Dodici variazioni di emancipazione: “Ragazza, Donna, Altro” di Bernardine Evaristo.

In Letteratura

Un romanzo corale, grande e impegnativo, sui nuovi modi di vivere. Vincitore del Man Booker Prize nel 2019 (a pari merito con “I testamenti” di Margaret Atwood) questo libro racconta di una Gran Bretagna poco spesso rappresentata nella narrativa contemporanea, attraverso gli occhi di donne nere molto diverse tra loro, per età ed estrazione sociale, scardinandone gli archetipi classici dominanti.

L’ ottavo romanzo di Bernardine Evaristo, Ragazza, Donna, Altro (Edizioni Sur) segue dodici personaggi, la maggior parte dei quali sono donne britanniche nere, che si muovono in decenni diversi e imparano a vivere in un mondo che quasi mai le accetta per quello che sono.
Ad ogni personaggio è dedicato un capitolo e all’interno di ciascuno di essi le vite delle diverse protagoniste si sovrappongono, con esperienze ed evoluzioni che non potrebbero essere più diverse.

Ci sono Amma, una drammaturga socialista lesbica, la non binaria Megan/Morgan che usa Internet per investigare sulla sua identità di genere, ma anche Shirley, un’insegnante che si sente estranea alla comunità di Amma e nonostante questo così legata a lei, e Winsome, una sposa che è arrivata a Londra dalle Barbados a un infelice matrimonio.
Molti dei personaggi sono intimi – amici, parenti o amanti – mentre altri semplicemente si trovano nello stesso teatro nello stesso momento o interagiscono virtualmente litigando tra loro su Twitter.

Questo romanzo è un villaggio densamente popolato in cui tutti si appoggiano gli uni agli altri per emergere.

Vivere in una società patriarcale presenta sfide che uniscono molti di noi; questo uno dei temi centrali con cui Evaristo cerca di legare le singole storie del libro. Ma non solo.

Il personaggio principale del romanzo è probabilmente Amma, una drammaturga lesbica nera, ora sulla cinquantina, la cui ultima commedia è prodotta al National Theatre di Londra. Il successo l’ha portata lontano da alcune delle sue vecchie ansie proponendone però di nuove e imbarazzanti.
Dopo una vita trascorsa ai margini, criticando il polo mainstream della cultura dominante, Amma stessa si ritrova al centro di essa.
Se il privilegio è il peccato originale del lavoro, cosa succede quando accumuli privilegi tu stesso?

Questa parte del romanzo può essere considerata semi-autobiografica: Amma fonda una compagnia teatrale con un’amica così come Bernardine Evaristo è stata co-fondatrice, con altre due donne, del Theatre of Black Women all’inizio degli anni ’80.
Amma (come la stessa Evaristo) si interroga su cosa significhi restare politicamente puri o contrariamente “svendersi” per fare carriera.

E dopo Amma si susseguono le storie delle altre donne protagoniste del romanzo. Ognuna di loro propone una diversa angolazione e una diversa indagine dello stesso quadro: quello della Gran Bretagna dell’ultimo secolo, ma soprattutto di una Londra in continua evoluzione, afflitta dagli inarrestabili fenomeni di gentrificazione e dalle conseguenze sociali ed economiche della politica contemporanea.

Carole insegue il successo nel mondo bancario per riscattare un’infanzia di privazioni. Altre domande emergono, diffuse nelle varie storie, urgenti e senza tempo: come può una donna femminista incorporare una relazione con un uomo nella sua vita? Dobbiamo mostrare rabbia verso coloro che “sbagliano”, anche se da una posizione di ignoranza? Quale guida devo seguire maggiormente? Quella dispensata dai miei genitori, dalla mia università, dalla mia compagna, dai miei coetanei o dalle mie eroine femministe?

L’indagine femminista di Bernardine Evaristo, così come per tutti gli altri temi politici e sociali trattati nel romanzo, non trova una risoluzione dogmatica ma risulta dibattuta e contradditoria attraverso i suoi personaggi.
L’incertezza collettiva provocata dalla Brexit, le conseguenze globali dell’elezione di Trump, gli effetti del cambiamento climatico fanno da sfondo alle storie delle singole protagoniste senza opprimerle con toni pessimistici. Ciò che emerge infatti è la capacità di reazione, vivace e plurale di una nuova Londra, capace sempre di più di accogliere e celebrare la diversità che ciascuna identità rappresenta.

