Jim Marshall, “occhio” del rock

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Dalla prima volta di Santana ai folli backstage dei Rolling Stones: alla Galleria Leica 20 anni di storia del rock secondo gli scatti del grande fotografo americano

Se il nome Marshall connesso alla musica vi suona familiare, probabilmente il vostro pensiero è corso al brand di amplificatori dell’inglese Jim Marshall.

Io vi parlerò di un altro Jim Marshall (1936-2010), il fotografo americano cui è dedicata Like a Rolling Stone – L’epoca d’oro del Rock nelle fotografie di Jim Marshall, in mostra alla Galleria Leica di Milano fino all’11 di aprile.

Nato a Chicago e cresciuto a San Francisco, anche il nostro Marshall ha a che fare con la musica. Inizia a respirarla fin da giovane, si dà alla fotografia nel ‘58 e in poco tempo conquista il titolo di “pioniere della rock’n’roll photography”.

Sui palchi, nei backstage, lontano dalle scene, durante le tournée, nelle sale di registrazione, nel tempo libero, ha ritratto un bel pezzo di storia della musica dei ‘60 e ‘70, dal rock, al soul, al blues, al pop, approfittando di una prospettiva privilegiata che altri fotografi non si sognavano nemmeno.

Una sera del 1960 a San Francisco Marshall si ferma a parlare con John Coltrane (1926-67) a fine concerto. Il musicista gli chiede indicazioni per Berkeley: lo aspetta un’intervista a casa di Ralph Gleason – importantissimo critico musicale del San Francisco Chronicle. Marshall si offre di accompagnarlo in automobile ed è proprio lì che scatta quella fotografia di Coltrane appesa oggi a una delle pareti della Casa Bianca. A gennaio di quell’anno usciva Countdown, incisa sul lato A di Giant Steps.

A dicembre dell’anno successivo è il turno di Ray Charles (1930-2004), fotografato nel backstage del Longshoreman’s Hall, San Francisco, al ritorno da un breve tour tra Europa e Stati Uniti. Un paio di mesi prima Hit the road Jack, all’album The Genius Hits the Road, raggiunge il primo posto della Billboard Hot 10 e mantiene la posizione in classifica per settimane. Ma il successo di Ray non basta: a novembre viene schedato e arrestato per possesso di eroina, di cui fa uso da 15 anni.

Jim Marshall in pochi anni è un veterano, unico fotografo ammesso – ingaggiato da Gleason – al concerto dei Beatles a Candlestick Park (San Francisco) il 29 agosto del 1966. Su 42.500 posti disponibili, vengono venduti appena 25mila biglietti: nessuno ancora sa che quello sarà il loro ultimo concerto. Anche per i Beatles «Non fu certo al 100% finché non fummo tornati a Londra. Fu John a voler più di tutti farla finita: diceva che ne aveva abbastanza», confessa tempo dopo Ringo Starr. Delle canzoni che suonano quella sera, Paperback Writer è l’unica composta nel ‘66.

Jim Morrison (1943-71) si esibisce il 19 maggio del ’68 al Northern California Folk Rock Festival. Il frontman dei Doors si presenta coi capelli molto corti: se li è tagliati da solo qualche giorno prima, mentre registrava l’album Waiting For The Sun. I Doors suonano alle 16.30 del secondo giorno del Festival e la folla, provata da lunghe ore di musica, non li accoglie con l’entusiasmo che si sarebbero aspettati. Pochi mesi dopo esce Touch me, estratta dall’album The Soft Parade.

Sul palco di Woodstock, il 16 agosto del ’69, insieme a Janice Joplin, The Who, e alla macchina fotografica di Marshall, c’erano anche Carlos Santana e la sua band, poco più che ventenni. Con otto brani e un assolo pazzesco del batterista Michael Shrieve in Soul Sacrifice il gruppo spicca il volo e si fa conoscere a livello internazionale ancor prima dell’uscita del primo album, appena inciso. Quasi vent’anni dopo, nel 1988, Jim Marshall lo ritrae al Cinco de Mayo Festival di San Francisco. La stessa testa piena di capelli, gli stessi occhi chiusi mentre fa ululare la chitarra, ma un altro batterista: Shrieve l’aveva lasciato qualche anno prima per dedicarsi a progetti personali.

Marshall ritrae Johnny Cash con il dito medio alzato mentre suona per i detenuti di Saint Quentin, San Francisco. In quel febbraio del ‘69 Cash registra in prigione quasi due ore di live e incide il suo – si dice – più bel disco: l’anno precedente ne ha registrato un altro, In Folsom Prison. Cash si batte per la riforma delle carceri attraverso la musica: è lui stesso a chiedere a Marshall di seguirlo. Quel dito medio non è rivolto a lui, bensì al sistema. Ecco un pezzo della sua performance, San Quentin:

Non possono che essere loro le vere star di questa mostra: i Rolling Stones. Con loro Marshall trascorre moltissimo in tour, soprattutto lungo la West Coast nel 1972, ingaggiato da LIFE. Moltissime di quelle fotografie, rimaste inedite fino al 2012, ritraggono Mick Jagger, Keith Richards e una ricorrente bottiglia di Jack Daniels. Le scatta nel backstage del tour e durante le sessioni di registrazione di Exile on Main Street, al Sunset Sound Recorders di Los Angeles. Le altre tracce dell’album erano state registrato nella casa in Costa Azzurra di Richards, dove la band era andata in «esilio» nel ‘71 per sfuggire al fisco britannico. Il primo singolo estratto dal Exile on Main Street fu Tumbling Dice.

Like a Rolling Stone – L’epoca d’oro del Rock nelle fotografie di Jim Marshall alla Galleria Leica fino all’11 aprile

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