Colman-Stone-Weisz: non una, ma ben tre “favorite” per l’Oscar 2019

In Cinema

Olivia Colman ha vinto la Coppa Volpi all’ultima Mostra di Venezia per “La favorita” di Yorgos Lanthimos, che riscatta un paio di prove recenti, confuse e pretenziose, del regista greco. Con garbo, brillantezza e malizia si raccontano le non sempre limpide relazioni tra la debole regina Anna d’Inghilterra (siamo nel primo 700) e le due damigelle preferite. Con dialoghi deliziosi, di puntuta leggerezza, e tre strepitose protagoniste che riportano alla mente le regine del melò hollywoodiano

La settimana scorsa è sbarcata sugli schermi, non certo per la prima volta, Maria Stuarda, vista come una soap ben lontana dalla tragedia di Schiller che è stata anche in Italia un duello di regine della scena (Proclemer e Brignone, Cortese e Falk). Ora, a dimostrazione dell’eterna popolarità della casa reale inglese, protagonista anche dell’ottima serie The crown, facendo un salto in avanti di un secolo e mezzo arriva in un racconto divertente e fastoso, La favorita, la regina Anna, inizio Settecento. Non così popolare fu l’ultima della dinastia degli Stuart, afflitta da vari malanni (impossibilità di procreare) e anche da notevoli nevrosi che la commedia umana regale vista alla Mostra di Venezia fa diventare un gioco di corte molto spiritoso e dal ritmo sofisticato.

Chi se lo aspettava da Yorgos Lanthimos, dopo le sue inquietanti e irrisolte metafore The Lobster e Il sacrificio del cervo sacro, un film così spumeggiante (una volta si diceva), arguto ma non sempre innocente come La favorita? Qualcuno dice che il cambio di stile sta nel manico letterario, nella sceneggiatura che ha la leggerezza del tocco di Tony Mc Namara (e pure di Deborah Davis), mentre l’autore greco mette sul piano nobile delle sue ispirazioni addirittura Losey e Buñuel che non sono mai stati invitati a corte.

Ci sono nel cast del film, che racconta una triplice rivalità fra alcune scene di vita reale, tre attrici in stato di grazia e di cui si risentirà parlare agli Oscar. Olivia Colman, che per questa prova ha già vinto la Coppa Volpi a Venezia, è la regina dai vizi privati e dalle pubbliche virtù, indecisa su quale delle sue favorite puntare, se Emma Stone o Rachel Weisz, il cui sfoggio dialettico ed espressivo è indiscutibile. Siamo nell’Inghilterra primo 700, al governo c’è appunto la debole regina Anna, il paese è in guerra feroce con la Francia ma la corte si occupa più volentieri del duello di dame fra lady Churchill e la giovane cugina Abigail, che si disputano i favori non solo morali della regina che ha la gotta e altri malanni.

Ispirata a un originale radiofonico, Balance of power, questa storia avrebbe fatto impazzire le regine hollywoodiane del vecchio melò come la Hepburn, la Davis, la Crawford, la Stanwyck, ma le attrici di oggi non fanno rimpiangere questi mostri sacri. È una lotta all’ultimo gossip che fa tornare in mente Eva contro Eva, otto capitoli sul filo del rasoio con musiche barocche, sontuosi scorci di palazzo, oltre a impennate grottesche (vedi i 17 coniglietti bianchi che sono i 17 figli della sovrana nati morti). E un ping pong di dialoghi che è la sua forza, regalo per orecchie use a sentire inascoltabili battute di super eroi.

La favorita di Yorgos Lanthimos, con Olivia Colman, Emma Stone, Rachel Weisz, Nicholas Hoult, Joe Alwyn, James Smith, Mark Gatiss, Jenny Rainsford, Jack Veal, Jon Locke

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