Persone normali ma non solo. L’ascesa brillante di Sally Rooney

In Letteratura

Sally Rooney, irlandese classe 1991, due romanzi di successo all’attivo (“Parlarne tra amici” – Einaudi 2017 e “Persone normali” – Einaudi 2018) e una serie tv in uscita in questi giorni tratta proprio dal suo ultimo libro, viene oggi riconosciuta come la prima grande scrittrice dell’era millennials per le sue storie d’amore all’epoca del tardo capitalismo.

Nata a Castelbar, cittadina dell’Irlanda occidentale, in una regione rurale e relativamente decentrata, Sally Rooney si trasferisce a Dublino per frequentare gli studi letterari al Trinity College e si ritrova catapultata in un ambiente sociale che non sapeva esistesse: i compagni di classe in “giacche da caccia cerate e pantaloni color prugna” (come scriverà in Persone normali) e i cui genitori hanno causato la crisi che nei primi anni 2000 fece perdere il lavoro a suo padre.

Quello per cui non ero preparata era incontrare la classe di persone che gestiscono il paese. Ho avuto la sensazione da un lato di essere sconvolta, ma dall’altro di voler mettermi alla prova con quelle persone, per dimostrare che sono brava quanto loro. Non so perché — avrebbe avuto molto più senso lasciarli stare — ma quello è un fascino che non è puramente una repulsione.

L’inizio della carriera da scrittrice della Rooney può facilmente collocarsi in concomitanza con la pubblicazione di un pezzo di saggistica personale nel 2015 intitolato: Anche se mi batti scritto per The Dublin Review, in cui Sally racconta la sua esperienza (e suoi numerosi successi) nell’ambito dei Dibattiti Competitivi, veri e propri campionati in cui i partecipanti si sfidano in duelli verbali su temi quali la politica e l’economia.

In quel pezzo dice di sé stessa: “Quando avevo 22 anni ero dibattitore competitivo numero uno nel continente europeo”.

La precocità dialettica di Sally Rooney è arricchita da un senso critico e sociale fondato sulla matrice marxista della sua educazione, nella quale si riconosce ancora oggi. Il detto di Marx “Da ciascuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo i suoi bisogni” era il catechismo familiare.

Contrariamente alla sua volontà quel saggio non rimane anonimo e, proprio grazie a quella pubblicazione così irriverente e acuta, Sally si fa notare dall’agenzia letteraria The Wylie Agency che le chiede se avesse pronto anche qualche scritto di fiction. Ed è così che in brevissimo tempo Sally riceve numerose offerte per la pubblicazione del suo primo romanzo, Parlarne tra amici, che vede la luce nel 2017.

Dietro alle trame di amicizia e di amore in cui si muovono i personaggi dei suoi romanzi, la fiction della Rooney si occupa in realtà delle dinamiche di potere tra differenti gruppi sociali e di come queste possano oggi influenzare il comportamento e le relazioni stesse tra le persone. Anche se non sarebbe corretto ricondurre tutta la sua produzione narrativa a quel saggio di inizio carriera, è possibile riconoscere nelle sue storie un “gusto per l’aggressività interpersonale ritualizzata e astratta”, citando il suo stesso saggio.

Il giudizio della Rooney diventa particolarmente esplicito su questioni che stimolano la sua coscienza sociale e che rivelano in modo più o meno diretto il suo orientamento politico.

Un esempio di questo è un’intervista che precede di poco la pubblicazione del suo primo romanzo, rilasciata all’Irish Indipendent, in cui Sally non nasconde le sue critiche per quello che in Irlanda viene considerato un eroe nazionale: “Odio Yeats! Molte delle sue poesie non sono un granché.  Ma come è diventato un emblema della letteratura irlandese quando invece quest’uomo era orribile? Era un grande fan di Mussolini, era davvero innamorato del fascismo, credeva profondamente nell’idea di una “classe nobile” superiore per nascita alla plebe. E al tempo stesso sedeva al Senato.
Non era solo quell’innocuo e strambo poeta che tutti conoscono. La gente lo interpreta male in questo paese e quando ci viene insegnato a scuola, è solo agiografia”.

Nonostante questa sua posizione netta e graffiante, la voce narrativa della Rooney non è mai aggressiva né sopra le righe, ma piuttosto schietta e misurata. Così in un passaggio di Parlarne tra amici, Frances, la protagonista del libro, dice a Nick, con il quale ha una relazione, che ha recentemente dormito con un ragazzo che ha conosciuto su Tinder. Nick, tagliando le cipolle, le chiede come fosse stato.

Era terribile, risponde Frances. Mi ha detto che amava Yeats, ci credi? Ho praticamente dovuto impedirgli di recitare “The Lake Isle of Innisfree” nel bar.
Wow, mi sento male per te.
E il sesso è stato tremendo. Nessuno a cui piace Yeats è capace dell’intimità umana.

