In 7 minuti Ottavia riscopre la dignità

In Teatro

La scena è apparecchiata: come sulla tavola di un cenone natalizio, sul palco del Piccolo Strehler ogni dettaglio è pronto per essere divorato da discussioni…

La scena è apparecchiata: come sulla tavola di un cenone natalizio, sul palco del Piccolo Strehler ogni dettaglio è pronto per essere divorato da discussioni che non sono famigliari, ma sindacali. Gli armadietti con le tute da lavoro, le panche e i posacenere, i finestroni e le luci al neon, il tavolo, le sedie e la macchina distributrice di caffè accolgono il clima teso di un consiglio di fabbrica pronto ad accettare qualsiasi condizione pur di lavorare. È un consiglio di donne, in maggioranza operaie, in parte impiegate. È un consiglio posto difronte a una scelta, apparentemente semplice, immediata, ma che richiede riflessione, perché non è unanime: forse, proprio per lavorare, non è possibile accettare condizioni, accettare quella clausola dei sette minuti.

È Ottavia Piccolo il capo famiglia che in questa notte di trattative guida la discussione ponendosi come voce della coscienza delle altre lavoratrici. È Ottavia Piccolo a rappresentare quel dubbio che difficilmente si palesa a chi ha solo bisogno di lavoro, a chi ha necessità di arrivare a fine mese, senza lotte, senza pensieri. Le donne che la circondano hanno storie diverse, pur facendo parte della stessa famiglia: poste difronte a un comune destino, lo affrontano ciascuna dal proprio punto di vista, ciascuna con apparente fermezza, quella di chi il lavoro non vuole e non può perderlo. Ma in questo caso, in questo spettacolo, si fermano, ragionano, litigano ed esaminano ogni motivazione, ogni dettaglio, ogni conseguenza della decisione che sono costrette a prendere.

Il lavoro, quello scenico come quello operaio, assume qui un significato finalmente fondato, che ha carattere di dignità. Termine sottolineato da Ottavia Piccolo, reso emblema dell’intera discussione, motivo della decisione da prendere. La regia di Alessandro Gassman e il testo di Stefano Massini spingono proprio in questa direzione, verso un cambiamento, per una presa di coscienza. Così, la situazione, in questa notte che si rivela non essere uno sterile cenone, si rivoluziona: per questa volta la questione non rimane personale, ma assume forma universale, si occupa e preoccupa del lavoro, dei lavoratori e delle lavoratrici, oltre che delle donne presenti al consiglio. Quei sette minuti su cui si discute per ore diventano emblema di giustizia, del valore di un lavoro che è affrontato come diritto, e non come concessione.

 

7 minuti, di Alessandro Gassman, testo di Stefano Massini, con Ottavia Piccolo, al Teatro Piccolo Strehler fino al 28 febbraio

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