Questo romanzo polifonico presenta un panorama di costante sensibilità multiculturale nei confronti delle minoranze e della libertà di genere. In questo senso la dedica, presente nella versione inglese del libro, costituisce una vera e propria dichiarazione di intenti:   

“For the sisters & the sistas & the sistahs & the sistren & the women & the womxn & the wimmin & the womyn & our brethren & our bredrin & our brothers & our bruvs & our men & our mandem & the LGBTQI+ members of the human family.”

Questo elenco rappresenta un modo di allargarsi in orizzontale a tutte le possibili varianti di esistenza dell’essere umano. In questo stesso modo è concepita la struttura del romanzo, in cui nessuna delle storie narrate prevale come dominante sulle altre.
Così la scelta stilistica fatta da Bernardine Evaristo risulta perfettamente coerente con il contenuto del romanzo, scegliendo di eliminare tutto ciò che non è funzionale al flusso delle storie narrate: Ragazza, Donna, Altro è scritto in una forma ibrida, a metà tra la prosa e la poesia: non c’è punteggiatura, fatta eccezione per le virgole, né lettere maiuscole all’inizio di ogni frase o segni di interpunzione nei dialoghi.
La cifra stilistica scelta da Evaristo non si limita alla privazione del superfluo, ma definisce il ritmo del romanzo fino a caratterizzarne i contenuti, diventando uno strumento forte e talvolta commovente.

Così come accade per la storia di una Carole ancora quattordicenne, studentessa modello cresciuta nel disagio dei caseggiati delle periferie di Londra, emarginata dalle compagne di classe, che quando va a una festa beve troppo, e subisce uno stupro di gruppo:

poi
il
suo
corpo
non
fu
più
suo
diventò
una
cosa
loro.

Arriva un punto della narrazione in cui preferiresti fermarti nella vita dei personaggi che hai incontrato piuttosto che proseguire incontrandone degli altri. Ma si capisce col proseguire del romanzo che il suo schema è circolare. E questo conferisce al libro una caratura più alta della semplice narrazione di storie.
In questo modo viene scardinato il principio che vorrebbe ridurre l’esperienza dell’essere donna a qualcosa di univoco, così come la battaglia per il suo riscatto.

L’aspetto rivoluzionario del romanzo di Evaristo sta esattamente in questo: non esiste un modo unico di essere, e non esiste una battaglia univoca di emancipazione.

In occasione delle celebrazioni del Black History Month 2020, svoltosi lo scorso Ottobre, Evaristo in un dialogo con col sindaco di Londra Sadiq Khan ha sottolineato quella che per lei è una diversità importante nel campo della letteratura: se uno scrittore bianco può scrivere anche solo per se stesso, per uno scrittore nero la cosa diventa più complicata. Per questo Evaristo si sente “attivista letteraria” e rappresentante delle minoranze nere: quella di Evaristo è una “missione” per dare una luce a quelle storie che la letteratura ignorerebbe. Non a caso Bernardine Evaristo è anche curatrice per Penguin delle ristampe di sei opere di autori e autrici nere britanniche (Black Britain. Writing Back.)

Molta esperienza umana è racchiusa in Ragazza, Donna, Altro; questo romanzo parla di lotta, ma anche di amore, gioia e immaginazione.

Il libro culmina con le sue protagoniste – donne nere di diverse generazioni, fedi, classi, politica e patrimoni, e anche alcuni uomini – riunite a una festa per un gran finale in stile soap opera.

Il mondo di Evaristo non è idealizzato, ma c’è qualcosa di straordinariamente contemporaneo e bello in esso. Per molti lettori questo non è un mondo familiare: ma sicuramente questo è il ritratto di una Gran Bretagna in trasformazione meno spesso rappresentata nella narrativa contemporanea; ed è questo forse l’obiettivo più alto raggiunto da questo romanzo.

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