Passione seriale: donne in azione tra giallo, thriller e spy story

In serieTV, Weekend

Donne detective in tutte le sfumature del giallo e del nero e con esiti più o meno riusciti: tutto ciò che serve di nuovissimo o di garantito per fare una scorpacciata natalizia ad alta tensione

Di donne detective è piena la serialità televisiva, con o senza i tacchi a spillo, fin dai tempi della Signora in Giallo alias Jessica Fletcher. E lei non era comunque stata la prima, preceduta fra l’altro dalla nostrana Lauretta Masiero, che già nel 1965 con Le avventure di Laura Storm aveva aperto la strada portando in prima serata sulla Rai una giornalista-investigatrice esperta in judo, karate ed ironia.

Ma per molto tempo le figure femminili sono state in gran parte confinate nei territori di quello che veniva tradizionalmente chiamato giallo-rosa. Come se l’intreccio di delitti e sentimenti dovesse essere esclusivamente una faccenda femminile. Come se gli uomini, invece, non si innamorassero mai, o non venissero mai condizionati nel loro lavoro quotidiano, quindi nelle loro indagini quando si tratta di poliziotti o detective, da emozioni, sentimenti e stati d’animo.

Da qualche tempo la musica è cambiata. Finalmente. E di donne detective se ne trovano di tutti i tipi. Alcune notissime, di grande successo, altre passate quasi inosservate. Tutte per qualche motivo interessanti. Perché raccontano il femminile in un modo che sarebbe semplicemente stato impensabile qualche anno fa, attraverso le varie sfumature che vanno dal giallo al nero passando per il thriller fino a sconfinare nello spionaggio.

Tra le novità in arrivo, da tenere d’occhio soprattutto True Detective: Night Country, la quarta stagione della serie antologica crime targata HBO, che debutterà in esclusiva su Sky il 15 gennaio. La serie cominciata nel profondo Sud degli USA con Woody Harrelson e Matthew McConaughey si è spostata all’estremo nord, in Alaska, e vede protagoniste Jodie Foster (foto in apertura) e Kali Reis, due detective che devono risolvere un’inspiegabile serie di omicidi, riportando alla luce sanguinosi segreti sepolti nel ghiaccio e procedendo a tentoni nel buio della gelida notte artica.

È già disponibile su Disney+ A murder at the end of the world, un curioso mix di classicissimo intreccio giallo (viene subito in mente l’Agatha Christie di Dieci piccoli indiani) e suggestioni apocalittico-high-tech, tra intelligenza artificiale al comando e apocalisse dietro l’angolo. Darby Hart (Emma Corrin, la giovane Lady Diana di The Crown) è una detective dilettante, scrittrice di romanzi gialli e hacker abilissima. Invitata insieme ad altre otto persone a una festa in una villa isolata in mezzo alla neve, scopre che il padrone di casa è il miliardario Andy Ronson (Clive Owen), guru della lotta contro il cambiamento climatico, e tra gli ospiti c’è il suo ex fidanzato, l’artista Bill Farrah (Harris Dickinson), che avrebbe preferito non rivedere mai più nella vita. Naturalmente ci scappa istantaneamente il morto e tocca indagare. Non si tratterà di certo di un’indagine classica, e questa serie ambientata tra i ghiacciai islandesi rivela più di un motivo di interesse. Non ultimo la protagonista: un po’ Alice nel Paese delle Meraviglie, un po’ Miss Marple, capace di occupare il centro della scena con sorprendente sicurezza. Forse perché Darby, figlia del coroner della contea, è cresciuta in mezzo ai cadaveri, diventando una giovane donna ipersensibile, introversa, ossessiva e vulnerabile, e proprio per questo più propensa a immedesimarsi nelle vittime che nell’assassino. Soprattutto perché Darby è un personaggio sfaccettato e fascinoso, in grado di misurarsi con spavalda energia anche con l’intelligenza artificiale e i suoi paradossi. Oltre che con l’inevitabile obiettivo assoluto: immaginare il futuro della Terra e trovare una soluzione per salvare il pianeta.

