Humus, il teatro è nutrimento

In Arte, Teatro

Ha preso il via mercoledì 17 gennaio la rassegna HUMUS | Arte Vagabonda, progetto di Teatro Linguaggicreativi in collaborazione con Roberto Bordogna, Alberto Oliva e cinque spazi ibridi milanesi dove dieci compagnie presenteranno uno studio in cinque diverse serate. Una giuria decreterà il vincitore, che avrà la possibilità di concludere lo spettacolo e farlo debuttare all’interno della Stagione di Teatro Linguaggicreativi, mentre il pubblico potrà godere in spazi non canonici di una ricognizione di proposte inedite, in una relazione tra azione, spazio e pubblico che sia di nutrimento e rigenerazione per tutti.

Un “omino generico” appare, alieno, in mezzo alla sala di un ristorante. Una struggente ed esilarante figura diafana si muove in mezzo ai tavoli durante il cambio scena, interagendo con il suo alter ego in forma di voce narrante, una tanica di Dixan sotto il braccio. È la “performance artistica di intermezzo” di Aronne Pleuteri, studente a Brera e giovane promessa delle arti visive presentato da Corpi sul palco, che ha trasformato lo spazio di Après-Coup, “ristorante con proscenio”, in un ibrido tra il Cabaret Voltaire di dadaista memoria, quello brechtiano alla Karl Valentin e la miglior clownerie da circo felliniano. Performance di intermezzo che ha fatto da cerniera ai primi dei due “studi” presentati nella prima serata di HUMUS | Arte Vagabonda, progetto realizzato da Teatro Linguaggicreativi grazie al contributo di Fondazione Cariplo che permette a dieci compagnie lombarde di proporre un nuovo spettacolo in divenire, una versione ridotta che si contenderà con gli altri selezionati dal bando omonimo la produzione dello spettacolo completo.

L’omino generico, performance artistica di intermezzo di Aronne Pleuteri per HUMUS, 2023. Foto di Rachele Salvioli, courtesy l’artista.

Perché Humus vuole essere proprio questo, un Nutrimento inteso come crescita e cambiamento, come germogliare di cultura, soluzioni, relazioni in grado di uscire dal buco nero degli ultimi anni, di combattere una crisi economica che non è più crisi, ma un modo di non vivere. Partendo da questo spunto, le compagnie propongono uno studio di circa mezz’ora da mettere in scena in uno dei cinque spazi ibridi che ospitano la rassegna, quelle “anime nascoste” di Milano che sono parte integrante del progetto. Luoghi come terreni da rendere fertili con l’humus della cultura e del teatro, fuori dagli spazi dedicati, per andare incontro al pubblico in quartieri e luoghi non convenzionali all’interno della città e valorizzarne il tessuto culturale urbano. Dopo Aprés-Coup, infatti, le prossime serate si svolgeranno in altre quattro “anime nascoste”, luoghi diversi che si legano tra loro a creare un circuito alternativo, che permetta al teatro di aprirsi a un pubblico più eterogeneo oltre che ai luoghi stessi di mettersi alla prova e scoprirsi i teatri che non sapevano di essere.

Dio è al fronte, di Matrice Teatro, in scena da Après-Coup. Foto di Rachele Salvioli.

Hanno aperto il sipario mercoledì scorso, da Après-Coup in Porta Romana, Matrice Teatro con Dio è al fronte, dialogo meta-teatrale sul tema della guerra, e Christian Gallucci e Marco Pezza con Green – di cose tralasciate e cose omesse, che ruotando attorno a un fatto di cronaca fittizio riflette, tra ben orchestrate citazioni, sull’eredità che lasciamo al mondo che verrà. Seguiranno a Spazio Tadini il 24 gennaio Death Cafe, di Marina Minetti, e Zitto Peter! Una sitcom sulla nausea di nascere, di Compagnia Fettarappa Sandri Guerrieri; il 30 gennaio a Ghe pensi mi con Matrioska – Muà di Noemi Piva e Piena come un uovo di Compagnia Caterpillar; il 7 febbraio a Spazio Lambrate con Tutti messi in fila di Yuri Casagrande e Claudia Marsicano e Allontanarsi dalla linea gialla di Compagnia La Cumana; fino al 13 febbraio da MAMU Magazzino Musica con Surgelati di Le ore piccole/Compagnia Dunamis e Innamorato di Compagnia Lumen. Progetti, Arti, Teatro. Il tutto intermezzato dalle apparizioni gioiose e inquietanti dell’omino generico di Aronne Pleuteri.

Christian Gallucci e Marco Pezza in scena da Aprés-Coup con Green – di cose tralasciate e cose omesse. Foto di Rachele Salvioli.

A tutte le compagnie partecipanti, selezionate tra le moltissime che hanno risposto al bando, Humus dà l’opportunità di ricevere la giusta visibilità per le loro drammaturgie grazie al lavoro di una giuria composta dalla Direzione Artistica del progetto Simona Migliori e Paolo Trotti di Teatro Linguaggicreativi, Alberto Oliva e Roberto Bordogna, da operatori culturali, da studenti delle scuole superiori, universitari e dal presidente Oliviero Ponte di Pino. Una giuria eterogenea e di qualità, che decreterà alla fine della rassegna la compagnia che vincerà una residenza a Teatro Linguaggicreativi, una somma come contributo alla produzione dello spettacolo e la messa in scena con repliche a Teatro Linguaggicreativi nel mese di aprile 2024, all’interno della stagione teatrale. Un modo virtuoso e coinvolgente per ricercare il sommerso, per dare la giusta visibilità a chi non ce l’ha o la vede relegata a un circuito off, e attivare un censimento delle compagnie lombarde che lavorano sulla contemporaneità, proiettandole in luoghi alternativi che si aprono a loro volta alla sperimentazione e alla commistione delle arti.

Per far vedere che la qualità non è esclusiva degli spazi ufficiali e blasonati, ma si nasconde tra le pieghe della ricerca continua e indefessa che gli artisti praticano quotidianamente, con ostinazione e orgoglio. E far capire a tutti, anche fuori dal teatro, che il teatro non morde!

HUMUS | ARTE VAGABONDA, varie sedi, fino al 13 febbraio 2024

In copertina: Dio è al fronte, di Matrice Teatro, in scena da Après-Coup. Foto di Rachele Salvioli.

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