Shammah: sono tutti miei figli

In Teatro

La ricca stagione del Parenti in un intreccio di linguaggi e stili. Largo ai giovani partendo da Albertazzi e il capitolo Brecht. E Filippo Timi stavolta sceglie gli abiti maschilisti di “Casa di bambola”

Se esiste un luogo che si possa definire “un teatro come gli altri” senz’altro non è il caso del Franco Parenti. A partire dalla sua spazialità quasi labirintica, questo teatro fra l’accogliente e lo stregonesco invita e ammalia allo stesso tempo, e qui si percepisce più che altrove la natura magica dell’arte del palcoscenico. E se quella a cui abbiamo assistito il 22 giugno è stata la presentazione di una stagione teatrale, è stata anche altro. Si è trattato di un incontro a suo modo informale, che ha riunito coloro che hanno sottoscritto la Parenti Social Card, una tessera nata quest’anno che dà diritto a numerosi privilegi, quali anteprime e incontri con gli artisti.

Ci si trova seduti in cerchio (o meglio, in quadrato) su panche coperte da cuscini rossi, con Andrée Ruth Shammah che va in giro a chiedere di stringersi, a fare cenno a chi cerca ancora un posto. “E’ la prima volta da molti anni che mi metto un vestitino, una gonna…” comincia, perfettamente a suo agio nel ruolo dell’anfitriona. Seduti intorno a lei e alle sue spalle ci sono coloro che lei chiama immediatamente in causa come “figli d’arte”; i suoi collaboratori, ma soprattutto i giovani artisti che la fanno da padrone nella prossima stagione del Franco Parenti.

Filiazione, ecco il tema principe della serata. Tale vuole essere la vocazione di questo teatro, e Andrée Ruth Shammah lo sottolinea con calore in più occasioni. Filiazione di giovani talenti che dopo aver partecipato a spettacoli prodotti dal teatro ne propongono di propri, come Francesco Brandi, che dopo il successo ottenuto nel Malato immaginario con la regia della Shammah, è ora in stagione con un suo testo, Per strada, per la regia di Raphael Tobia Vogel. E filiazione di artisti che dopo aver realizzato spettacoli prodotti del Parenti sono ora ospitati in cartellone con produzioni di altri teatri.

In generale, un costante atteggiamento di promozione delle nuove generazioni teatrali perché, come sottolinea la Shammah, “Si diventa importanti, non si nasce importanti”, e il teatro non si fa solo coi “nomi”. Il fatto poi che alcuni artisti parteciperanno a più di uno spettacolo in stagione contribuisce a creare quella rete di collaborazioni ed esperienze condivise a cui più volte si fa riferimento nel corso della serata.

Particolare il momento in cui la direttrice del teatro, mentre si accingeva a presentare una delle giovani protagoniste della prossima stagione, vede arrivare Giorgio Albertazzi ed esclama: “Eccolo il più giovane!”. Albertazzi (in scena dal 23 giugno con Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar) prende un momento il microfono, rivolge un ricordo a Laura Antonelli, appena scomparsa, e si inserisce nel discorso per affermare: “la giovinezza non ha età. Il palcoscenico è un luogo di libertà, guai a considerarlo un luogo di costrizione. Il problema, per me, è quando devo scendere dal palcoscenico!”.

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La padrona di casa passa poi il microfono ai giovani protagonisti della stagione, fra gli altri Fabio Cherstich, che introduce I riverberi del corpo, una rassegna che si terrà dall’1 al 12 luglio e che attraverso le arti visive, la performance e la danza indagherà, all’interno del teatro ma anche nell’ex piscina Caimi, che presto allargherà gli spazi del Franco Parenti, il tema del corpo. Fra gli artisti che prenderanno parte a questo appuntamento ricordiamo i pittori Danilo Buccella e Nicolò Bruno, la performer Laura Cionci, la videomaker Anna Franceschini, e poi Tommaso de Luca, una coreografia di Francesca Penzo, che si esibirà in coppia col padre, la compagnia Atropos, Annagaia Marchioro che porterà in scena un frammento ispirato al romanzo di Amelie Nothomb Biografia della fame.

