“The Fabelmans”, come Spielberg ha scoperto la magia del cinema

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In “The Fabelmans”, sorretto da un cast pieno di vivacità e sensibilità (Gabriel LaBelle, Michelle Williams, Paul Dano, Seth Rogen), il “mago” di Hollywood racconta l’origine della sua grande passione. La penna di Tony Kushner lo aiuta a ritornare al divorzio dei genitori e alle ansie dell’adolescenza, quando inizia a capire che la vita sarà per lui immagine in cerca di mezzi tecnici. Ma dovrà anche imparare a miscelare ciò che restituisce l’occhio del cinema a quello che regala il vivere quotidiano

Nel suo 36mo film, The Fabelmans, da non perdere assolutamente, Steven Spielberg racconta l’origine della sua passione per il cinema, nata in famiglia come hobby dopo aver visto Il più grande spettacolo del mondo, il kolossal circense di Cecil B. De Mille del ’52. Ma non solo, per la prima volta il grande regista racconta il divorzio dei suoi e le ansie adolescenziali da high school, non solo feste di fine anno ma anche l’antisemitismo californiano del periodo. E la vita diventa per lui immagine che va in cerca di mezzi tecnici, ed impara a miscelare ciò che restituisce l’occhio del cinema a quello che ti regala il vivere quotidiano. Ci racconterà infatti, questo regista che è un marchio di fabbrica, sia cose spettacolari e straordinarie di altri mondi, con extraterrestri e dinosauri, sia i destini infami della storia quando diventa metodo di organizzate sevizie, come in Schindler’s list.

C’è sempre un cambio da fare, come nel Ponte delle spie, ma gli occhi devono restare spalancati sul grande schermo, come quelli del teen Steven, sotto mentite spoglie. Il suo film è allegro come fischiettasse, tocca alti e bassi, fa rivivere le meraviglie dei sogni e ci apparecchia una storia vera raccontata con un piglio e una disinvoltura narrativa che oggi sono introvabili altrove.

Questa educazione sentimental-cinematografica passa anche attraverso i pasticci del suo paese organizzato come un gran carnevale (quello di Sugarland Express e dello Squalo), ma da questa bella confusione Spielberg trae emozioni forti, sorrisi importanti, commozioni non retoriche ma tutte interiori. Fino al memorabile finale in cui in un incontro John Ford (recitato da un ospite a sorpresa) gli spiega il concetto della linea dell’orizzonte nella inquadratura del cinema, facendo il paio con la spiegazione di De Niro-Fitzgerald negli Ultimi fuochi.

Grande cast che sprizza vivacità, verità e sensibilità: il ragazzino è Gabriel Labelle, gli adulti Michelle Williams, Paul Dano e Seth Rogen, un triangolo. E una lode alla scrittura autentica e verace che si deve alla penna di un “angel in America” che da tempo collabora col mago, Tony Kushner.

The Fabelmans, di Steven Spielberg con Gabriel LaBelle, Michelle Williams, Paul Dano, Seth Rogen, Oakes Fegley, Gabriel Bateman, Nicolas Cantu, Julia Butters, Sam Rechner, Judd Hirsch, Jeannie Berlin, Robin Bartlett, Keeley Karsten

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