Un Bolero rovente scalda laVerdi

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E a far dimenticare il freddo clima autunnale della serata aiutano le sonorità spagnole ricreate dal chitarrista Miloš Karadaglić assieme alla Filarmonica

Come un’illusione d’estate in mezzo al primo freddo autunnale che si è abbattuto su Milano, il concerto de laVerdi ci riscalda il 6 novembre con un programma interamente dedicato alle sonorità spagnole ricreate per grande orchestra tra Otto e Novecento: da Rimsky-Korsakov (Capriccio spagnolo) a Manuel De Falla (El sombrero de tres picos, Suite n. 2), da Joaquin Rodrigo (Concerto de Aranjuez, eseguito dall’ospite d’onore della serata, il chitarrista montenegrino Miloš Karadaglić) a Maurice Ravel (Bolero), è un susseguirsi di brani celebri e coinvolgenti, eseguiti con decisione dall’orchestra guidata dal suo direttore Zhang Xian.

Non sono mancate, però, alcune ombre a offuscare per brevi momenti questo tripudio di sole spagnolo. L’equilibrio fonico del Concerto de Aranjuez, per sua natura delicatissimo, in più momenti (e in particolare nel primo movimento) non è stato sempre buono, con l’orchestra (troppi archi?) che tendeva a prevalere sul solista. Miloš Karadaglić, che pure ha sostenuto una buona prova nel suo debutto milanese, si è forse allontanato troppo dal carattere generale del concerto nella scelta del brano solistico, la suite per chitarra sola Koyunbaba di Marco Domeniconi. Un discorso a parte merita il bis: una melensa interpretazione della celebre melodia tratta dalla colonna sonora del film Jeux interdits, con l’aggiunta di un accompagnamento d’archi di cui si poteva fare a meno.

Al di là, comunque, di queste imperfezioni, il concerto ha avuto un’intensa partecipazione del pubblico, che ha raggiunto il suo apice nel conclusivo Bolero, capolavoro a orologeria che a ogni ascolto lascia stupiti:  da ogni parte volti a mani scandivano il tempo come ipnotizzati prima del liberatorio applauso finale.

Si ritorna nelle fredde strade di Milano con quel ritmo ancora dentro (mi scopro a canticchiarlo mentre raggiungo la metro più vicina), ultimo riverbero delle luminose sonorità spagnole che ci hanno piacevolmente accompagnato in questa sera.

Concerto dell’Orchestra sinfonica di Milano Giuseppe Verdi: direttore Zhang Xian, chitarra Miloš Karadaglić all’Auditorium di Milano

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