Intanto, inaspettato come tanti momenti di questa serata davvero poco ufficiale, è arrivato Filippo Timi, protagonista dello spettacolo che, a detta della stessa Andrée Ruth Shammah, sarà “il centro della stagione”, Casa di bambola di Ibsen, l’unica nuova regia della Shammah in cartellone. L’intervento dell’attore è pienamente nel suo stile, entusiasta, coinvolgente e realmente commosso. Parla di come è nata la collaborazione con la regista, della scelta del testo (“Ero convinto che avremmo fatto Testori, e invece…”), fino alla descrizione del suo “primo appuntamento” col testo stesso, di cui Timi interpreterà tutti i personaggi maschili. Prendono la parola, fra gli altri, Francesco Brandi e Benedetta Barzini, per la quale, ricorda la Shammah, Franco Parenti aveva una grande passione.

Una serata mossa, accattivante, che cerca di far comprendere quale energia animi l’attività del teatro più che descrivere minutamente tutti gli spettacoli della stagione. Mentre gli interventi si alternano dei gruppi di spettatori vengono invitati ad assistere ai lavori in corso presso l’ex piscina Caimi, e dopo lo spettacolo viene proiettato un breve video di Raphael Tobia Vogel, che restituisce in modo intelligente la sua visione sulla natura di questo teatro.

A dir poco ricchissima, come sempre, l’offerta del Franco Parenti per la prossima stagione. Dopo le già ricordate Memorie di Adriano, per la regia di Maurizio Scaparro, in scena dal 23 giugno al 2 luglio, si prosegue con La sirena, tratto da un racconto di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e interpretato da Luca Zingaretti, il 6 e 7 luglio, per concludere la fase estiva, dall’1 al 12 luglio, con Il marito di Lolo, con Pietro Micci, ispirato alla vita della pornostar Lolo Ferrari.

Durante il mese di settembre assisteremo a un’interessante rassegna dedicata a Brecht, che vedrà alternarsi creazioni originali come Über Baal, ideato e diretto da Giuseppe Isgrò, in scena dall’11 al 15 settembre, e BrechtTime, scritto e diretto da Tiziano Turci, dal 23 al 27 dello stesso mese, e testi brechtiani quali La madre, diretto da Carlo Cerciello, dal 12 al 14, Vita di Edoardo II d’Inghilterra, per la regia di Andrea Baracco, dal 16 al 18, L’eccezione e la regola, diretto da Luigi Guaineri con gli allievi del laboratorio teatrale del Museo d’Arte Paolo Pini, dal 16 al 18 e Terrore e miseria del Terzo Reich per la regia di Fabio Cherstich dal 23 al 27.

Fra le prime nazionali che arricchiranno questa stagione, oltre ai già citati Casa di Bambola con Filippo Timi e Marina Rocco, diretto della Shammah, in scena dal 26 gennaio al 24 febbraio e Per strada di Francesco Brandi per la regia di Raphael Tobia Vogel, dal 12 al 24 gennaio, segnaliamo Bull di Mike Bartlett, nella traduzione di Jacopo Gassmann, ancora per la regia di Fabio Cherstich, il 26 e 27 febbraio e dal 29 marzo al 17 aprile, e BAD and breakfast, scritto e diretto da Rosario Lima, in programma dal 7 giugno al 3 luglio con Anna Della Rosa e Ugo Giacomazzi, entrambi in scena anche nella ripresa di Peperoni difficili, testo e regia di Rosario Lisma, dal 23 settembre all’11 ottobre.

Fra le altre interessanti produzioni del Teatro Franco Parenti ricordiamo Vecchi per niente, un progetto di Nicola Russo ispirato a James Hillman, con protagonista Benedetta Barzini nei panni di un’insolita novantenne, in scena dal 15 ottobre al 1 novembre, Il malato immaginario diretto dalla Shammah con Gioele Dix e Anna Della Rosa, dal 23 novembre al 20 dicembre, Il lavoro di vivere (foto) di Hanoch Levin, sempre diretto dalla Shammah, dal 24 novembre al 13 dicembre con protagonista Carlo Cecchi, che firma anche la regia de La dodicesima notte di Shakespeare, in coproduzione con Marche Teatro, ripresa dal 26 febbraio al 6 marzo.

