Colto, elegante, snob. Guadagnino e il cannibalismo esistenziale

In Cinema

“Bones and all”, ovvero ossa e tutto, il pasto completo, gioca con uno dei nuovi amori “americani” del regista palermitano, Leone d’Argento per la regia a Venezia 2022, l’horror on the road un po’ filosofico. I lanciatissimi Timothée Chalamet e Taylor Russell percorrono un tratto di esistenza insieme sulle strade di Virginia e Nebraska: hanno bisogno di essere compresi, in qualche modo amati. Giovani innocenti e insieme maledetti, non troveranno però comprensione nella realtà che li circonda.

Bones and all, ossa e tutto, pasto completo (che s’affronta quando si è già cannibali provetti) è la confessione di quanto il talento di Luca Guadagnino sia pervaso dai più consolidati livelli immaginifici del grande cinema americano, quello dei road movies, quello della gioventù disperata in cerca di un’identità per non sentirsi esclusa e diversa, oltre alla scelta horror già intrapresa dal regista nel remake di Suspiria. Con questo film che ha fatto imbizzarrire il troppo calpestato red carpet della Mostra di Venezia per merito della Russell e dell’ormai consolidata star Timothée Chalamet, 26 anni qui al primo impegno anche produttivo, col suo look ibrido, il regista di Chiamami col tuo nome si spinge dal lombardo veneto fino alla Virginia e al Nebraska, territorio da Malick, e cambia ancora la fonte battesimale del nome proprio.

Qui il suo nome, quello di un amore diverso, così fragile e così disperato per citare versi famosi di Prévert, è quello del cannibalismo, l’unica libertà concessa a Maren e Lee, che s’incontrano per caso e per caso annusano la propria diversità, fanno un pezzo di strada insieme lungo confini americani degni di Easy Rider, dove non si può far altro che scappare in modo esistenziale da una realtà che non li corrisponde. Non senza aver incontrato sulla non retta via un altro loro pari ma al tramonto, quel bravissimo Mark Rylance che era sul ponte delle spie di Spielberg.

Pur molesto per ovvie ragioni (anche se pare che il sangue fosse un impasto buonissimo e dolce di cioccolato, frutta, salse) Guadagnino non punta sugli orrori della condizione cannibale, sta sotto ad Hannibal Lecter e non gioca il jolly del thriller, anche perché i ragazzi non si mangiano mai, neppure un aperitivo, ma insegue per centinaia di chilometri (niente paura il film è solo di due ore e 10’) i destini paralleli dei due giovani innocenti maledetti e del loro bisogno di essere compresi e in qualche modo amati. Insomma siamo tornati alla famosa Impossibilità di essere normali di Elliott Gould (ma lì era un esame su Scott Fitzgerald), e anche ai film mirabili ed economici di Roger Corman anni 70: il clan dei Barker oggi potrebbe essere un gruppo familiare di cannibali. Il film ha continui stop and go, sembra che punti sul selvaggio bisogno di scricchiolare dita e tendini, di strappare carni e midollo e ossa e il resto, ma poi basta lo sguardo innocente di uno dei due protagonisti (il citato Chalamet e la premiata Taylor Russell) perché tutto sembri tornare al suo posto.

Sarà in realtà una never ending story, una storia infinita e senza fine se non apocalittica come vuole la metafora: i due adolescenti, nel mezzo di una società che non li accoglie, scontano il peccato della loro età e dei loro bisogni affettivi, elevando la metafora del “pasto nudo” (nell’ombra c’è Cronenberg, certo), al massimo grado di penetrazione narrativa e visiva, fino alla fine del mondo se intendiamo il cannibalismo come una forma di estinzione della specie. Cercasi verità, cercasi tolleranza, ciascuno è vittima di se stesso. Guadagnino, pur con qualche ripetizione che è il prezzo da pagare alla fascinazione di “quel” cinema, gioca la materia con colto, elegante snobismo registico, realizzando anche pause e silenzi di bocche sanguinolente e usando al meglio i due lanciatissimi attori collocandoli subito sul piedistallo degli idoli, accettati acriticamente dai teen ager non per il misterioso film ma solo per il golfino audace.

Bones and all di Luca Guadagnino, con Timothée Chalamet, Taylor Russell, Michael Stuhlbarg, André Holland, Chloe Sevigny, David Gordon Green, Jessica Harper, Jake Horowitz, Mark Rylance, Francesca Scorsese

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