il 20 settembre) offre un laboratorio di scrittura metrica rivolto ai più giovani.

A proposito di nuovi linguaggi, lo spettacolo di apertura, Madre, si basa su una commistione di forme espressive.
Sì, Madre vede una “drammaturgia del movimento” a partire dalla scrittura del grande autore Heinrich Muller (nello specifico dai testi Mauser e La descrizione di un quadro), le cui atmosfere e spunti di riflessione sono stati tradotti dalla compagnia di Balletto Civile secondo il movimento del corpo in situazioni e immagini.

A proposito della selezione degli autori: come avviene? Com’è avvenuta la ricerca degli autori per l’edizione 2019?
Tanta, tanta lettura! Quest’anno abbiamo attuato un’iniziativa un po’ particolare: è stata lanciata una open call, che era stata utilizzata da Tramedautore diversi anni fa. Abbiamo scelto di riproporla quest’anno per capire cosa sta succedendo nel teatro contemporaneo. Inoltre l’abbiamo lanciata anche perché è molto difficile per compagnie giovani e talentuose farsi notare, soprattutto considerando che l’Italia è veramente divisa in due, se non in tre, tanto che per una compagnia del sud spesso è difficile farsi conoscere al nord. L’open call ha avuto grande successo: ci sono arrivate trecento proposte, che sono state tutte vagliate, con un imponente lavoro di lettura dei testi, durato diversi mesi. Una guida nella selezione è sicuramente stata fornita da Angela Calicchio, che ha fondato Outis ed ha un occhio molto attento sia per quanto riguarda la memoria storica sia per le novità in campo teatrale. A volte poi può succedere che la selezione avvenga attraverso premi di drammaturgia: io stesso sono in alcune commissioni come giurato, quindi mi capita talvolta di notare un bel testo o un autore interessante.

Sono molti quest’anno gli autori del Sud.
Sì, quest’anno in particolare c’è anche Focus Sicilia, l’ultimo weekend, a chiusura del festival. Si parte dalla Babel Crew che porta in scena Volver, spettacolo che ha anche vinto l’ultimo MigrArti; segue Storia di Giulietta, dell’autrice Beatrice Monroy, che presenta una storia ribaltata: quella di una madre e di una figlia di origine italiane ma che vivono in Libia e che dopo l’editto di Gheddafi sono costrette a lasciare il paese, mettendo così in scena sradicamenti che possono avvenire a qualsiasi livello. Oggi più che mai abbiamo infatti bisogno di incontri di culture, per conoscerci e imparare a rispettarci! Chiude infine il Focus Sicilia il palermitano Rosario Palazzolo con La veglia, in cui vediamo l’attore Filippo Luna nei panni di una donna. Ricordo inoltre che tutti gli spettacoli presentati a Tramedautore sono in prima lombarda.

Ci sono inoltre anche autori stranieri, dal Kosovo ad esempio.
Esatto, quest’anno ci siamo concentrati sul Kosovo, anche perché Jeton Neziraj è un grande autore che avevamo già visto quest’anno a Matera 2019, in cui è stato drammaturgo di Humana Vergogna. Lo spettacolo selezionato per Tramedautore, oltre ad essere una prima nazionale, ha come tema l’incontro di culture in Europa. Il titolo in italiano è Uno spettacolo per quattro attori, dei maiali, delle mucche, dei cavalli, un primo ministro, la mucca della Milka e alcuni ispettori locali e internazionali. E’ uno spettacolo surreale sul fatto che dopo la Brexit si è liberato un posto in Europa e i candidati sono proprio il Kosovo e la Serbia, che tuttavia, per entrare, devono rispondere a tutti gli standard europei. A tratti lo spettacolo può far pensare a La fattoria degli animali, perché è ambientato in una macelleria-mattatoio con animali parlanti dove le mucche, prima di essere macellate, devono compiere un complicato percorso. Lo spettacolo fa ragionare e sorridere sulle difficoltà che questi paesi a noi così vicini, ma anche così lontani, stanno cercando di affrontare per sentirsi parte di un progetto politico molto più ampio.

Anche Making of vede l’intervento di attori internazionali.
Making of, che fa parte dei Camp degli Autori, è uno spettacolo molto particolare perché nasce dalla collaborazione tra autori francesi, rumeni ed italiani, con coordinatore Andrei Feraru. E’ un incontro di diversi artisti sulla scrittura di un nuovo testo per realizzare una complessa opera drammaturgica che mescola le lingue: francese, romeno, italiano, inglese, tedesco, siciliano, arabo, latino. E’ una sorta di conferenza-spettacolo che anticipa uno spettacolo sulla gioventù europea.
Un’attività del festival cui poi tengo moltissimo è il Tavolo Export. Per gli artisti italiani infatti è purtroppo molto difficile farsi conoscere all’estero e questa è una delle nostre mission: far conoscere, promuovere e divulgare la drammaturgia italiana negli altri paesi. L’anno scorso avevamo deciso dunque di fare un esperimento invitando i tre maggiori traduttori drammaturgici da Germania, Spagna e Belgio. Il traduttore diventa infatti una sorta di “ambasciatore” dell’autore nel paese straniero e i risultati sono stati ottimi, con pubblicazioni, messe in scena e traduzioni. Quest’anno, anche in virtù del tema e delle lingue che volevamo coinvolgere, abbiamo invitato la maggiore traduttrice dall’italiano all’arabo e dall’italiano al russo per facilitare anche l’esportazione della nostra drammaturgia in paesi con queste lingue.

Diffondere il teatro all’estero dunque, ma anche in Italia, con prezzi agevolati e accessibili a tutti.
Quest’anno abbiamo più di trenta convenzioni, trenta possibilità che permettono a tutti di poter accedere, vedere e riflettere su quello che gli presentiamo. Speriamo dunque di dare il nostro contributo, visto che Tramedautore è anche il festival di apertura della stagione e ci piace pensare che sia un modo positivo per far iniziare questo nuovo anno “scolastico”.

Di seguito il link al programma di Tramedautore 2019