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Per la rassegna di danza il 16 e 17 ottobre andrà in scena Rolling idols di Susanna Beltrami, Fenêtres di Mathurin Bolze il 21 e 22 ottobre e Barons Perchés, sempre di Maturin Bolze, il 23 ottobre.

Per quanto riguarda le ospitalità di altre produzioni senz’altro da ricordare è Siamo tutti in pericolo. L’ultima intervista di Pier Paolo Pasolini, un progetto di Daniele Salvo prodotto da La Fabbrica dell’Attore – Teatro Vascello, basato sull’ultima intervista che Pasolini concesse, il giorno stesso del suo assassinio, in scena dal 27 al 31 ottobre; e poi In memoria di una povera signora di Giuseppe Patroni Griffi diretto da Francesco Saponaro, dal 17 al 22 novembre. Un appuntamento particolare sarà poi Provando… dobbiamo parlare, un lavoro di Sergio Rubini che condivide la scena con Fabrizio Bentivoglio e Isabella Ragonese, e che sarà in scena a Milano solo qui al Parenti dal 15 al 24 gennaio.

Come non ricordare poi l’ormai storico Mi voleva Strehler di Umberto Simonetta e Maurizio Micheli, che torna al Parenti dal 15 al 31 dicembre.

Altri “nomi” ospiti del teatro saranno Beppe Severgnini col suo La vita è un viaggio dal 15 al 17 gennaio per la regia di Francesco Brandi, Antonio Cornacchione diretto da Eric Civanyan in Ieri è un altro giorno dal 26 dicembre al 6 gennaio, Gianfelice Imparato dal 26 gennaio al 14 febbraio in Fratelli di Dorine Holler; e poi Corrado Tedeschi con L’uomo che amava le donne. L’amore secondo Truffaut dall’1 al 18 ottobre, Filippo Dini, che oltre a dirigere il checoviano Ivanov dal 2 all’11 ottobre, tornerà in scena con Adriana Scommegna nello spettacolo scritto e diretto da Giampiero Rappa Il coraggio di Adele, dall’8 al 18 settembre. Un altro appuntamento checoviano sarà poi Vita dolorosa. Tre compleanni falliti liberamente tratto da Tre sorelle, adattato e diretto da Roberto Rustioni.

Tre gli appuntamenti per la rassegna Variazioni sul mito, Edipo in compagnia scritto e diretto da Alberto Bassetti con protagonista Paolo Graziosi dal 12 al 24 gennaio, Medea da Christa Wolf con Elisabetta Vergani diretta da Maurizio Schmidt, dal 26 gennaio al 7 febbraio e infine Cassandra O del tempo divorato, scritto, diretto e interpretato da Elisabetta Pozzi, in scena dall’1 al 13 marzo.

Ci sono poi gli apprezzatissimi reading di Fabrizio Gifuni, che propone dall’11 al 15 novembre Lo straniero di Albert Camus, Un certo Julio (da Julio Cortazàr) il 12 e 13 maggio e Ragazzi di vita di Pasolini dal 25 al 27 maggio. Altro accattivante racconto scenico sarà poi dal 9 febbraio al 6 marzo Il ballo con Sonia Bergamasco, che si è ispirata per questa messa in scena all’omonimo romanzo di Irène Némirovsky.

Segnaliamo infine fra le altre produzioni ospiti Non c’è più acqua fresca di Renata Molinari e Giuseppe Battiston, che sarà anche regista e interprete, in scena dal 19 al 23 aprile, e Buena onda di e con Rocco Papaleo, presente in cartellone dal 17 al 20 marzo.

E se durante tutta la presentazione il fuoco è stato sui giovani e sui figli d’arte, verso la fine della serata Andrée Ruth Shammah non ha potuto fare a meno di citare i suoi maestri, Giorgio Strehler e Paolo Grassi, ricordando che il teatro milanese del dopoguerra ha ricominciato dall’esperienza del Piccolo Teatro che rimane (“il Piccolo di allora”) imprescindibile riferimento culturale di questa città.

(foto di Fabio Artese)

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