I Pomeriggi Musicali ripartono all’insegna dell’ orgoglio europeo

In Musica

FOTO © LORENZA DAVERIO

Mozart, Beethoven e Bach, certo. Ma nella stagione 2020/21 dell’Orchestra milanese c’è spazio per molti compositori significativi del vecchio continente. Da Saint-Saens a Kodaly, passando per Strauss, Mendelssohn, Stravinsky fino a Martucci e Tutino. Prenotazioni aperte. Con distanziamento e mascherina, naturalmente

Le facce di Mozart, Beethoven e Bach spuntano dalle tre lettere “o” che compongono il titolo della nuova stagione dei Pomeriggi Musicali: Europa, volti di una tradizione. Sembrano affacciarsi dagli oblò di una nave che viaggia nel tempo: dal 1700 ad oggi, da Bach a Beethoven e oltre (si arriva fino a Marco Tutino), in un unico, grande arco. Infatti i tre grandi compositori di cui sopra sono universalmente riconosciuti come i nomi tutelari di una tradizione musicale che, nel corso di questa settantaseiesima stagione dell’orchestra milanese, si vuole mostrare nella sua coesione e unitarietà. In un momento storico in cui l’essenza politica dell’Europa è sovente messa in discussione, ci viene ricordato come la musica – e la cultura in generale – rispecchi i confini dei popoli meglio di quanto facciano le cartine geografiche. A partire da queste premesse vengono accostate le partiture di autori distanti come Händel e Saint-Saens, Mozart e Kodaly, compositori unici, irripetibili e figli di una stessa tradizione. Inizia il viaggio!

Durante i ventitré appuntamenti previsti verranno eseguite musiche provenienti da ogni “scuola” europea: quella francese, timbricamente sofisticata (come ne Le tombeau de Couperin ravelliano), quella russa, dalle melodie così caratteristiche, fino alle musiche popolari di Bartók e Kodaly. Naturalmente la prima, più eseguita, sarà l’austera musica tedesca; da Bach a Schubert fino ad arrivare a Strauss (di cui ascolteremo il giovanile Concerto per violino op.8). Una moltitudine di musicisti eccezionali, unici e con una forte individualità espressiva, eppure tutti accomunati dallo stesso sistema temperato, dalle stesse logiche compositive. Mozart e Beethoven saranno i compositori maggiormente presenti nel programma di quest’anno, quasi che la loro musica impostasse lo standard (non a caso il musicologo Charles Rosen parla di “stile classico”). Intorno a loro graviteranno figure di primissimo rilievo nella storia della musica, lungo una stagione che privilegia i grandi nomi e le pagine più conosciute rispetto alle rarità per fini intenditori.

FOTO © LORENZA DAVERIO

Di Mozart si potrà ascoltare il Concerto per clarinetto K622, o celebri sinfonie come la Praga (K504) o la Jupiter (K551); di Mendelssohn, le sinfonie Scozzese e Italiana o alcune tra le sue immortali ouvertures. Insomma, già da questi pochi esempi si capisce ciò che uniforma le scelte del repertorio. Una strategia che non privilegia i più sofisticati cultori di musica sinfonica in cerca di qualche preziosità inedita ma che volge benevola un occhio di riguardo al grande pubblico. Anche se alcuni concerti serbano interessanti e piacevoli  sorprese. Nel 2021 infatti cadrà il cinquantesimo anniversario dalla scomparsa di Stravinsky e, per quest’occasione, verranno eseguiti tre brani del suo periodo “neoclassico”: Pulcinella, le Danses Concertantes e Dumbarton Oaks. Oltre a questi appuntamenti bisogna segnalare lo straordinario concerto del 26 novembre (http://ipomeriggi.it/index.php, qui le altre date dell’intera stagione) dedicato al sassofono di Federico Mondelci con musiche di Honegger, Milhaud, Ibert e Rota.

Tre infine le prime assolute presenti nella stagione. Non sorprende la presenza di una Sinfonia commissionata dai Pomeriggi Musicali a Marco Tutino, compositore milanese che collabora regolarmente con l’orchestra e di cui gli abbonati avranno già avuto modo di ascoltare le partiture. Ad accompagnare il concerto per clarinetto di Mozart, invece, sarà il compositore romano Attilio Foresta Martin, che ha vinto il I premio al Concorso di Composizione dell’orchestra, assicurandosi così l’esecuzione del brano Maillon de la Cadène. Infine, la terza novità sarà un brano per fiati e percussioni di Alberto Cara, altro compositore già noto ai Pomeriggi musicali, con Wedding and Funeral Marching Band.

A inaugurare, domani sera, un grande concerto dedicato al più emblematico rappresentante della musica occidentale, Beethoven. L’Imperatore, l’ultimo maestoso concerto per pianoforte, sarà accostato alla Settima sinfonia per dar vita a un programma che esplora il celebre periodo “eroico” del compositore, quello generalmente più amato e più noto. Per l’occasione salirà sul podio lo statunitense James Feddeck (chiamato al ruolo di direttore principale dell’orchestra, foto in basso ©) assieme al pianista Bertrand Chamayou. Ma saranno tanti i nomi di spicco, internazionali e non, che si avvicenderanno sul palco del Dal Verme. Diego Fasolis dirigerà La Creazione di Haydn, mentre Ottavio Dantone proporrà, oltre alla prima sinfonia di Beethoven e alla K550 in sol minore di Mozart, una sinfonia di Carl Philipp Emmanuel Bach. Infine, tra i direttori meno noti al pubblico italiano compariranno George Pehlivanian, che vanta una notevole lista di prestigiose collaborazioni, e il giovane promettente americano Ryan McAdams. Ad Alessandro Cadario è stato rinnovato per tre anni l’incarico di direttore ospite principale.

FOTO © B. EALOVEGA

Insomma, conviene andare a sfogliare il calendario e iniziare a segnarsi gli appuntamenti da non perdere: ce n’è per tutti i gusti, basta scegliere. 

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