Sanremo, Colapesce e Dimartino e la pandemia

In Musica

Il Festival è sempre il Festival. Ma quest’anno lo è un po’ di meno perché il cast è superiore alla media degli anni scorsi. L’edizione 2021 schiera una selezione di musicisti poco nazionalpopolare: Coma Cose, Extraliscio, Fulminacci, Ghemon, Lo Stato Sociale per citarne alcuni. Effetto Covid?

Un’assurdità in più o in meno, che differenza fa in questo periodo pandemico? Tutte e nessuna. Parlando di Sanremo 2021 viene naturale dire “tutte”, perché già di per sé il carrozzone del Festival è un gigantesco non-sense che tutti gli anni deve montare una panna invadente e gigante per farsi notare nelle nostre amene vite quotidiane. Non abbiamo tempo per fare tutto, ma dobbiamo avere tempo per vedere una messa cantata di durata media di cinque ore a sera dove si succedono gag antiquate, brutte canzoni e sponsor invadenti. No grazie, come si era già detto gli scorsi anni.

Ma con la pandemia ancora in corso, il discorso un po’ cambia: da un lato l’assurdo diventa ancora più “medievale” – ma vi pare che io non possa uscire dopo le 22 e debba vedere (ancora!) in TV Orietta Berti??? -, dall’altro l’essere costretti a casa senza poter andare a concerti, cinema e teatro da mesi fa decisamente incazzare, ed avere il circo mediatico che bussa alla porta con la faccia di Amadeus non aiuta a rilassarsi.

Però, quest’anno c’è un però. Non si può negare infatti che il cast in questa edizione 2021 sia superiore alla media e che, soprattutto, è stato fatto uno sforzo per dare voce e visibilità a musiche e artisti che sono effettivamente vivi nel nostro paese. L’unico “sepolcro” (lo dico con rispetto per la signora) è la già citata Orietta Berti, mentre in gara si trovano nomi come Colapesce e Di Martino, Coma Cose, Extraliscio, Fulminacci, Ghemon, La rappresentante di lista, Lo Stato Sociale, Madame, Maneskin, Malika Ayane, Max Gazzè, Willy Peyote. Se vi immaginate il palco del Magnolia e non quello dell’Ariston…. non vi state sbagliando. 

La selezione di un cast così poco nazionalpopolare può avere diverse motivazioni: ovviamente quella artistica (andiamo oltre, osiamo, tanto ci guardano comunque), ma anche quella legata al fatto che la totale assenza di spettacoli live anche per i prossimi mesi ha azzerato il potere nascosto e subdolo degli impresari che organizzano le serate di musica italiana nella piazze estive, e che spingevano parecchio per avere in gara qualche vecchia cariatide in grado di fare comunque pubblico nelle sagre del capocollo o delle rane salterine. A volte la pandemia può fare del bene. Incredibile, ma vero.

E poi c’è naturalmente la politica, che con la Rai c’entra sempre e che quindi è legata a doppio filo al Festival. Beh, quest’anno la politica aveva cose più importanti da fare di Sanremo (se non intervenire giustamente per dire che non poteva esserci il pubblico) e quindi non se ne è occupata. Ed ecco che la consueta valanga di raccomandazioni sui cantanti si è drasticamente ridotta. 

Non solo. Nei periodi di incertezza politica (cambi di governo) in Rai non si trova un dirigente disposto a firmare l’acquisto di una matita, tanta è la paura di sembrare di uno schieramento o di un altro. E in questo gigantesco buco decisionale, Amadeus e il suo gruppo di lavoro hanno potuto paradossalmente lavorare con maggiore libertà.

E quindi, vale la pena guardarlo questo Festival? Ovviamente no, anche perché senza pubblico sarà tutto freddo e fuori luogo e tempo. Certo, non avere in platea gli odontoiatri liguri e le loro mogli (o amanti) impellicciate sarà un vero peccato (…), per non parlare dei vip che si sporgono sorridenti al primo balenare di telecamera. Ma ogni spettacolo senza pubblico è vuoto, gli manca qualcosa. E quindi, senza pubblico, la Rai avrebbe dovuto avere il coraggio di non fare il Festival, o di spostarlo in uno studio televisivo. Ma fare il Festival fuori Sanremo era impossibile per i contratti con il Comune, gli sponsor etc. etc. 

Sanremo 2021 sarà una gigantesca boccia per pesci rossi dove si agiteranno cantanti e conduttori, con il mondo che li guarda da fuori sui monitor delle tv e dei pc: anche i giornalisti inviati sul posto non potranno entrare all’Ariston, se non per la conferenza stampa del mattino.

Quindi il consiglio è il solito: passate le vostre serate guardando un film, la vostra serie preferita, leggendo un libro, chiacchierando con amici e parenti… e il giorno dopo, ad orari normali guardatevi su Rai Play le canzoni più interessanti e gli (eventuali) momenti clou. È già un momento difficile, non fatevi del male anche con il Festival.

Foto di Jacopo Farina