Meno fumetto e più gothic style: i Manetti Bros chiudono al meglio con Diabolik

In Cinema

“Diabolik chi sei?”, terzo e ultimo film raalizzato dai fratelli Antonio e Marco Manetti partendo dalle strisce delle sorelle Giussani, abbandona la fissità grafica dei primi due episodi. E nel raccontare il doppio smacco subito dal Re del Terrore e dall’ispettore Ginko, vittime di una banda che li cattura, sposa uno stile più libero e sanguigno, vicino ai classici gore di Bava e Argento. Gianniotti se la cava, Mastandrea è, al solito, impeccabile, il cast femminile allinea Bellucci, Leone, Crescentini e Bouchet

A Clerville cala la notte e il Re del Terrore è pronto a entrare in azione. Obiettivo di Diabolik è la signorina Bauer (Carolina Crescentini), tranquilla impiegata di banca con un’unica colpa: il giorno dopo ha appuntamento con la ricchissima contessa Wiendemar (Barbara Bouchet), per accedere a una cassetta di sicurezza traboccante di preziose monete antiche. Gabriella Bauer verrà narcotizzata e rapita e il mattino dopo sarà naturalmente Eva Kant a presentarsi in banca al posto suo. Al centro di Diabolik chi sei? di Antonio e Marco Manetti c’è un colpo in apparenza facilissimo, ma destinato a finire male: perché una banda di criminali ha avuto la stessa idea e assalta la banca nel medesimo momento, lasciandosi dietro una scia di morti e riuscendo a scappare con il bottino.

Uno smacco che Diabolik non può certo accettare senza reagire. E lo stesso dicasi per l’ispettore Ginko, ben deciso ad assicurare alla giustizia i malviventi. I due nemici giurati si trovano così a tallonare la vedova di uno dei banditi e – uno all’insaputa dell’altro – finiscono col rintracciare la villa appena fuori città dove la banda ha stabilito il proprio quartier generale. Entrambi troppo sicuri di sé, Ginko e Diabolik compiono il medesimo errore: sottovalutano i banditi e si fanno catturare come due allocchi, ritrovandosi incatenati insieme nello scantinato, in attesa di un’inevitabile condanna a morte. Che potrà essere scongiurata solo dall’intervento congiunto di Eva Kant (Miriam Leone) e Altea (Monica Bellucci), ammalianti eroine innamorate.

Diabolik chi sei? è il capitolo conclusivo della trilogia firmata dai Manetti Bros, a partire dal personaggio a fumetti inventato negli anni Sessanta dalle sorelle Giussani, ed è forse il più riuscito. La scelta di aderire alla fissità grafica dei fumetti rallentando l’azione ed esasperando la cura dei dettagli, in nome di una maniacale attenzione filologica, aveva reso visivamente interessanti ma narrativamente un po’ inerti i due film precedenti (Diabolik e Diabolik – Ginko all’attacco), riducendoli a oggetti cinematografici stilizzatissimi e gelidi. In questo terzo film tale scelta è stata in gran parte abbandonata a favore di uno stile più libero e sanguigno che ricorda la stagione d’oro del poliziottesco anni Settanta, con in prima fila i capolavori di Fernando Di Leo, ma anche il thriller all’italiana, dal Mario Bava di Sei donne per l’assassino al Dario Argento di Profondo rosso.

Gianniotti non si è di colpo trasformato in un grande attore, ma la sua recitazione riesce a essere più efficace rispetto al film precedente, e il confronto con un Ginko disincantato e curioso (come sempre impeccabile Valerio Mastandrea) funziona come perfetta cornice per la ricostruzione dell’infanzia e dell’adolescenza del Re del Terrore, attraverso una serie di flashback in bianco e nero. Qui l’atmosfera un po’ trucida del poliziottesco lascia spazio a gustosi tocchi gotici e sinuosi momenti horror che sembrano usciti da un film espressionista, o dalle tavole di Sin City. Il risultato è un omaggio al cinema di una volta, e al mitico personaggio creato dalle sorelle Giussani, che riesce a essere appassionato e convincente.

Diabolik chi sei? di Marco e Antonio Manetti, con Giacomo Gianniotti, Miriam Leone, Valerio Mastandrea, Monica Bellucci, Pier Giorgio Bellocchio, Carolina Crescentini, Barbara Bouchet

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