Per una moda eco-sostenibile: Sustainable Thinking

In Arte

Il museo Salvatore Ferragamo di Firenze mette al centro il concetto di “sostenibilità”, declinandolo tra moda e arte

Il pianeta durante il Lockdown ha parlato forte e chiaro: mentre eravamo sotto assedio di un virus invisibile, invitati a non lasciare le nostre abitazioni, la natura stava lentamente riprendendo i suoi spazi. I cieli e l’aria erano tornati tersi anche nelle grandi città, gli animali si sono spinti fino ai centri abitati, è tornata a volare persino l’aquila reale su Milano e Venezia non ha mai visto l’acqua dei canali così limpida.

Il risultato ambientale di una inattività antropica è stato evidente per tutti e ha fatto decisamente riflettere, ponendo l’accento in modo ancora più deciso sulla necessità di orientare le attività umane verso un concetto di rispetto maggiore, in termini di sostenibilità.

Joseph Beuys, Difesa della natura, 1984. Grafica in offset a colori. Foto © Buby Durini © Archivio Storico De Domizio Durini. Prestito della collezione privata e dell’Archivio Storico Baronessa Lucrezia De Domizio Durini, Bolognano (Pescara)

“Sostenibilità” è un termine nodale anche nel settore della moda, che assieme alla cultura è uno fra i più piegati nella crisi produttiva causata dal Covid-19. In questo il Gruppo Ferragamo è stato lungimirante, abbracciando una linea aziendale che prevede dal 2014 un Green Team aziendale interno, volto a fare ricerca su tematiche sensibili all’ambiente e all’impatto globale.

In quest’ottica, la mostra Sustainable Thinking, promossa dal Museo e dalla Fondazione Ferragamo insieme al Comune di Firenze, diventa un’ottimo pretesto per concedersi finalmente un piacevole weekend fuoriporta, all’insegna dell’arte e di un’attenzione poetica, ma soprattutto attiva, verso la produzione di manufatti artistici e tessili eco-friendly.

Prorogata eccezionalmente dal periodo appena lasciatoci alle spalle fino al 16 Gennaio 2021, Sustainable Thinking nasce grazie alla sinergia fra artisti , famosi designer del settore moda e aziende produttive nel tessile, il tutto abilmente curato da Stefania Ricci, che ha ideato anche il percorso espositivo, articolato in più sedi nel cuore di Firenze, fra lo spazio principale di Palazzo Spini Ferroni, Palazzo Vecchio e il Museo Novecento.

Il percorso si articola in dieci sezioni legate al tema della sostenibilità espressa attraverso arte e moda. La prima sala si apre con Invasion e Colorful line C, opere site specific di Pascale Marthine Tayou: attraverso un linguaggio fatto di contaminazioni materiche, la plastica domina come elemento, invadendo lo spazio espositivo con una nuvola di cannucce colorate che dal soffitto di espandono, come rampicanti, fino ad inglobare le sculture trasparenti di cristallo, che poggiano su tronchi di legno riportanti le coordinate dei punti geografici maggiormente inquinati del Pianeta.

Pascale Marthine Tayou, Invasion, 2019. Courtesy of the artist and Galleria Continua, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana

In contrasto con l’utilizzo di materiali leggeri, la sensazione visiva è invadente. Il parallelismo con l’emergenza climatica causata dalla plastica è forte e introduce sin da subito a un approccio visivo che genera collegamenti percettivi e mentali nel fruitore.

La seconda sala è dedicata a Salvatore Ferragamo ed entra nel vivo della sua idea di moda: i materiali a lui più cari sono protagonisti e fa pensare quanto fosse eclettico, ma anche già sensibile al vestire la moda di “natura” e naturalezza. Settantasette paia di scarpe di sua creazione, fra gli anni Trenta e fine Quaranta/Cinquanta, spiccano su un allestimento costruito come un archivio, con cassetti fruibili che rivelano bozzetti, progetti, materiali, filmati e brevetti.

Si prosegue con Trasformazione, in cui entrano in gioco famosi ed emergenti designer del settore moda, con la complicità delle aziende tessili, per il confezionamento di abiti e modelli creati con materiali “trasformati”, tornati a nuova vita e nuovo utilizzo.

Salvatore Ferragamo, Prototipo di scarpa in due pezzi, 1935-1938. Feltro cucito a patchwork, tacco ricoperto in capretto, Firenze, Museo Salvatore Ferragamo


Cesellano questa sezione le opere di El Anatsui (Ghana) e Shella Hicks (USA), fra le creazioni nei più disparati materiali riciclati ed eco compatibili, come filati ottenuti da reti da pesca, materiali plastici, pellami recuperati. Fra le proposte dei Designer del calibro di Eileen Fisher, Maria Sole Ferragamo, Ecoalf, Bottletop, spicca quella di Chain, un marchio di abbigliamento argentino. L’abito si chiama “23” ed è ispirato al tema della migrazione: si compone di 23 indumenti, che sono il numero di capi portati in valigia dalla nonna della stilista, quando emigrò dall’Europa all’Argentina. 23 è realizzato con lini e cotoni grezzi e i bottoni sono realizzati totalmente in legno riciclato.

Il percorso continua, passando per tematiche legate all’artigianalità e recupero di tradizioni antiche, quasi soppiantate dalla velocità delle macchine industriali, innovazione, arte, tecnologia, scienza, cultura della diversità e si conclude con l’ultima sala, dedicata al ritorno alla natura.

Particolarmente rilevanti, l’opera di Paola Anziché Pensiero Naturale, nella quinta sezione dedicata agli intrecci assieme a quelle di Piero Gilardi e Michelangelo Pistoletto, nell’ultima sezione.

Michelangelo Pistoletto, Terzo Paradiso, 2013. Cartone pressato e filati. Biella, Cittadellarte – Fondazione Pistoletto Onlus

La mostra gioca costantemente con il fruitore, invitato a interagire con le opere attraverso il tatto e la vista, immergendolo in atmosfere di luce profusa di diverse tinte. Prosegue poi con eventi e talks presso gli spazi espositivi satelliti, a Palazzo Vecchio e presso il Museo Novecento di Firenze, offrendo spunti e riflessioni attorno ai concetti chiave di sostenibilità, moda, arte, fotografia e didattica.

L’esperienza e il proposito della mostra serba in seno la speranza e missione di estendere quanto visitato anche fuori dalla visita, per offrire a tutti l’opportunità di iniziare o continuare a fare la differenza e salvare le meraviglie che il nostro Pianeta ci offre.


Sustainable Thinking, Firenze, Palazzo Spini Ferroni, fino al 16 gennaio 2021, da lunedì al sabato negli orari 11.30-19.00. Nel rispetto delle normative Covid-19 è gradita la prenotazione.

Immagine di copertina: El Anatsui, Energy Spill, 2010. Fili di alluminio, fili di rame e tappi di bottiglia. Collezione Privata

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