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In Teatro

Torna all’Out Off in epoca culinaria e con l’Expo il ribelle copione dell’argentino Garcia messo in scena da Lorenzo Loris

In occasione di Expo – e quale migiiore occasione, in fondo – l’Out Off mette in scena Note di cucina, testo del premio UBU 2004 Rodrigo Garcia con la regia di Lorenzo Loris.

Autore e regista argentino attivo a Madrid, R. Garcia è noto per le sue posizioni rabbiosamente no-global, e per la sua rappresentazione della vita come un estremo scontro tra mondo Occidentale e Terzo Mondo, il primo caratterizzato dal potere cosmopolita delle multinazionali, il secondo “semplicemente” affamato.

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Un testo, questo, che si propone come portavoce del cucinare trasformato in un estremo rito del consumo. Il tema, quello del cibo moderno che intossica la società, ci propone un meccanismo che porta a generare mercificazione di coscienze e di corpi.

Nonostante le buone intenzioni con cui lo spettacolo si propone di partire risulta al contrario scontato, banale e a tratti fastidioso; ma non un tipo di fastidio che ti impone di indagare più approfonditamente le tematiche affrontate, bensì quel tipo di fastidio che ti porta a guardare in continuazione l’orologio.

Le tematiche vengono reiterate più e più volte all’interno dello spettacolo e nonostante repetita iuvant, non credo che in questo caso ripeterle in continuazione aiuti a comprendere meglio lo spettacolo: al contrario, lo svantaggia. Il tutto è condito dall’uso di video di una banalità sconcertante, macelli e pezzi di carne non sconvolgono più, artisti come Marina Abramovich hanno avuto un impatto importante ma hanno scandito il loro tempo, sono ormai diventati passato. E ancora non impressiona la presentazione della mercificazione del corpo attraverso la posizione fisica assunta dall’attrice: risulta volgare ma di nessun altro impatto emotivo.

Lo spettacolo ruota attorno a un gioco, due amici di sfidano ad una gara di cucina, i momenti di comicità seppure presenti, spesso vengono spenti anticipatamente dalla scena prima e dalla stanchezza che pervade lo spettatore dopo la metà dello spettacolo.

Oggi come oggi viviamo in una società di cui il vertice è il mero consumismo, quello che vediamo e di cui abbiamo esperienza intorno a noi il più delle volte non ci appaga ma ci frustra profondamente, viene da chiedersi se sia davvero la strada giusta quella di puntare sempre sull’aspetto negativo delle cose invece di puntare sulla poesia che può esserci soprattutto in ambiti quali il mangiare e il fare l’amore.

Note di cucina, regia di Lorenzo Loris, in scena all’Out Off fino al 31 maggio

Foto di Manuela Giusto

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