Guarire dai fantasmi. Terranova e il romanzo di formazione

In Letteratura

Ida è una donna che deve fare i conti con la sua storia: tra isola e continente, tra presente e passato, tra assenze che pesano e necessità di rielaborare. Nadia Terranova scrive un romanzo di formazione femminile: i fantasmi stanno tutti in famiglia.

Entrato nella cinquina finalista del 73° Premio Strega, Addio ai fantasmi conduce il lettore in un  viaggio alla scoperta della storia di una donna, la cui soggettività viene svelata, nei suoi continui mutamenti, dall’infanzia sino all’età adulta. Addio ai fantasmi è un romanzo sul ritornare a casa, che racconta, in toni incantati, la paura e il desiderio, il bisogno e l’assenza.

Edito nel 2018 per la casa editrice Einaudi, il romanzo nasce dalla penna di Nadia Terranova, quarantunenne autrice messinese che alterna la composizione di romanzi di stampo classico alla letteratura per ragazzi.

Un omaggio a Natalia Ginzburg apre il suo ultimo lavoro, svelando, sin dal principio, i riferimenti letterari di Nadia e la sua attitudine a mettere al primo posto le questioni di natura privata e familiare. Sebbene non si tratti propriamente di un un’opera autobiografica, traspaiono, nel romanzo, alcuni elementi riconducibili alla vita personale dell’autrice, rimasta orfana di padre in giovane età.

Le pagine del romanzo trattengono il dolore di una perdita incolmabile, fissano nero su bianco il disperato ricordo della scomparsa di un padre, rivelano, con manifesta sincerità, un tormentato incontro con il passato, rimandato per troppi anni.
Con delicata sensibilità, Nadia Terranova dà forma a una riflessione sui temi della famiglia e dell’individuo, capace di restituire la complessità delle dinamiche che uniscono la dimensione relazionale e quella intima nella costruzione dell’identità.

Una scrittura pulita e semplice accompagna il racconto, in prima persona, delle vicende della vita di Ida, una protagonista femminile timorosa, dalla personalità rancorosa e infantile, la cui crescita viene interrotta da una terribile ossessione, con cui, d’improvviso, si trova costretta a convivere.

Fissando nel testo i punti cardine dell’esistenza di Ida, senza celarne difficoltà e turbamenti, e terminando con un’appagante acquisizione di adulta consapevolezza, Addio ai fantasmi si può considerare a tutti gli effetti un romanzo di formazione, che non ha nulla da invidiare ai classici del genere.

Aprendosi a distanza di ben 23 anni dal drammatico evento che cambiò le sorti del destino di Ida,  il percorso narrativo del romanzo si muove a ritroso fra i ricordi della protagonista, la cui memoria è l’unico punto di incontro fra il lettore e le vicende narrate.

Un ancestrale richiamo materno scuote la tranquilla esistenza romana di Ida e le impone di tornare in Sicilia, nella sua terra natale. Intenta nel riordino della casa di famiglia, la madre la invita con lo scopo di decidere di quali, fra oggetti della sua infanzia, vale la pena liberarsi e quali, invece, tenere. Un duro compito che costringe Ida al confronto con la durevole materialità degli oggetti del suo passato contrapposta all’eclisse della figura paterna, instaurando nel testo una complessa rete di simboli che restano da decifrare al lettore.

Composto da tre unità narrative, l’intero romanzo ruota intorno alla scomparsa di Sebastiano Laquidara, un uomo che, affetto da una misteriosa forma di depressione, di cui si conosce ben poco, decide d’un tratto di sparire nel nulla, abbandonando moglie e figlia.

Paralizzate dall’improvvisa sparizione dell’uomo di casa, la madre e Ida, che al momento dei fatti aveva compiuto solo tredici anni, restano vittime di una solitudine che diventerà cifra distintiva delle loro vite. Una stasi emotiva e psicologica che impedisce alle due donne qualunque forma di condivisione, all’interno o all’esterno del ridotto nucleo famigliare. Senza risposte, senza addii e senza spiegazioni, la scomparsa di Sebastiano interrompe lo scorrere della quotidianità, lasciando madre e figlia immobili e in silenzio, occupate a farsi domande per le quali non esiste risposta. Da padre di famiglia, Sebastiano si trasforma in un “fantasma”.

Ida e la madre danno, così, inizio a un nuovo capitolo delle loro vite, fatto di falsità e di silenzi. Dietro un’apparente calma domestica, nascosto sotto un’ostentata normalità famigliare, si cela il dolore che, taciuto, finisce per isolare le donne dal resto del mondo.

Un muro di sofferenza annienta ogni relazione sociale.

Cosa è successo a Sebastiano? Dov’è diretto? Cosa lo ha spinto ad abbandonarci?

Senza un corpo da piangere, Ida e la madre vagano sperdute in un limbo di dubbi.

Focalizzando l’attenzione sull’inquietante scomparsa dell’unica figura maschile di riferimento, Nadia Terranova crea una realtà tutta al femminile, dove gli uomini sono completamente assenti o irreparabilmente lontani.

Difatti, se un uomo è sparito, un altro c’è ma è lontano: si tratta di Pietro, il marito di Ida. Rimasto a Roma per ragioni che restano avvolte nel mistero, Pietro è una figura contraddittoria. Relegato alla funzione di simbolo, nell’universo romanzesco, si fa portatore di due messaggi inconciliabili: da un lato, con le sue telefonate notturne e le sue puntuali attenzioni, rappresenta la costanza e la fiducia nella relazione fra uomo e donna, dall’altra, inversamente, si fa incarnazione di una lontananza fisica e mentale che finisce per dividere i due coniugi. Neppure l’amore è abbastanza per rimuovere il filtro che separa Ida da una relazione autentica con gli altri.

A illuminare la strada di Ida verso una vita adulta e consapevole concorre anche Sara, l’amica d’infanzia. Costruito con caratteriste di coerenza e risolutezza, il personaggio dell’amica si presenta, nel romanzo, in completa opposizione a Ida.

Svelando le conseguenze della perdita paterna sul carattere dell’amica, la sua infantilità e il suo egoismo, Sara le ricorda l’esistenza degli altri. Il dolore le ha impedito di crescere: Ida è rimasta una bambina che guarda al di fuori di sé per il solo appagamento dei bisogni.

Le parole di Sara suonano come sentenze che scalfiscono il muro che impedisce a Ida di guardare alla realtà senza timore.

La battaglia con il passato si consuma tutta in Sicilia: alla fine, Ida sarà una donna nuova.

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