Sorpresa: il videogame diventa film e non sfigura. Anche senza joypad

In Cinema

Il regista Ruben Fleischer, criticato per “Zombieland” e “Venom”, si riscatta portando sullo schermo in “Uncharted” le avventure di Nathan Drake e del suo mentore Victor Sullivan, ben interpretati da Tom Holland e Mark Wahlberg, duo dinamico e affiatato. In attesa di un probabile secondo cine-episodio

Strano caso quello di Uncharted, film tratto da un videogame ispirato ad altri film, ed esordio ufficiale della Playstation Sony Productions, casa cinematografica nata con lo scopo dichiarato di trasformare i propri giochi in pellicola. È anche vero, d’altra parte, che oggi il mercato videoludico offre storie dalla trama spesso più complessa e studiata di quelle per il grande e piccolo schermo (vedere per esempio alla voce Last Of Us, non a caso prossimo titolo in cantiere del brand). Ma se l’osservazione “sembra un film” è ancora oggi il miglior complimento che si possa rivolgere a un prodotto per console, quando succede il contrario ecco che iniziano i problemi: l’adattamento/prequel cinematografico delle avventure di Nathan Drake è, di fatto, un videogioco senza joypad, un’attrazione da parco giochi patinata e mai sopra le righe, da superare con astuzie e acrobazie, uno schema dopo l’altro.


Non che arrivare in sala sia stato facile, tra abbandoni in sequenza di candidati registi per “divergenze
artistiche”, continui stop e rinvii dovuti alla pandemia, e polemiche legate alla scelta di un cast per cui ogni fan si sentiva in diritto di dire la sua. A condurre in porto un progetto pieno di falle fin dal varo è Ruben Fleischer, regista a cui, in altre condizioni, probabilmente Hollywood non avrebbe affidato nemmeno la direzione del trailer: nel suo poco invidiabile curriculum figurano infatti, oltre ai due demenziali Zombieland, il fiasco di pubblico e critica Gangster Squad (nonostante un cast di primissimo livello per nomi e qualità) e soprattutto quel Venom bollato ancora oggi come uno dei peggiori cinecomic di sempre.

Eppure, per una volta, Fleischer riesce a fare il suo, sfornando due ore di proiezione divertenti quanto basta per intrattenere il pubblico, soprattutto quello più giovane, senza particolari controindicazioni o cadute di stile. Non è il caso però (non ancora, perlomeno) di scomodare con paragoni persi in partenza grandi classici come Indiana Jones o 007, o kolossal commerciali per famiglie come Pirati dei Caraibi. Buona parte della sufficienza raggiunta a fatica dallUncharted cinematografico pesa soprattutto sulle spalle dei suoi interpreti, o meglio di due attori principali a prova di bomba sul piano commerciale: nonostante le proteste per un aspetto decisamente più giovanile rispetto alla versione canonica del suo alter-ego protagonista, Tom Holland si rivela una volta di più uno dei volti su cui puntare a occhi chiusi nel genere della commedia d’avventura. Al suo fianco, l’inossidabile Mark Wahlberg, nei panni dell’aiutante e mentore Victor “Sully” Sullivan è un contrappunto altrettanto efficace, dimostrandosi perfettamente a proprio agio anche quando non c’è da prendersi troppo sul serio.

È questo inedito dinamico duo la nota più lieta del film, per carisma e affiatamento, conquistando il pubblico al di là dello sviluppo della trama (il che non è necessariamente un buon segno) e lasciando ben sperare per i prossimi, inevitabili capitoli della serie. Peccato non si possa dire altrettanto del resto del cast: Antonio Banderas, l’altro nome di grido in locandina, è un cattivo interessante ma poco sfruttato rispetto alle potenzialità solo accennate dal personaggio, mentre le controparti femminili Tati Gabrielle (al suo esordio sul grande schermo) e Sophia Taylor Ali (nei panni di Chloe Frazer, una delle protagoniste della serie originale) non lasciano mai il segno come dovrebbero e potrebbero. Per entrambe comunque una falsa partenza, più che una bocciatura vera e propria: nonostante al momento non si parli ufficialmente di sequel in cantiere, al netto di una prima accoglienza da parte della critica oltreoceano tutt’altro che positiva, la pellicola di Fleischer riesce se non altro a guadagnarsi il diritto a una seconda chance. D’altro canto, anche l’immancabile doppia sequenza post-credit incuriosisce quanto basta, promettendo almeno un nuovo episodio. Sarebbe il minimo per una saga che ha già dimostrato, nella sua versione videoludica, di avere i numeri per fare sicuramente più e meglio di così.

Uncharted di Ruben Fleischer, con Tom Holland, Mark Wahlberg, Antonio Banderas, Tati Gabrielle,
Sophia Taylor Ali

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