Gli induismi silenziosi di Doninger

In Letteratura

“Gli Indù” dà voce ai paria, alle donne, alla gente di altre culture: una voce negata dalla casta più elevata

Esistono un’infinità di libri su Gli indù, perché leggere questo di Wendy Doninger? La storia che racconta è alternativa a quella dei testi più celebri scritti in sanscrito e ripresi dalla maggior parte degli studiosi. Dà voce ai paria, gli intoccabili, alle donne, alla gente di altre culture, di altre religioni: anche loro hanno contribuito alla formazione dell’induismo, ma la loro influenza è stata negata dai brahmani, la casta più elevata, quella dei sacerdoti, che tende a irrigidire la tradizione per conservare i suoi privilegi.

Oltre a focalizzare l’attenzione sugli esclusi, la Doninger ha ristretto il campo di indagine a pochi comportamenti importanti: la non-violenza nei confronti degli uomini ( specialmente la tolleranza religiosa) e nei confronti degli animali (il vegetarianismo e il rifiuto del sacrificio degli animali), e le tensioni che si creano tra vita pienamente vissuta e rinuncia, e tra dipendenza e controllo della sensualità.

Infine la religione è collocata dentro la storia, come un linga (l’immagine del dio Shiva, rappresentato dal suo fallo eretto) in una yoni (la vulva, il simbolo della moglie di Shiva).

Il libro percorre l’intero corso della storia indiana, ca 50.000.000 a.C. ai giorni nostri, attraverso una serie di racconti, di come si modificano, si influenzano, si trasformano: ‘una specie di trapunta narrativa fatta di ritagli di religione cuciti insieme a ritagli di storia sociale’.

Prendiamo un tema classico come la non-violenza, ahimsa.

Discussioni a favore o contro il sacrificio e/o cibarsi degli animali sono state spesso al centro della violenza interreligiosa. Nel Mahabharata, l’antico grande poema epico sanscrito, l’eroe Arjuna giustifica la violenza della guerra dicendo: ‘Le creature vivono a spese di altre creature, le più forti delle più deboli. La mangusta mangia i topi, proprio come il gatto mangia la mangusta..’ ( XII, 15)

Qui si legittima la violenza umana con la violenza del mondo animale, ma il significato più comune di ahimsa è proprio quello di sollevare l’uomo al di sopra della violenza animale. Il vegetarianismo tenta di spezzare la catena: non è necessario uccidere per mangiare.

La non-violenza è diventata un ideale culturale per gli indù che si oppone alla realtà naturale della violenza.

L’India indù è violenta come e più di altre civiltà: le guerre contnue; le pratiche religiose ( il sacrificio animale, la tortura autoinflitta degli asceti, il camminare sui carboni ardenti); il codice penale ( l’impalamento e l’amputazione degli arte per crimini relativamente lievi); la rappresentazione di divinità orripilanti come Kali; infine il calore intollerabile del suo clima, i monsoni devastanti.

I saggi indù sognano l’ahimsa come un uomo nel deserto pensa a una verde oasi.

Per rendere l’attualità della cavalcata attraverso secoli, la Doninger ci parla anche degli indù negli USA di oggi. Sono lo 0,5 della popolazione e in un paese in cui oltre un quarto degli immigrati ha abbandonato la religione d’origine, solo pochissimi lasciano l’induismo; sono il gruppo religioso più istruito e tra i più ricchi.

Un fenomeno che sembra paradossale è la loro colonizzazione della spiritualità: Vivekananda è il primo di molti guru a fare proselitismo. Sbarca a Chicago nel 1893 e col suo induismo progressista – si oppone alle caste, permette di mangiare carne bovina, crea orecchiabili mantra collettivi – conquista nuovi seguaci laici e istruiti anche tra gli americani e fonda filiali in tutto il mondo.

Gli anni ’60 sono l’età del ‘paradiso hippy indù’ e ancora il movimento degli Hare Krishna, di Osho che sposta il suo Centro da Poona all’Oregon.

Per concludere, nel 1999 il comune di Chicago fa installare 340 statue di vacche per tutta la città che hanno un enorme successo: duecento milioni di fatturato grazie al turismo e tre milioni e mezzo per le associazioni benefiche grazie alla vendita all’asta delle vacche. Altre città nel mondo, anche Milano, copiano l’iniziativa. Quell’anno Chicago diventa come Calcutta: appena ti guardi in giro incontri una vacca.

Gli indù di Wendy Doninger (Adelphi, 2015, pp 872, € 65)

Foto: Lake Temple di Andrea Re Depaolini

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