Luci d’Artista, un museo a cielo aperto per un Natale di cultura

In Arte

Fino al 14 gennaio 2024 la Città di Torino torna a illuminarsi con Luci d’Artista, l’ormai celebre rassegna nata nel 1998 come momento di “cultura alta capace di comunicare con tutti” attraverso le installazioni di alcuni grandi artisti contemporanei per gli spazi pubblici cittadini e che quest’anno celebra la triste notizia della scomparsa di Giovanni Anselmo, che per Luci d’Artista ha realizzato la sua ultima opera.

Luci d’Artista nasce a Torino nel 1998 su iniziativa di Fiorenzo Alfieri, l’allora assessore della Città di Torino. Si tratta di un progetto unico nel suo genere, pensato per aprire i confini dell’arte contemporanea a cittadini e turisti, che semplicemente passeggiando per la città avrebbero potuto fruire opere di importanti artisti al di fuori dei confini di un’istituzione fisica. Nasce così un vero e proprio museo a cielo aperto, composto da luminarie che costellano la città e che ogni anno crescono in numero. Un enorme intervento di arte pubblica nella vera accezione del termine: Luci d’Artista ha il potere di colmare un divario tra cultura e pubblico, attraverso forme che si rapportano efficacemente con gli ambienti storici della città dialogando con un ampissimo spettro di persone. Il risultato è un museo di luce che si snoda nel tessuto urbano, accessibile e declinabile a molteplici livelli di lettura.
La rassegna nasce con l’intento di trasformare le tipiche luci di Natale in interventi artistici di alto livello, intento che poi negli anni si è trasformato ed evoluto, andando a inquadrare la città di Torino come un punto di riferimento europeo per l’arte contemporanea. La città, ricca di storia e cultura, è stata anche la culla di uno dei movimenti artistici più importanti della seconda metà del ‘900: l’Arte Povera, che negli anni ’60 ha messo l’Italia al centro di un dibattito internazionale che ha reso per molto tempo i suoi protagonisti tra gli artisti più guardati di tutto il mondo.

Michelangelo Pistoletto, Amare le differenze, opera permanente in Piazza della Repubblica, facciata della Tettoia dell’Orologio, foto Marco Briola, Courtesy FIAF


Per la 26esima edizione di Luci d’Artista, la fondazione Torino Musei (di cui il progetto fa parte) convoca per la prima volta una figura curatoriale, ruolo assegnato per il biennio 23/24 e 24/25 ad Antonio Grulli. Citandolo, le prime parole che vengono in mente osservando le luci in giro per la città sono ‘stupore e meraviglia’. Per un torinese è ormai una visione abituale nel periodo invernale, ma a chiunque capiti di vedere queste installazioni per la prima volta non può che non provare queste due emozioni.
Daniel Buren, Pietro Gilardi, Joseph Kosuth, Grazia Toderi, Alfredo Jaar e Gilberto Zorio sono solo alcuni dei nomi di artisti Italiani e internazionali che hanno firmato le Luci. Alcune installazioni luminose sono diventate ormai simbolo della città, come i numeri di Merz sulla Mole Antonelliana, i cerchi fluttuanti di Rebecca Horn sul Monte dei Cappuccini o le scritte colorate di Porta Palazzo che recitano ‘Amare le differenze’ di Pistoletto. Torino e le Luci sono, dopo 26 anni, una cosa sola; non si potrebbe più immaginare il tessuto urbano senza di loro, opere permanenti accese da novembre a gennaio.

Daniel Buren, Tappeto Volante, Piazza Palazzo di Città, foto Paola Zuliani, Courtesy FIAF


Ogni anno vengono inaugurate una o più Luci che si vanno ad aggiungere a quelle già esistenti, che spesso cambiano collocazione o vengono prestate per mostre ed eventi in altre città. A fine ottobre è stata inaugurata la 27esima Luce entrata a far parte di questo ampissimo museo. Si tratta di ‘Orizzonti’, a opera del grande maestro dell’Arte Povera Giovanni Anselmo, autore di un’installazione luminosa che presenta i quattro punti cardinali, visibili contemporaneamente dal centro di Piazza Carlo Alberto. Nord, Sud, Est, Ovest, quattro insegne di neon colorate di blu che permettono a chiunque di orientarsi nello spazio in senso lato. Attraverso le opere di Anselmo si può raggiungere una presa di coscienza di elementi eterni e immutabili, di relazioni tra l’individualità e il tutto, tra la terra e l’universo. Tramite espedienti non semplici ma essenziali, l’artista rende visibili le forze del cosmo, della natura, concetti astratti ma che allo stesso tempo ci appartengono come l’orientamento nello spazio, l’equilibrio e la gravità. Essenziale è una parola chiave della pratica dell’artista, grande amante del vuoto. La luce, nonostante il suo apparato tecnico necessariamente ingombrante, diventa anch’essa essenziale, lettere blu che si disperdono nell’immensità del cielo, che ci indicano, ci direzionano, sottolineano la nostra presenza nel qui e ora.

Giovanni Anselmo, Orizzonti, Piazza Carlo Alberto, nuova Luce per la 26a edizione a cura di Antonio Grulli, foto Claudio Pastrone, Courtesy FIAF


Il 18 dicembre, circa una settimana fa, Giovanni Anselmo ci ha lasciato a 89 anni, rendendo ‘Orizzonti’ l’ultima opera realizzata da lui in vita. Questo lavoro, evocatore delle energie del cosmo, di grande trascendenza, acquisisce una spiritualità ancora maggiore dopo l’accaduto. Tramite questi neon blu, Anselmo ci lascia immaginare che nel momento in cui li ha ideati forse avesse già in mente questo passaggio dell’esistenza umana. Immersi in un’unità spaziale incerta, aperta, seguiamo punti cardinali che fluttuano nel cielo e ci trasportano verso mondi altri, verso l’ignoto o, forse, verso ciò che cerchiamo.

Luci d’Artista 2023, a cura di Antonio Grulli, Torino, fino al 14 gennaio 2024

In copertina: Rebecca Horn, Piccoli spiriti blu, opera permanente al Monte dei Cappuccini, foto Marco Briola, Courtesy FIAF

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