50 anni di architetture

In Arte

L’architettura in Italia è una realtà, oltre che una disciplina, incredibilmente complessa. Gli ultimi sessant’anni di progettazione nel nostro Paese hanno dato vita a edifici…

L’architettura in Italia è una realtà, oltre che una disciplina, incredibilmente complessa. Gli ultimi sessant’anni di progettazione nel nostro Paese hanno dato vita a edifici e correnti di pensiero spaziali incredibilmente floride e innovative. Nonostante ciò, si tratta di una materia largamente sconosciuta ai più, imbarazzantemente trascurata nell’educazione scolastica e spesso associata all’attività speculativa di quelle costruzioni dalle scarse qualità progettuali e realizzative che ormai siamo abituati a definire edifici “anni sessanta”.

D’altra parte la situazione attuale in questo campo pone difficoltà e spunti di riflessione che invitano a rivedere completamente le competenze richieste a chi vuole approcciarsi all’architettura. L’incredibile sofisticatezza della realtà contemporanea richiede che l’architetto sia anzitutto un lettore di esigenze sociali più che un disegnatore di spazi. Nuove tecnologie si affacciano nelle nostre abitazioni ogni giorno, ambienti sempre più immersivi ed eterei affollano i musei che visitiamo. In quest’ottica, continuare a pensare l’architettura e la concezione spaziale come qualcosa di legato al mero atto del costruire è un approccio fuori tempo massimo.

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Di tutto questo si sono accorti Alberto Ferlenga e Mario Biraghi, che hanno curato la mostra Comunità Italia alla Triennale. Il tema fondamentale dell’esibizione è raccontare le correnti di pensiero che hanno attraversato la produzione della seconda metà del secolo scorso evidenziandone le istanze meno ordinarie della pratica architettonica. Così gli elementi esposti sono plastici, diari, disegni, schizzi, ragionamenti su cosa voglia dire l’abitare e che cosa voglia dire farlo in un determinato modo e in determinato luogo.

Correda la mostra un video curato da Gianni Canova (il critico cinematografico che compare sempre su Sky Cinema, per intenderci) e dallo IULM, in cui vengono proiettati 27 video della durata di un minuto, ciascuno girato in modo amatoriale da volontari. Ogni video racconta uno spazio del nostro vivere: dall’autostrada  A3, all’isola di Pantelleria, passando per ragionamenti sulla nostra penisola tutta o su Piazza Loreto. Ogni partecipante aggiunge il proprio tassello alla dialettica spaziale collettiva che vuole emergere da quest’opera. Un’impresa corale di una moltitudine di sguardi soggettivi che alla fine abitano lo stesso posto, un po’ come in una città.

Comunità Italia. Architettura, città e paesaggio dal dopoguerra al Duemila, a cura di Alberto Ferlenga e Marco Biraghi, Palazzo della Triennale, fino al 6 marzo 2016.

Immagine di copertina: Arduino Cantafora, La città analogica. 

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