50 sfumature e oltre (con soddisfazione)

In Cinema, Weekend

Siete usciti o uscirete delusi, lo sappiamo. E’ un film noioso, seppur si sforzi di migliorare il piattume del libro. Ecco qualche suggerimento per risarcirvi

50 Sfumature di Grigio è un film imbarazzato prima ancora che imbarazzante. L’impressione è che tutti coloro che ci lavorano dentro non siano felici di star lì. Non Dakota Johnson, che nei panni di Anastasia Steele è costretta a mordicchiarsi il labbro in continuazione per tenere fede al suo personaggio. Tantomeno Jamie Dornan che, dopo i successi raccolti come protagonista di The Fall, un’ottima serie della BBC in cui recita accanto a Gillian Anderson, pare che si chieda “che ci faccio qui” a ogni palpatina che per contratto deve dare. Il risultato è un’unica desolata espressione di discontento.
Anche la regista Sam Taylor-Johnson, un passato come quotata artista nell’Inghilterra delle grandi exhibition degli anni ’90 quando il suo cognome faceva Taylor-Wood, fa quel che può ma sembra sofferente: pare che la pesante ingerenza dell’autrice E.L. James abbia funestato il set obbligando la produzione alla fedeltà assoluta a un testo che non meritava neanche la funzione di carta igienica. Così la povera Taylor si sfoga con grandi riprese aeree di snodi autostradali e grattacieli prima di stringere sulle mutandine di pizzo.

Ma partiamo con le cose positive di 50 sfumature di grigio, tanto ce la spicciamo in pochi secondi.
– L’inquadratura che apre il film non è male. Un cielo grigio, nuvoloso, una grande metropoli ripresa dall’alto, in sottofondo la bellissima I got a spell on you  cantata da Nina Simone.
– Ci viene risparmiata la voce pensante di Anastasia, presenza irritante nel libro.
– C’è una scena vagamente appetibile dopo circa un’ora, quando i due protagonisti sono seduti agli estremi di un tavolo dove discutono di alcuni punti del famoso contratto sadomaso che Christian Grey sottopone ad Anastasia Steele. Scopriamo con un certo divertimento che le opzioni anal and vaginal fisting sono fuori discussione, così come le pinze ai genitali. Tutto il resto, dalla sculacciata all’utilizzo di corde, “ci sta dentro” come direbbe una preadolescente.

Che poi è questo il vero target del film, se non fosse per il divieto ai minori di 14 anni e per la perplessità di mostrare i fatti della vita a ragazzine facilmente impressionabili: vai a sapere se poi credono che l’amore si fa con le cravatte e che poi ti regalano un Apple MacBook Air . Ma è pur vero che 50 Sfumature di Grigio è semplicemente un Twilight dove ai Vampiri si preferiscono i Dominatori. Ai canini si sostituiscono i frustini. Tanto il livello delle conversazioni sostenute dai due protagonisti è poco più di quello delle fanciulline su Instagram: «Sei la più bellaaaaa, no tu sei il più bellooooo, sei la megliooo, no tuuuuuu».

Tuttavia il vero core business del film è “la climaterica romantica”, che sia quella che vive nel profondo Minnesota o a Voghera. Quella che si sente a disagio a maneggiare You Porn, ma necessita di una pausa dal marito sovrappeso che le occupa il sofà e quindi può ricevere qualche soddisfazione dalla vista del sedere di Dornan, un tempo testimonial delle mutande firmate Calvin Klein. A queste donne, che dignitosamente cercano una valvola di sfogo che vada oltre il missionario e il timore di ogni passione spenta, il film offre una sessualità fatta di rassicuranti cliché, nonostante lo spettro delle catene.

Perché, come accadeva anche nei romanzi di Moccia, qui tutto ha un nome o meglio ancora una marca (che sia Audi, Apple o Hugo Boss), che anestetizza la paura del non detto, di ciò a cui non si può dare un nome. In questo contesto anche la stanza dei piaceri di Grey ha la scontata cornice di un camerino di prova di Agent Provocateur, il marchio di lingerie un po’ osè.
Finisce che su questa landa desolata, fatta di appartamenti con solo letti capitonné e lucenti consolle con sopra l’orchidea di prammatica, sventola la camicia bianca di Christian, che però non assicura la pace dei sensi. Purtroppo.

Ma è a queste stanche signore, che non meritano di essere prese in giro (neanche con discorsi sul femminismo che per film noiosi come questo, non vanno tirati fuori per non irritare il fantasma incazzato di Adele Faccio), che sentiamo il bisogno di dire che anche se appoggiamo il loro desiderio di un rassicurante erotismo casalingo privo del fisting propinato dal porno sul web (e ben vengano pellicole onestamente concepite solo per questo scopo), quello offerto da 50 Sfumature di Grigio è migliorabile.
Con questo intento qui di seguito vi forniamo i link di altri film che contengono scene paragonabili a quelle di 50 Sfumature, ma che secondo noi forniscono maggiori soddisfazioni.

Limonare (French kissing)
In un film che parla di sesso come 50 Sfumature non c’è un bacio decente, giusto un gran risucchiare di mento e prolabio, senza un centimetro di lingua. Quindi partiamo col ricordare che limonare è quando due attori, con un’alchimia maggiore di quella che corre fra la Johnson e Dornan, ci mettono l’anima e soprattutto la lingua. Come dimostrano di saper fare con una certa convinzione Jennifer Garner e Timothy Olyphant in Catch & release. Notare che lui le immobilizza i polsi anche meglio di come fa Grey con tutte le sue corde rosse.

Viulenza
Nonostante tutta la sua ansia da Dominant il povero Chris risulta sempre un po’ un peluche. Quindi a coloro a cui interessa l’omo più brutale nell’atto e anche un sedere forse migliore di quello di Dornan, offriamo Viggo Mortensen in A Histoy of Violence.

Sculacciare
Una delle battute più imbecilli del film è quando Christian rimprovera Anastasia dicendole: «Se fossi mia non potresti sedere per una settimana», alludendo a ipotetiche sessioni di sculacciate. Senza tanto spreco di fiato, in Secretary James Spader ne dà di potenti a Maggie Gyllenhall solo per aver sbagliato l’ortografia di una parola.

Chiavi
Ogni volta che Christian porta Anastasia nella Camera dei Piaceri viene inquadrata la famosa chiave dorata che presumibilmente schiuderà un nuovo mondo erotico alla brava ragazza. Ma se parliamo di chiavi e di legacci, vi ricordo Legàmi di Almodovar in cui un giovane Banderas pre-galline e una splendida Victoria Abril si menano e si ammanettano con molta più convinzione e migliori risultati di quanto facciano i nostri due disgraziati.

Aliante
L’ultima, crudele stoccata che vogliamo darvi non ha a che fare col sesso (anche se volendo si può leggere una metafora sessuale nello slanciato aliante guidato da Christian che, penetrando l’aria, manda Anastasia in visibilio nel sedile davanti). Ma quando si parla di aliante non si può dimenticare Steve Mc Queen ne Il caso Thomas Crown. Tutto il resto è noia.

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