Spazio profondo

In Letteratura

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Il nuovo corso di Dylan Dog, storico fumetto della Sergio Bonelli Editore, è inaugurato da una storia fuori dal tempo e sospesa nelle profondità del cosmo. Spazio profondo è l’episodio numero 337, interamente a colori, sceneggiato da Roberto Recchioni – il nuovo curatore – e disegnato da Nicola Mari. In continuità con la tradizione, inoltre, il numero esce in edicola con una copertina realizzata da Angelo Stano, il disegnatore dello storico primo numero, L’alba dei morti viventi, pubblicato nell’ottobre del 1986 (ma è prevista anche una variant cover di Gipi che sarà presentata al Lucca Comics 2014).

Si tratta di un albo di transizione, concepito per sparigliare le carte e far posto a una nuova mano. Niente Londra, niente Craven Road, niente clarinetto, ma un’ambientazione in stile 2001 Odissea nello spazio e una trama che sembra attingere da qualche vecchio romanzo Urania, con spunti tratti da Alien e Solaris. La trama scorre con fin troppa rapidità: i dialoghi sono brevi e incalzanti e poco spazio è concesso all’indole meditabonda a cui il Dylan di Tiziano Sclavi ci aveva abituati. Un’indole che, mi auguro, ricomparirà almeno in parte dal prossimo numero, con il ritorno alla solita vita londinese (e ben venga: la Londra nebbiosa e malinconica è parte integrante di questo fumetto), rinfrescata da tutte le novità annunciate nei mesi scorsi: il pensionamento di Bloch, il nuovo nemico John Ghost, addirittura il flirt di Groucho con un sistema operativo.

Dylan Dog n.337, “Spazio profondo” (Sergio Bonelli Editore, pp. 98, 3,20 euro)

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