Tra le serie arrivate negli ultimi mesi da segnalare Operazione Speciale: Lioness, su Paramount+. È la prima spy story seriale firmata da Taylor Sheridan, maestro del western in versione contemporanea. Dopo aver esplorato in lungo e in largo questo universo (da Yellowstone a 1883, da Hell or High Water a I segreti di Wind River) Sheridan ha deciso di mettere in scena una squadra antiterrorismo della Cia, incaricata di smantellare una cellula terroristica attraverso una spericolata operazione sotto copertura. Il cast è decisamente notevole e comprende Zoe Saldana, Nicole Kidman, Morgan Freeman e Michael Kelly, ma la protagonista, l’agente infiltrata che rischia la vita a ogni respiro, è la canadese di origini brasiliane Laysla De Oliveira, ed è alla sua tenace e fragile presenza che si rimane appesi, puntata dopo puntata. Non si può fare a meno di notare che a tradire la tostissima protagonista alla fine è una lacrima. Quanto di più femminile si possa immaginare. Ma il cliché si rovescia nel suo contrario, dal momento che – lacrime o no – la missione verrà comunque portata a termine.

Non rappresenta una novità ma un graditissimo ritorno Happy Valley, serie inglese prodotta dalla BBC di cui è arrivata in autunno su Sky la terza e ultima stagione. Ambientato nello Yorkshire, è una storia di violenza sulle donne che vede protagonista la sergente Catherine Cawood (la magnifica Sarah Lancashire). Il consiglio è quello di recuperare anche la prima e la seconda stagione, perché ci sono detection al femminile interessanti ma stereotipate, mentre Happy Valley no: è ruvida, cattiva, disperata, ma piena di energia vitale. Nonostante tutto.

Anche The Equalizer non è una novità. È arrivata alla terza stagione (su Sky) ed è un remake in chiave femminile della serie anni ’80 Un giustiziere a New York. Il protagonista si chiamava allora Robert McCall ed era interpretato da Edward Woodward, in questa nuova serie è una donna, Robyn McCall, e ha la fisicità prorompente ed energica di Queen Latifah, ex agente della Cia, pronta a tutto per difendere i più deboli, menando le mani quando necessario ma senza mai rinunciare a empatia e intelligenza.

È arrivata alla terza stagione anche Delitti ai tropici (su Sky), una serie di produzione francese tutt’altro che innovativa ma piuttosto gradevole da seguire. Le protagoniste sono Melissa (Sonia Rolland) e Gaëlle (Béatrice de la Boulaye), due donne detective alle prese con crimini efferati e problemi affettivi, tra vecchi mariti e nuovi delitti. Il tutto sullo sfondo della natura lussureggiante della Martinica. Un paesaggio che viene abilmente sfruttato come fosse un terzo protagonista.

Approfittando delle vacanze natalizie, e dell’immensa offerta ormai disponibile sulle varie piattaforme, vale la pena ripescare anche qualche serie non recentissima, ma che magari vi è sfuggita.

Per esempio Collateral, miniserie inglese disponibile su Netflix, con la luminosa Carey Mulligan nei panni della detective Kip Glaspie, alle prese con un delitto apparentemente minore – un rider che consegna le pizze – dietro cui si nasconde una matassa di intrighi politici complessi e difficili da sbrogliare.

Meritala visione anche I delitti di Valhalla, miniserie islandese targata Netflix, popolata di cadaveri brutalmente sfigurati e rimandi a vecchie e tragiche memorie che hanno a che fare con un riformatorio maschile chiuso da tanti anni ma ancora capace di ammorbare l’aria. Una trama inquietante ma tutt’altro che originale, che diventa interessante grazie alla presenza nel ruolo di protagonista dell’abile e spigolosa Kata (Nina Filippusdottir), alle prese con tutta una serie di problemi famigliari ma capace di cogliere ciò che altri non vedono. E risolvere il caso.

Tutt’altraatmosfera, a dispetto del titolo, si trova in La ragazza di Neve, serie Netflix tratta dal romanzo dello scrittore spagnolo Javier Castillo e ambientata a Malaga, dove una giornalista e una ispettrice di polizia mettono a repentaglio tutto – vita e carriera – pur di ritrovare una bambina scomparsa nel nulla durante una processione e ricomparsa, forse, in un video inquietante e misterioso recapitato agli sventurati genitori alcuni anni dopo.

Una detective nevrotica e perspicace è protagonista anche de L’uomo delle castagne (Netflix), serie danese tratta dal romanzo omonimo di Søren Sveistrup, pubblicato in Italia da Rizzoli. È la poliziotta Naia Thulin (Danica Curcic), che si lancia sulle tracce di un serial killer con la foga di una neofita e le capacità di una professionista, mescolando fragilità personali e acume, in un’indagine sporca e crudele che alla fine regalerà ai protagonisti e agli spettatori una soluzione tutt’altro che rassicurante.

