I racconti delle donne: una festa per la scrittura

In Letteratura

Venti storie di donne raccontate dalle donne: un ideale canone della scrittura contemporanea convoca tra le pagine dell’antologia curata per Einaudi da Annalena Benini le migliori scrittrici dal Novecento ai giorni nostri.

Ho immaginato anche io una festa, allora, un ricevimento con tutti questi personaggi e le loro creatrici che si muovono insieme, che finalmente possono incontrarsi, ballare, fiammeggiare: una società sovversiva di ragazze che si tengono vive le une con le altre, e indagano, ognuna con il proprio respiro”.

Così scrive Annalena Benini, che ha curato I racconti delle donne , pubblicato da Einaudi: un’antologia di scritture brevi che portano la firma di alcune delle più grandi autrici contemporanee del panorama letterario mondiale.

Il filo conduttore, dunque, che lega insieme tutti questi racconti è l’universo femminile, come evidenzia Annalena Benini, che è giornalista, editorialista e scrittrice.

I racconti (venti, e di varia lunghezza, ma tutti di misura breve) sono seguiti ognuno da una veloce e puntuale analisi della curatrice in cui viene descritta la vita dell’autrice, si commentano lo stile e i temi, e sono eventualmente riportate delle citazioni provenienti da altre opere o interviste.

Esiste davvero la letteratura “femminile”? Quella, cioè, che viene accusata di non essere all’altezza di quella maschile in quanto troppo sentimentale, al punto da spingere molte autrici – per ottenere il giusto riconoscimento da parte di un pubblico e di una critica a forte prevalenza maschile – ad adottare in passato uno pseudonimo maschile?

Viene da chiedersi se questa questione esista realmente, di fronte alle autrici scelte dalla Benini, che sono riuscite a emergere nel panorama letterario affermando la propria carismatica personalità, poiché le loro opere affrontano problemi cruciali nella vita di ogni essere umano, grazie a stile e struttura del testo sapientemente costruiti, con originalità e maestria. Letteratura bella, semplicemente.
I venti racconti sono di straordinario valore e trattano temi profondi che riguardano ogni aspetto della vita di una donna, sfatando ogni stereotipo e celebrando le autrici femminili.

L’antologia comprende pilastri della letteratura mondiale come Virginia Woolf, grandi nomi italiani come Elsa Morante e Natalia Ginzburg e autrici di best seller come Margaret Atwood. Altri nomi, non certo meno importanti, sono Dorothy Parker, Clarice Lispector, Joan Didion, Edna O’Brien, Grace Paley, Lydia Davis, Nora Ephron, Alice Munro, Kathryn Chetkovich, Valeria Parrella, Mary Miller, Clarie Dederer.

I venti racconti sono diversissimi l’uno dall’altro e trattano i temi più disparati: vengono analizzate infatti tutte le fasce di età, l’amore sotto ogni suo aspetto, la maternità, la carriera, la nevrosi, la malattia, l’eventuale adesione al femminismo e la morte. Le donne della Benini sono tutte diverse tra loro, ciascuna deve affrontare i propri problemi emergendo dal coro con carisma e individualità.  

Il solo elemento che accomuna le novelle è che esse parlano di donne e sono scritte da donne.
Un solo racconto fa eccezione: l’opera di Yasmina Reza ha come protagonista e narratore un uomo, che tuttavia si rapporta con la moglie in un furioso litigio e dunque ci offre ugualmente l’occasione di analizzare l’universo femminile; la novella può inoltre essere un’opportunità per studiare come una mente femminile immagina la psiche maschile:

“Se dicesse chiedi scusa con un timbro normale potrei anche andarle incontro, ma lei lo dice in un sussurro, con una voce bianca, atonale, che trovo inaccettabile”.

Ma cosa significa essere donne, se le donne sono tutte diverse tra loro? L’antologia non propone una risposta al quesito, tuttavia offre degli affreschi delle situazioni più comuni in cui bambine, ragazze, donne e anziane si possono trovare, consentendo alle lettrici di immedesimarsi e ai lettori di rispecchiarsi attraverso lo sguardo che scaturisce dall’universo femminile.

Tutte le protagoniste dei racconti sono eterosessuali fatta eccezione per la Saffo di Marguerite Yourcenar, che si strugge per l’abbandono dell’amata Attide sino al tentato suicidio.



Tutte le donne amano una donna: amano perdutamente se stesse, il loro stesso corpo è infatti di solito l’unica forma in cui siano d’accordo nel trovare qualche bellezza.

Si tratta di un racconto lirico e romantico, ambientato in Grecia.

Le avventure di Saffo sono seguite da una novella che è una delle poche la cui protagonista è una bambina ed è autobiografica: si tratta delle confessioni di Elsa Morante circa le difficoltà che comporta essere la prima della classe.

Ma io sapevo che esse non mi amavano e facevano tutto per interesse, affinché io suggerissi e lasciassi copiare i compiti. Nessuna meraviglia, del resto, perché io stessa non mi amavo”.



Fortunatamente, l’amore di un compagno di classe salverà la piccola Elsa.

Secondo il celeberrimo Discorso sulle donne di Natalia Ginzburg, uno dei racconti dell’antologia, tutte le donne prima o poi sprofondano in un pozzo di malinconia in quanto avrebbero “la tendenza a cascare nel pozzo e trovarci una possibilità di sofferenza sconfinata che gli uomini non conoscono forse perché sono più forti di salute o più in gamba a dimenticare se stessi e a identificarsi col lavoro che fanno, più sicuri di sé e più padroni con il proprio corpo e della propria vita e più liberi.
Il brano è un capolavoro breve ma intenso, che denuncia la fragilità delle donne.
Chimamanda Ngozi Adichie è l’unica autrice a raccontare una vicenda che non sia ambientata in Occidente, ma in Africa. La protagonista, la seconda bambina dell’antologia, è talmente oppressa dalla figura del fratello maschio da ucciderlo.


Fu l’estate in cui chiedesti alla nonna perché Nonso prendesse sempre il primo sorso sebbene Dozie avesse tredici anni, un anno più di Nonso, e la nonna disse che Nonso era l’unico figlio di suo figlio, quello che avrebbe portato avanti il cognome Nnabuisi, mentre Dozie era solo nwadiana, il figlio di sua figlia“.

Così, di bambina in adulta, di paese in paese, di tempo in tempo, quello composto da Annalena Benini è una sorta di canone contemporaneo: il più e il meglio uscito dall’immaginario di scrittrici grandi.
Davvero: una bellissima festa per la letteratura.