La famiglia prima di tutto

In Letteratura

Che cos’è la famiglia? E che cosa lega le persone? Il matrimonio, l’amore e i figli sono i lacci dello spietato ritratto realizzato da Domenico Starnone

I primi a traballare furono quelli di Anna Karenina e di Emma Bovary, poi ci fu il caso di Nora che abbandonò la sua casa di bambola e lo scandalo di Lady Chatterley. Ma, per stare a casa nostra, non fu il principe di Salina a dire: «L’amore. Certo, l’amore. Fuoco e fiamme per un anno, cenere per trenta»?

Messi in discussione come istituzione già più di cent’anni fa, il matrimonio e la famiglia tornano protagonisti di un romanzo che ha fatto molto parlare di sé, Lacci di Domenico Starnone. Se ne può leggere un estratto qui, ma quello che a me interessa è concentrarmi sul concetto di famiglia.

Nel momento in cui si vuol dare per legge una definizione di famiglia, mi sembra utile ricorrere alla letteratura per cercare di capire quel groviglio di amore, di odio, di fughe e di ritorni da cui vorremmo slacciarci – non riuscendoci -, come se i lacci che ci legano fossero anche quelli che ci aiutano a vivere.

La famiglia di Domenico Starnone, all’inizio, è una famigliola felice: un padre, una madre, due bambini. Lui lavora duro, lei tiene le redini della casa. A un certo punto questo patto si rompe: lui si innamora di un’altra e va via di casa. Lei non si rassegna, lui ritorna: e qui inizia la storia.

La storia di quattro infelicità messe a nudo da un evento sinistro, il furto dell’appartamento. Trovare la casa svaligiata dai ladri è senza dubbio un fatto traumatico. Ma se al di là della devastazione non sparisce niente – a parte il gatto – è naturale pensare a una beffa del destino: “Ne approfitti per rimettere a posto le cose, gettando quello che non serve più” suggerisce il giovane carabiniere a cui la coppia fa la denuncia. Decenni di accumulo sparsi sul pavimento diventano così l’occasione di un confronto con ciò che si è diventati: dietro l’apparenza di una coppia normale, si scopre l’antica ferita: il tradimento di lui, l’umiliazione di lei, la sorda aggressività e l’insoddisfazione di una vita passata a fare i conti con la realtà.

E, allora, domandiamoci: che cos’è la famiglia? Una possibile risposta la dà Vanda, la moglie, concludendo che si tratti di «pura casualità»: l’incontro tra due persone che provano simpatia l’una per l’altra, cominciano a frequentarsi, poi fanno l’amore e nascono i figli. Tutto questo è accaduto col marito, ma sarebbe potuto accadere con chiunque altro.

Un’altra risposta, più terribile, la dà la figlia quando ricorda la volta in cui la mamma la condusse dal padre che era in compagnia della giovane amante: come è bella e colorata, pensò. E davanti alla sofferenza esposta della madre ha invidiato la felicità del padre. Una felicità lontana dalla famiglia.

Lacci, di Domenico Starnone, Einaudi, 133 pagine, 17,50 euro

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