Nevrosi e tormenti esistenziali sono le caratteristiche salienti anche della protagonista di Marcella, serie britannica di cui sono disponibili su Netflix tre stagioni. La protagonista è la bravissima Anna Friel, nei panni di Marcella Beckland, ex agente del Metropolitan Police Service di Londra rientrata in servizio dopo una grave crisi personale, legata fra l’altro all’abbandono da parte di suo marito, e tuttora costretta a combattere con un disturbo dissociativo della personalità che le provoca improvvisi blackout. La trama poliziesca, stagione dopo stagione, si evolve in modo piuttosto banale, ma la protagonista riesce a essere parecchio affascinante e convincente, a tratti persino commovente.

Di tutt’altro stampo Jessica Jones, protagonista dell’omonima serie disponibile su Disney+. Una superoina (interpretata da Krysten Ritter) che soffre di stress post-traumatico e decide di aprire un’agenzia di investigazioni a New York. L’idea è di rinunciare totalmente ai superpoteri ma non sarà così semplice. Prendere un personaggio minore del catalogo Marvel e dargli una nuova vita seriale è di per sé un’operazione divertente e Jessica – proprio come la prima e ben più famosa Jessica Fletcher – ha dalla sua una testardaggine e un intuito fuori dal comune, anche se si distingue dalla nobile progenitrice per uno dei caratteri più scontrosi e malmostosi della storia. Misantropa doc, scostante, irritabile e lunatica, non si capisce nemmeno bene perché si ostini così tanto a salvare il prossimo. Nel complesso una serie godibile, anche se non imperdibile, interessante anche perché è uno dei pochi prodotti seriali a vedere protagonista una donna e a presentarsi totalmente privo anche della più piccola traccia di glamour giallo-rosa.

Sì, perché, nonostante tutto, le sfumature di rosa continuano a insinuarsi nelle narrazioni seriali al femminile. È il caso, per esempio, della recente Miss Scarlet and the Duke (disponibile su RaiPlay), ambientata nella Londra vittoriana. La protagonista, Eliza Scarlet (Kate Phillips), è rimasta senza un soldo alla morte del padre, abile investigatore privato, e decide di portare avanti da sola il business di famiglia. Ma naturalmente ci riuscirà solo con l’aiuto del fascinoso ispettore di Scotland Yard William Wellington detto il duca (Stuart Martin). Una narrazione che vira fin da subito verso la commedia romantica, pur con qualche sprazzo di azione, e si rivela ben presto tanto simpatica quanto inconsistente.

Più o meno gli stessi ingredienti li ritroviamo in Miss Fisher – Delitti e misteri (Amazon Prime), ambientata nell’Australia degli anni Venti del Novecento. La protagonista, miss Phryne Fisher (la spumeggiante Essie Davis), è una nobildonna refrattaria a ogni regola, intrepida e sensuale, e in ogni momento pronta a sfoderare la pistola che porta sempre con sé, accuratamente nascosta nella pochette di paillettes. Naturalmente sarà costretta a collaborare con un ispettore di polizia, Jack Robinson (Nathan Page), altrettanto naturalmente finirà col sedurlo. Niente di nuovo sotto il sole, ma un brio autentico e un gusto sicuro nella ricostruzione d’epoca, compreso il meraviglioso guardaroba che la protagonista sfoggia in qualunque occasione mondana e non, quindi anche quando si avventura nei bassifondi di Melbourne.

Sulla carta anche I misteri di Whitstable Pearl dovrebbe presentarsi come un intreccio di giallo e rosa, ma questa serie britannica tratta dai romanzi di Julie Wassmer, visibile su Sky, ha decisamente una marcia in più. A fare la differenza è il rapporto che si instaura tra la protagonista, Pearl Nolan (Kerry Godliman), detective dilettante e proprietaria di un ristorante in una minuscola cittadina balneare, e il burbero poliziotto calato da Londra per risolvere una serie di omicidi. Ogni battuta, ogni incontro, ogni scontro sono costantemente impregnati di un umorismo nero davvero corroborante e capace di invogliare alla visione nonostante gli inevitabili rimandi a tante cose già viste.

Naturalmente, a proposito di delitti e piccole città balneari, il titolo davvero imperdibile è ancora e sempre Broadchurch (attualmente disponibile solo su Pluto Tv). La prima stagione risale al 2013, ma all’interno del genere poliziesco rimane uno dei prodotti seriali più convincenti di sempre, grazie anche alla presenza come protagonisti di Olivia Colman e David Tennant.

Comunque, se come me considerate La signora in giallo un irrinunciabile guilty pleasure, vi segnalo che sulla piattaforma Sky potete ancora e sempre trovare tutte e dodici le stagioni!

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