È così che la Rooney inserisce nei suoi romanzi, giudizi netti ed opinioni volte soprattutto a creare reazioni e prese di posizione.

Il primo dei due romanzi scritti dalla Rooney, Parlarne tra amici, intreccia la vita di una coppia di studentesse universitarie, Bobbi e Frances – ex amanti che sono ancora migliori amiche, e autrici e performer di spettacoli di poesia – con quella di Melissa e Nick, coppia di trentenni con uno stile di vita borghese che oscilla alternativamente tra l’elettrizzante e il patetico. Il romanzo è stato da subito un grande successo di pubblico e di critica, tra cui Zadie Smith, che lo ha elogiato come uno di quei “debutti che non riesci a credere sia un debutto” e Sarah Jessica Parker, che ha scritto su Instagram: “Questo libro. Questo libro. L’ho letto in un giorno. E sento che non sono la sola”. Lo slogan di marketing studiato per il lancio del romanzo dal suo editore era “La Salinger per la generazione Snapchat“, ma questa definizione rischia di essere troppo esemplificativa. Le giovani protagoniste del suo romanzo sono sì deluse dal mondo degli adulti, ma allo stesso tempo sono anche incuriosite e galvanizzate dalla quotidiana scoperta. Scettiche ma inevitabilmente attratte.

Il secondo romanzo della Rooney, Persone Normali, uscito nel 2018, nello stesso anno è stato nominato per il Man Booker Price, votato libro dell’anno per il premio Waterston e ha vinto come miglior romanzo il premio Costa. Nel 2019 il Guardian l’ha classificato come venticinquesimo tra i migliori 100 romanzi del XXI secolo.
Come il suo primo romanzo, anche Persone Normali è fondamentalmente una tragicommedia romantica. Ciò che rende interessante il romanzo non è tanto la trama quanto i personaggi, e le relazioni seducenti entro cui si muovono, coinvolgendo il lettore in modo così profondo e in una dinamica così naturale che sorprende per maturità. Nei capitoli di apertura, Marianne, una studentessa liceale intelligente e impopolare la cui madre single è un avvocato, inizia una relazione segreta con Connell, uno studente liceale intelligente e popolare la cui madre single è la domestica della casa della famiglia di Marianne. La Rooney scrive di Marianne:

Si comportava come sempre, come se non fosse mai successo, leggendo il suo libro appoggiata agli armadietti come al solito, entrando in discussioni inutili.

Non è infrequente nei romanzi della Rooney trovare giovani donne impegnate in un sabotaggio intellettuale, apparentemente casuale, volto a demolire ogni mediocrità che attraversa le loro strade, solo per gusto di farlo.

La qualità del pensiero, presente nei suoi romanzi, elimina la necessità di inutili retoriche. I passaggi più potenti della Rooney sono spesso sottili e nascosti.

 In Parlarne tra amici, una festa da Melissa e Nick è “piena di musica e persone che indossano lunghe collane”, una frase apparentemente neutra che in realtà produce una istantanea avversione nei confronti degli atteggiamenti altoborghesi.

In Persone normali, ad un certo punto Connell lascia Marianne, per il timore del giudizio dei suoi coetanei nel caso scoprissero la loro relazione, e si mette insieme alla ragazza più ambita della classe, Rachel; non perché lo desidera ma per accettazione passiva della sua predestinazione sociale. Scrive la Rooney: “

Lui e Rachel hanno iniziato a vedersi a luglio. Tutti a scuola sapevano che a lei piacesse lui e consideravano il loro attaccamento solo come una personale conquista da parte sua.

Come dire: una ragazza mediocre non può competere con una intelligente. E ancora una volta la Rooney nasconde nei dettagli il suo pensiero nitido e lo traspone sul lettore.

La grande capacità della Rooney risiede nell’uso della parola, nel saperla manipolare per creare opinione in maniera nascosta.  Anche se, per sua stessa ammissione, non è più convinta del valore sociale che hanno gli scrittori di fiction. Come riportato in un’intervista rilasciata all’Irish Indipendent: “C’è una parte di me che non sarà mai felice di sapere che sto solo scrivendo intrattenimento, realizzando oggetti estetici decorativi in un momento di crisi storica”.

Un altro tratto distintivo della narrazione della Rooney è la propensione epistolare della comunicazione tra i suoi personaggi. Le relazioni contemporanee sono caratterizzate dall’onnipresenza del testo, e questo crea un punto di rottura rispetto al recente passato: è ciò che accade tutti i giorni attraverso i nostri computer e cellulari. Questo, nel modo di scrivere della Rooney, appare in modo innato; internet non è soggetto dei suoi racconti, non più di quanto la lettera lo fosse per Jane Austen. Sally Rooney ha assimilato la comunicazione online ad un nuovo tipo di prosa, lo fa in modo totalmente naturale e assolutamente non appariscente.

Le e-mail, i messaggi istantanei, i post di Facebook sono una parte indiscussa delle routine quotidiane dei suoi personaggi.

