Un reporter di guerra, una ragazza sfortunata, un’apparizione senza fine

In Cinema

Il regista francese Xavier Giannoli racconta i tormenti di un reporter (Vincent Lindon), tornato in patria distrutto da una zona di guerra e chiamato dal Vaticano a occuparsi di uno strano caso. Anna, ragazza rimasta orfana da piccola e dalla vita sfortunata, sostiene che la Vergine Maria le è apparsa nel suo villaggio. Il fatto è ormai un caso mediatico, ma non si sa se è tutto vero o la giovane mente

 Come un film ispirato ai romanzi di Dan Brown, ma realizzato con intenzioni più naturalistiche e artistiche, L’apparizione combina una trama misteriosa che coinvolge la chiesa cattolica con la storia di un reporter di guerra traumatizzato che cerca la verità a ogni costo. Il risultato è un film che incuriosisce nelle sue fasi iniziali, ma non riesce a convincere fino in fondo. E questo nonostante il 48enne sceneggiatore e regista francese Xavier Giannoli mostri qui la sua abilità nel realizzare film epici che offrono grande atmosfera e performance forti, a tutto tondo, come A l’origine (2009) e Marguerite (2015).

Divisa in diversi capitoli – cosa che, insieme al tempo di esecuzione di oltre due ore, dà l’impressione che questo film sarebbe stato perfetto come miniserie televisiva – la storia segue Jacques (Vincent Lindon, vincitore del premio come miglior attore nel 2015 al Festival di Cannes per La legge del mercato), un uomo affaticato dal mondo, mentre si allontana da un zona di guerra in Medio Oriente verso la sua Francia. Scopriamo presto che un suo collega e buon amico, anche lui fotografo di combattimento, è morto al suo fianco, lasciandolo con uno shock emotivo che si manifesta attraverso il dolore costante e uno squillo che sente spesso nelle orecchie.

Prima che abbia il tempo di elaborare la tragedia, il protagonista viene contattato da un cardinale francese in Vaticano, che lo invita a Roma per una missione speciale. In una lunga e intrigante sequenza ambientata negli archivi sotterranei della chiesa, Jacques scopre che una ragazza di 18 anni di nome Anna (Galatea Bellugi) afferma di aver visto una “apparizione” della Vergine Maria fuori dal suo villaggio, nel sud della Francia. Da allora il luogo è diventato una zona di pellegrinaggio, dove arrivano i fedeli da tutto il mondo per assistere di persona al miracolo. Il Vaticano vuole che Jacques indaghi e determini se un tale evento sia effettivamente accaduto, o se Anna abbia inventato l’intera storia.

Se questo fosse davvero un film “alla Dan Brown”, allora Jacques scoprirebbe presto una cospirazione segreta che coinvolge Satana, gli Illuminati e molti preti malvagi che parlano latino. Giannoli prende per fortuna una direzione diversa, anche se ci sono accenni alla corruzione cattolica nel comportamento di padre Borrodine (Patrick d’Assumcao), la cui chiesa locale ha tratto profitto da Anna. Ma il film si concentra principalmente sul rapporto di Jacques con la ragazza misteriosa e fragile, la cui vita travagliata – è un’orfana cresciuta in diverse case adottive – lo interessa tanto quanto il presunto avvistamento spirituale. Lindon pronuncia poche parole nel film, ma personifica in modo accurato un uomo emotivamente ferito che si attacca ad Anna anche per dimenticare il proprio tumulto. Il suo personaggio è ossessionato da ogni dettaglio, pure minimo, della storia della ragazza, fino a quando inizia a scoprire strane anomalie e coincidenze che lo porteranno a mettere in discussione la sincerità di lei e il ruolo della Chiesa nella sua ascesa allo status di martire.

Questo è il tipo di film in cui ci si chiede come tutto sarà legato, se la fine avrà senso, e soprattutto se l’apparizione sia realmente accaduta. Si potrebbe arrivare perfino a tirare in ballo Dio. Giannoli non riesce ad affrontare queste domande in modo convincente, soffermandosi più su meccanismi di trama traballanti che su questioni più profonde di fede. Così quello che avrebbe potuto essere un potente studio della religione nell’era moderna diventa invece un complotto che si risolve come un mistero televisivo, sebbene il modo in cui il regista si occupa del percorso di recupero di Jacques sia più toccante. In più ha una solida conoscenza dello storytelling, e infatti gran parte di L’apparizione mantiene lo spettatore attento. Anche se si esce con la sensazione che il film sia durato più a lungo di quanto forse avrebbe dovuto.

L’apparizione, di Xavier Giannoli, con Vincent Lindon, Galatéa Bellugi, Patrick d’Assumçao, Anatole Taubman, Elina Löwensohn.