L’ultimo duello di Ridley Scott, che torna all’amato Medioevo ma pontifica troppo

In Cinema

Tocca all’ottima protagonista Jodie Comer (Emmy Award per la serie tv “Killing Eve”) salvare “The Last Duel”, l’ultimo film del regista inglese di “Alien” assai ispirato a uno dei suoi capolavori, “I duellanti”. Ma stavolta l’eccesso di morale e i dialoghi inadeguati, opera anche dei due blasonati protagonisti Matt Damon e Ben Affleck, appesantiscono le due ore e mezza di racconto

Sembrano passati secoli da quando il relativamente giovane e già promettente Ridley Scott era ancora capace di sfornare capolavori in sequenza, pur se con fortune alterne al botteghino: film come il primo Alien, come Blade Runner, o persino come il più modesto I Duellanti, opera d’esordio e autentico gioiellino a cui chiaramente si ispira anche The Last Duel, ultima fatica dell’ormai ottantatreenne regista britannico. Vicini nei presupposti, e per certi versi anche in alcuni aspetti di trama e personaggi, i due film però non potrebbero essere più diversi di così. Sì, perché nel frattempo il giovane Ridley è cresciuto, in età, budget e, diciamola tutta, anche un po’ (troppo) in autocompiacimento, come chi, raggiunto il successo, crede che tutto gli sia dovuto o perdonato.

Almeno, questo è quel che trasuda da tutta la filmografia più recente di Scott, e, ahimè, The Last Duel non fa eccezione. Un tempo avremmo avuto un buon film d’intrattenimento, con un vago ma efficace accenno di morale. Oggi toccano invece due ore e mezza di morale con un po’ d’intrattenimento qua e là, a risvegliare lo spettatore dal torpore di un sermone interminabile all’apparenza quanto scontato nella sostanza. E così, quello che era già il principale difetto delle opere precedenti, ovvero quel terribile momento in cui il regista sentiva l’irrefrenabile bisogno di telefonare anche al più lento degli spettatori la sua visione del mondo come fosse oro colato, diventa qui il leitmotiv di tutta la proiezione. Come chi spiega una barzelletta subito dopo averla raccontata (senza che ce ne sia bisogno), Ridley Scott ancora una volta non resiste alla tentazione di ribadire l’ovvio, più e più volte.

The Last Duel è un film su uno stupro? È un film sul victim blaming e sul coraggio di denunciare? È un film sulla condizione della donna in tempi bigotti e oscurantisti? Sì, sì, e ancora assolutamente sì. E se qualcuno avesse dubbi al riguardo, nonostante un trailer che già da solo raccontava tutto questo e anche di più, c’è un’intera pellicola a ricordarcelo, con dialoghi francamente tanto brutti da sembrare quasi kitsch. Il che, oltre che una delusione, è anche una sorpresa, perché questa volta a far da maestri di sostegno (o da badanti?) all’onnipotente Scott sono nientemeno che Matt Damon e Ben Affleck, protagonisti maschili del film insieme ad Adam Driver, ma soprattutto prime firme dello script. E, onestamente, se i difetti del vecchio Ridley ormai sono ben noti a tutti, dai due premi Oscar per la sceneggiatura originale di Will Hunting – Genio ribelle sarebbe stato lecito attendersi molto, molto di più.

La buona notizia è che non tutto è da buttare: il cast d’eccezione, per esempio, riesce a sfoderare interpretazioni abbastanza convincenti da limitare i danni, prima tra tutti Jodie Comer, già vincitrice di un Emmy per il suo ruolo in Killing Eve e recentemente sul grande schermo anche in Free Guy – Eroe per gioco. È lei il vero fulcro del film, non solo in quanto perno attorno a cui ruotano le vicende narrate (ispirate, pare, a un vero fatto storico, l’ultimo “duello di Dio” nella Francia del quattordicesimo secolo), ma anche e soprattutto perché è la sua recitazione, fatta di sguardi, sfumature e sentimenti insieme repressi e accennati con incredibile eloquenza, a dar vita e credibilità al personaggio più interessante del film.

E poi c’è il Medioevo, quello vero, brutto sporco e cattivo, tanto caro a Ridley Scott dai tempi de Le Crociate – Kingdom of Heaven e l’ultimo Robin Hood. Rinunciando quasi per intero alle concessioni barocche e alle inesattezze storiche che invece proliferavano in moderni peplum come Il Gladiatore o l’imbarazzante Exodus – Dei e re, il milletrecento di The Last Duel è un mondo cupo, freddo, rozzo e brutale, dipinto con tutto il grigio realismo possibile per mettere in risalto (almeno nelle intenzioni) la forza dei protagonisti. Curiosa infine, anche se non proprio originale, la scelta di mostrare a turno la storia dal punto di vista di ognuno dei tre personaggi principali, lasciando che sia lo spettatore a scegliere a chi credere: della causa raccontata nel film si dibatte ancora oggi, senza che sia mai stata del tutto stabilita una verità ufficiale.

The Last Duel di Ridley Scott, con Jodie Comer, Matt Damon, Adam Driver, Ben Affleck, Harriet Walter, Nathaniel Parker, Sam Hazeldine, Ian Pirie, Michael McElhatton, Caoimhe O’Malley

(Visited 1 times, 1 visits today)