Turista non per caso

In Arte

Inside out è il titolo. Il giramondo Andrei Roiter mette in scena il suo universo oggettuale alla Laura Bulian Gallery. Un invito al viaggio, dentro e fuori.

Schizzi abbozzati sulle pagine di un taccuino, libri, tende da campeggio, videocamere costituiscono il personale alfabeto di Andrei Roiter (Mosca, 1960), un artista che, dopo la Perestrojka, ha impugnato la valigia, lasciato la Russia e esperito il nomadismo e l’emigrazione.

Al centro della riflessione artistica di Roiter – perfettamente aderente alla sua esperienza umana – è il viaggio, sia esso reale o immaginario, inteso come occasione unica e insostituibile di esplorazione interiore e di confronto con ciò che è diverso da sé, alla ricerca della propria identità.

Andrei Roiter, Roadblock, 2014. Courtesy of the Artist and the Gallery.
Andrei Roiter, Roadblock, 2014. Courtesy of the Artist and the Gallery.

Tra tutte le figure simboliche e romantiche esistenti e connesse al viaggio, l’artista ha scelto, con una certa ironia, di identificarsi con quella meno nobile del turista; figura però densa di significato nell’età dell’onnivoro, spesso spietato turismo di massa e della villeggiatura all-inclusive più sfrenata. Come un turista, infatti, Roiter va a caccia di souvenir e di feticci, optando però non per la mercanzia ammiccante e seriale disponibile sulle bancarelle e nei negozi del centro, ma per oggetti di uso comune, spesso vecchi, rotti o inutilizzabili, da cui rimane inaspettatamente folgorato e a cui attribuisce un valore nuovo, personale e simbolico, radicalmente diverso da quello convenzionalmente riconosciuto.

Veduta della mostra allestita presso Laura Bulian Gallery
Veduta della mostra allestita presso Laura Bulian Gallery

Proprio a partire questi oggetti salvati dall’oblio e restituiti a nuova vita grazie all’azione taumaturgica dell’artista è costruita anche questa mostra allestita, in un flusso continuo, nello spazio neutro, articolato su due piani, della Laura Bulian Gallery.

Una ventina gli elementi che, dopo essere stati scelti, decontestualizzati, masticati dall’artista, sono riassemblati, ricostruiti o riprodotti su tela o su carta, e re-immessi nel mondo sotto forma di opere d’arte. Un’operazione, quella di Roiter, che incuriosisce, che pone domande salutari e stimola il visitatore ad intraprendere un viaggio, prima di tutto dentro la propria condizione.

Andrei Roiter, “Inside Out”, Laura Bulian Gallery, fino al 28 novembre 2014.

Foto: Andrei Roiter, White Shirt, 2008. Courtesy of the Artist and the Gallery.

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