Torneranno le sale

In Cinema, Fotografia, Teatro, Weekend

Un progetto di Laila Pozzo e Assunta Sarlo dedicato al teatro e al cinema nel tempo della pandemia, con uno sguardo al futuro

Vedete queste facce? Sono attori, attrici, registi, esercenti, direttori artistici, sono, in una parola, il popolo delle sale. Hanno posato per l’obiettivo di Laila Pozzo nei loro luoghi, da tempo chiusi a chi dà loro l’anima e il senso del fare teatro o cinema, ovvero il pubblico. L’anno della pandemia è stato il tempo più doloroso e difficile e ancora adesso, primi giorni del gennaio 2021, non si vede la luce che guiderà i nostri passi a rientrare in quelle sale e aspettare, insieme, che lo spettacolo ricominci. Ma Il progetto che qui vedete, ospitato su breakaleg.it e su cultweek.com , realizzato da Laila Pozzo e da chi scrive, non ha voluto guardare al vuoto delle sale che abbiamo visto, in questi lunghi mesi, testimoniato da giornali, siti, video e quant’altro. Invece  abbiamo voluto, con l’aiuto di chi ha aderito e che ringraziamo, lanciare uno sguardo, una possibilità, un’idea di futuro: a tutti abbiamo chiesto una breve riflessione sulla necessità –  creativa, sociale, culturale, collettiva – dell’andare in scena, dell’aprire un sipario, del dare il via ad un film. Torneranno le sale, questo il titolo che abbiamo scelto con un omaggio riconoscente  a Ermanno Olmi, non contiene punto interrogativo: è, senza retorica, l’affermazione che di quell’incanto, di quel rito collettivo, di quell’esperienza – da lodare o stroncare, ai due estremi – abbiamo e avremo sempre tutti enormemente bisogno.

Ferdinando Bruni, Elio De Capitani e Fiorenzo Grassi, Teatro Elfo Puccini
Lo dico da spettatore, ho bisogno che il teatro torni, è la cosa che amo di più e che faccio in giro per il mondo: godere di spettacoli in cui non ho fatto neanche una briciola. E lo dico da artista:  il teatro mi è necessario, lo penso come una fabbrica di produzione continua di valori simbolici per il paese in ci vivo. Siamo abituati a pensare che l’arte sia qualcosa di non necessario, ma è proprio l’arte ciò che le grandi civiltà hanno lasciato. Il nostro compito è farla vivere: e noi continuiamo a produrla, a pensare al futuro, al domani. Non vediamo l’ora di tornare a teatro, di fare teatro, di vedere il teatro degli altri. (Elio De Capitani)
Lionello Cerri, Anteo Spaziocinema
Andare al cinema o a teatro è un’operazione dinamica, di condivisione con gli altri. L’importante è ritrovare il piacere di entrare in un luogo, trovare dei simili che non conosci, ma che hanno  tante cose in comune con te. Bisogna farlo in sicurezza, certo, ma  dobbiamo recuperare la possibilità di allenare la mente con uno dei modi più piacevoli  che abbiamo di trascorrere il nostro tempo.
Gaia Calimani, Antonio Syxty, Valeria Cavalli, Gaetano Callegaro
Teatro Litta
Mai come in questo periodo il teatro è un farmaco omeopatico contro la paura e quindi occorre a tutti noi  poter tornarci al più presto per gettare il cuore oltre l’ostacolo e vedere, come diciamo noi del Litta, oltre l’arcobaleno.
Renato Sarti, Teatro della cooperativa
La più bella definizione del teatro viene dalla mamma di Bebo Storti. Quando le hanno chiesto ‘Perché vai a teatro?’ ha risposto ‘Come mangio, bevo, dormo, respiro così vado a teatro”. Meravigliosa.
Andrée Ruth Shammah, Teatro Franco Parenti
Il teatro è necessario perché è il luogo in cui una maggioranza, una moltitudine, diventa una cosa sola, il pubblico. E questo ci è indispensabile.
Monica Naldi e Paola Corti, Cinema Beltrade
Il cinema al cinema non morirà mai. È un’esperienza unica, insostituibile, sei allo stesso tempo da solo e insieme gli altri. Ed è magico.
Marzia Ginocchio, Gianmario Longoni, Teatro degli Arcimboldi
Il teatro è il palcoscenico del vostro domani, vi sfidiamo a poterne fare a meno.
Il teatro non ha memoria? Il teatro non si costruisce, è un istante, il prossimo istante.
Graziano Palamara, Guido Casali e Agata De Laurentiis, Il Cinemino
Torneranno le sale. Il pubblico tornerà a vivere un’esperienza collettiva di cinema. Ce lo auguriamo e ci crediamo fermamente, è questo il motivo per, cui tre anni fa, abbiamo creato un luogo in cui l’accoglienza e la fruizione collettiva fossero alla base della visione di un film.
Federica Fracassi, Renzo Martinelli, Teatro i
Siamo responsabili dei nostri gesti, dovremmo esserlo sempre anche della nostra parole. Non è un caso allora che la stagione spezzata dal Covid si intitolasse ‘Il resto è silenzio’.  Il teatro i ha sempre avuto un carattere di fragilità e, in questo momento così particolare, dobbiamo pensare di essere un teatro appena nato, con tutti i rischi e tutte le parole importanti che devono essere dette. Quindi, benvenuti al mondo!
Alessandro Arnone, Teatro Manzoni
Il teatro è e sarà necessario perché è un luogo magico in cui si celebra un rito collettivo, in osmosi di sentimenti e passioni tra palcoscenico e platea. Ed è unico: è lo spazio dello spettacolo dal vivo in un’epoca che ci ha abituato a vedere la realtà mediata da uno schermo, quello del telefonino, del pc o del tablet. Il teatro ci permette ancora di vedere la finzione nella realtà, in diretta.
Paolo Trotti e Simona Migliori di Linguaggi Creativi
Andare a teatro è come un rito, come mangiare, dormire, fare l’amore. E si spera che,  quando riaprirà,  avrà la stessa qualità del mangiare, dormire, fare l’amore, quando è buono. Speriamo.
Tommaso Amadio e Bruno Fornasari, Teatro Filodrammatici
Non sappiamo se il teatro sarà necessario, pensiamo che potrà e sarà utile se ci aiuterà a passare  questo momento di ansia e paura, mettendo al centro i nostri desideri, le nostre aspirazioni, i nostri sogni. Insomma tutto quello che può aiutarci ad andare avanti e a raccontarci come persone che possono tenere a bada le proprie paure. E quindi ripartire.

In apertura: André Ruth Shammah, Teatro Franco Parenti. Tutte le foto del progetto ‘Torneranno le sale’ sono di Laila Pozzo .