Dopo un bacio illecito, Frances riceve un’e-mail da Nick e si costringe ad aspettare un’ora prima di rispondere. “Ho visto alcuni cartoni su Internet e ho preparato una tazza di caffè”, ricorda. “Poi ho letto di nuovo la sua e-mail diverse volte. Mi ha sollevato il fatto che avesse scritto tutto in minuscolo come sempre. Sarebbe stato drammatico introdurre la capitalizzazione in un tale momento di tensione”. Leggendo le nostre vite, diventiamo tutti dei critici di noi stessi.

Più tardi, Frances e Bobbi provano a guardare il film Brasile, ma Bobbi si addormenta. “Non mi andava di guardare il film da sola”, dice Frances, “quindi l’ho spento e ho semplicemente letto Internet”.

Uno scrittore più anziano avrebbe forse scritto “navigato su Internet” o “guardato Internet”, ma “leggere Internet” ha in sé il carattere dell’alfabetizzazione digitale nativa.

C’è anche qualcosa di attuale nella neutralità del tono della Rooney; come “rompere Internet”, “leggere Internet” contengono una sottile ironia sulla contrapposizione di un verbo attivo generico e la vastità della cosa su cui agiscono. La trasposizione della voce Internet di Rooney sulla pagina porta una certa tensione nella sua narrazione.

Quando Frances osserva che “Melissa ha usato una grande macchina fotografica professionale e ha messo molti obiettivi diversi in una speciale custodia per fotocamera”, è impossibile dire se Frances sia impressionata da Melissa oppure la prende in giro. Come nel linguaggio sintetico, tipico dei tweet, si potrebbe interpretare la frase in entrambi i modi.

Sally Rooney è stata accolta come una voce più del suo tempo che dei suoi luoghi, più contemporanea che irlandese. Il Times l’ha definita “il primo grande autore millennial”.

Nella gerarchia delle identità letterarie associate alla Rooney, il tema del contemporaneo è più importante di quello irlandese, ma il post-recessione, il tardo capitalismo, risulta ancora più importante del contemporaneo.

La sua scrittura emana ansia per il capitalismo, che pretende di essere un sistema meritocratico ma in realtà funziona come una diabolica inversione del comunismo, ridistribuendo ricchezza e privilegio per il capriccio delle persone che già hanno quelle cose. I personaggi agiati descritti dalla Rooney non sono particolarmente ambiziosi, hanno soglie di stress basse e preferiscono le vacanze all’estero ai lavori d’ufficio. La Rooney sta scrivendo romanzi di buone maniere in un’era in cui non c’è più l’aspettativa di prendersi cura degli altri.

Un altro tema centrale dei romanzi della Rooney è la sessualità che riesce a essere sempre intensa e tenera allo stesso tempo e in cui il punto di vista è quasi sempre declinato al femminile. Il sesso viene descritto come una pausa da una società di sorveglianza anche se ti espone all’interno di un’altra singola anima. E nel farlo le individualità tornano ingenue, prive di sovrastrutture.

Molti altri sono gli spunti di analisi e critica sociale presenti nei suoi romanzi, come la posizione a favore dell’aborto che emerge in Parlarne tra amici (al tempo della scrittura del romanzo l’aborto era illegale in Irlanda; restrizione poi decaduta con l’abrogazione dell’ottavo emendamento nel 2018) o come il rapporto con la religione per la quale la Rooney evidenzia che per la struttura morale occidentale dominante, quella del Cristianesimo, l’intera idea del sacrificio sia in qualche modo decaduta, esaltando l’impossibilità di un’integrità morale all’interno di un mondo materialista e la contemporanea accettazione della fallibilità umana attraverso la consapevolezza della propria natura.

Ma l’argomento più interessante, e in qualche modo più rischioso tra quelli trattati dalla Rooney, è quello della trascendenza attraverso l’interdipendenza. Alla fine di Parlarne tra amici, Frances decide di continuare la sua relazione con Nick, nonostante i suoi deficit. “Vivi attraverso certe cose prima di capirle. Non puoi sempre assumere una posizione analitica “, afferma abbandonandosi alla fiducia. C’è una salvezza, sembra dire la Rooney, nel darsi completamente ad un’altra persona, proponendo un mondo in cui potremmo smettere di scusarci per scusarci, in cui potremmo cercare un compromesso e vedere la vulnerabilità come una forma di coraggio. Potremmo smettere di proteggerci e amarci in modo imperfetto.

In questi giorni esce per Hulu e BBC la serie TV tratta da Persone Normali.
Il Guardian l’ha definita “un trionfo da ogni punto di vista, dalla recitazione alla regia alla sceneggiatura, che racconta perfettamente la bellezza e la brutalità del primo amore” e la stessa Rooney, dopo aver visitato il set, entusiasta per la fedeltà della trasposizione ha commentato “è come camminare dentro la mia testa”.
Il successo annunciato di una narrazione che non sembra avere limiti formali.

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